Verso fine luglio ti arriva una letterina da ASO che ti comunica se sei stato accettato o meno. In caso di rifiuto la cauzione da 4.000 euro viene restituita, ti viene consigliato di fare esperienza in rally di livello mondiale e ti invitano a ricandidarti l’anno dopo. Se invece ti viene confermata l’iscrizione bisogna veramente darsi da fare. Prima di tutto a livello economico nella ricerca del budget (eventuali sponsor) visto che solo l’iscrizione è 16.000 euro. Poi c’è da scegliere con che moto partecipare: si può optare tra una normale enduro modificata con tutto l’occorrente rallyraid (serbatoi maggiorati, strumentazione rally, ecc: tra acquisto e preparazione van via anche 20.000 euro) oppure prendere l’unico prodotto progettato espressamente per la Dakar: la KTM 450 Rally (o la gemella Husqvarna). Frutto dell’enorme know-how di chi ha vinto le ultime 18 edizioni, la moto è lo stato dell’arte della disciplina, ma costa oltre 30.000 euro.
Poi c’è da capire se si vuole correre da privatissimo senza assistenza (Original by Motul), cosa veramente avventurosa e romantica, ma devastante dal punto di vista mentale e fisico, oppure con un’assistenza che ti trasporta i bagagli e ti cura la moto a fine tappa. Soluzione molto costosa (circa 15.000 euro), ma indispensabile per riuscire a dormire la notte e recuperare energie. Da non sottovalutare l’abbigliamento tecnico che deve essere progettato per trasportare molto materiale nelle tasche (integratori, lampada frontale, camelbak, ecc). il costo è molto variabile, ma tra casco, occhiali, stivali, giacca, pantalone, pettorina, ecc possono ballare 2-3.000 euro. Ci sono da considerare anche le spese dovute ai ricambi della moto, i numerosi pneumatici + mousse, i voli, gli alberghi, tutto quello che serve per allenarsi da luglio a dicembre e pure i 7.000 euro per correre un Merzouga Rally.