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Streetfighter V4: “Avremmo ottenuto più potenza, se avessimo voluto”

La nostra intervista a Cristian Gasparri, head of vehicle project management di Ducati, per conoscere a fondo la nuova Streetfighter V4

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Ducati Streetfighter V4 S 2020

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Immaginiamo che al momento della progettazione della Panigale V4 aveste già ben chiaro che da quella base sarebbe nata la Streetfighter. Quali scelte avete fatto in funzione della nuda?

“La scelta principale è stata quella del posizionamento dei componenti elettrici, per lasciare puliti alla vista il Front Frame e i lati del motore. Sulla Panigale 1199 la situazione era ben diversa, di conseguenza trasformarla in una naked sarebbe stato un esercizio più complesso. Soltanto il fatto di aver posizionato la batteria nella zona del blocchetto di accensione, davanti al serbatoio, ci ha consentito sia di centralizzare le masse sia di avere un cablaggio concentrato in quella zona”.

La Panigale V4 S, nel dato dichiarato, è 4 kg più leggera della Streetfighter V4 S. Da dove deriva questa differenza?

“Alcuni componenti della Streetfighter sono più pesanti. Il motore ha coperchi diversi, necessari a ridurre le emissioni acustiche. Il telaietto posteriore è un traliccio in acciaio stampato a iniezione anziché una struttura in alluminio fuso, sottile. La batteria è al piombo e non al litio. Dopodiché, la nuda nasce solo in versione biposto, di conseguenza nel peso, per nostra norma interna, sono incluse le pedane e la sella del passeggero. Il peso della Panigale fornito è quello della versione monoposto”.

Il Front Frame della Streetfighter è quello con asole che ha debuttato sulla Panigale V4 R e, da quest’anno, utilizzato anche sulle versioni base ed S, o quello della prima Panigale V4?

“È quello della Panigale V4 prima versione”.

Come mai?

“L’evoluzione fatta sul telaio, quindi modificando la rigidezza con le asole, era mirata ad un utilizzo spinto in pista. Mentre la vocazione dello Streefighter non è esclusivamente pistaiola”.

Come mai avete voluto realizzare una nuda così insolitamente potente?

“La potenza elevata non è stato l’obiettivo primario, tant’è che se avessimo utilizzato i cornetti di aspirazione ad altezza variabile avremmo potuto ottenere ancora più cavalli. Quello che volevamo era utilizzare il motore della Panigale V4, e di riflesso abbiamo ottenuto una nuda molto potente. C’è un vecchio detto che dice che se hai dei cavalli non devi toglierli e noi siamo d’accordo. Non ci è sembrato il caso di snaturare il motore intervenendo in modo drastico per ridurre le prestazioni”.

A proposito di naked, qual è il destino della Monster? Aggiornerete il Testastretta per rispettare la Euro 5, farete una Monster V4 o verrà sostituita in gamma dalla Streetfighter?

“Lo scoprirete…”

Questione ali: a velocità stradale, diciamo quindi entro i 110 km/h, hanno effetto sulla guida o se non ci fossero non si noterebbe la differenza?

“Nell’uso cittadino ovviamente no, mentre una quota di stabilizzazione in accelerazione a velocità medie e alte la hanno”.

La Streetfighter V4 base costa 19.990 euro franco concessionario, la Aprilia Tuono V4 Factory circa 700 euro in meno. Perché dovrei scegliere la prima?

“Perché la nostra è bellissima. Perché il motore Desmosedici Stradale lo abbiamo solo noi. Perché è un connubio eccezionale tra prestazioni e comfort”.

I ducatisti hanno digerito il motore V4 o ci sono ancora nostalgici del V2?

“I ducatisti sono tanti, è difficile etichettarli in un unico genere. I numeri di vendita dicono che la Panigale V4 è la prima moto sportiva nella storia che è in cima alle vendite del segmento per più di due anni, di conseguenza credo che i ducatisti vecchi e nuovi abbiano apprezzato il nuovo motore”.

Si parla di una naked da 208 CV. Quali prove vengono eseguite in fase di collaudo per certificare sia sicura?

“Vengono eseguite tutte le verifiche di affidabilità, come accade su ogni nostra moto. Oltre alle prove su strada, sono previste prove su circuiti di handling e long run alla massima velocità sull’anello di Nardò. Complessivamente si parla di test che durano giorni. A questo si aggiungono ovviamente le verifiche in sala prova motore per l’affidabilità del propulsore e quelle a fatica dei componenti strutturali, secondo le normative e procedure interne a Ducati. Non entro nel dettaglio perché sono specifiche nostre che non voglio divulgare”.

Come mai non avete previsto l’indicatore del livello del carburante?

“Il motivo è che la Streetfighter deriva dalla Panigale, una moto supersportiva sulla quale non abbiamo ritenuto fosse un contenuto fondamentale. Il serbatoio ha una forma tale per la quale non è possibile realizzarlo”.

La guida della Streetfighter ci ha convinto al punto da domandarci se il motore V4 non sia, per configurazione, più favorevole alla realizzazione di una ciclistica efficace di quanto non sia il classico bicilindrico a L, per quanto leggermente ruotato.

“No, non direi. È vero che in un bicilindrico a L il cilindro anteriore può creare problemi nel posizionamento dell’asse di sterzo e della ruota anteriore, ma con la rotazione del motore si può far fronte a questo limite. Diciamo che a questa moto abbiamo voluto particolarmente bene e siamo super soddisfatti del risultato”.

Come mai aumentare parecchio la coppia alla ruota, rispetto alla Panigale V4, attraverso il rapporto finale più corto, e poi ridurla nelle prime quattro marce attraverso una specifica mappatura dell’acceleratore ride by wire?

“È il risultato di varie scelte progettuali”.

Ci siamo così divertiti a guidare la Streetfighter V4 che non possiamo non domandarci quanto sarebbe gustosa una versione di cilindrata minore, magari equipaggiata col bicilindrico della Panigale V2…

“Non abbiano ancora iniziato a produrre questa e ne volete già un’altra? Dateci tempo… (Gasparri ride, ndr)”.

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