
L’
Aspes
presenta la sua prima moto da Regolarità al
Salone di
Milano 1972.
Lo scarico, come usava in quegli anni, passa sotto il
motore,
una soluzione conservata anche sui primi modelli con il cambio a sei
marce. L’alettatura del monocilindrico invece viene subito
ridimensionata
(sotto, la versione 1976). I primi motori della Casa varesina hanno un
gruppo termico di dimensioni quasi sproporzionate. La larghezza
supera i 30 cm. Altra peculiarità il
carter tagliato
orizzontalmente
per facilitare lo smontaggio degli organi di trasmissione.

Nel
1977 arriva finalmente lo
scarico alto. Viene mantenuto
però
il
cavalletto centrale con il rinforzo a protezione dello scarico
basso. Forse perché i magazzini ne erano ancora pieni...
L’
albero motore, sufficientemente robusto, ruota su due cuscinetti
a sfere. La
biella invece è montata su aghi. La
frizione in
bagno d’olio non è il pezzo forte del motore: a freddo non stacca
e a
caldo tende a gonfiarsi. I dadi che tengono le molle sono tenuti bloccati
da due coppiglie per rendere più agevole e rapido lo smontaggio.

La
piccola e giovane
azienda di Gallarate, in provincia di Varese,
all’inizio degli
anni Settanta punta con successo sulle
motociclette
da Cross. Il passo verso la Regolarità, almeno sulla carta, non è
difficile
avendo tra l’altro una
buona base di partenza. L’Aspes
così ci
prova con l’
Hopi 125, moto da
Regolarità che
dovrebbe lanciare
nel settore la Casa lombarda. In una categoria dominata dal motore Sachs,
l’Aspes sfoggia un
motore italiano costruito dall’Asco
(Aspesi
e Consiglio), azienda pavese specializzata nella costruzione di motori
a due tempi per motociclette e kart. La prima Hopi dispone di un propulsore
con un’
estesa alettatura per il raffreddamento del gruppo termico,
ha la
camicia in ghisa, il carter motore tagliato orizzontalmente
e l’albero motore equilibrato con riporti in lega leggera. Una ventina
i CV dichiarati, la maggior parte dei quali però trovano sfogo agli
alti
regimi, lasciando parecchio vuoto in basso.

Nel
1975 l’Hopi viene migliorata. A guadagnarne non è solo
l’
estetica:
il motore viene rivisto completamente e per porre rimedio alla scarsa coppia
ai bassi, si opta per la soluzione della
doppia ammissione. Da una
parte una valvola a lamelle
sul carter e dall’altra quella
tradizionale
regolata dal
pistone. Tra le altre novità figura
l’
accensione
elettronica. Nel
1977 la moto viene rivista completamente e,
ad eccezione delle ruote e della cassetta filtro, è
tutta nuova,
a cominciare dal
cambio, finalmente a
6 marce (contro le
5 dei modelli precedenti) e dallo
scarico alto, ma la risposta del
mercato non è entusiasmante e le vendite non soddisfano. Nel
1978
ulteriori
modifiche al propulsore cercano invano di migliorare la situazione. Alla
base dell’ insuccesso vi è, a detta di molti, la troppo stretta
parentela
di tale modello con la
versione Cross. L’Aspes infatti, dovendo
scegliere dove indirizzare le risorse, lo fa nei settori dove è sicura
di vendere. Logico quindi che le moto da Regolarità non sono altro che
delle Cross con targa e fari. Potenti, nulla da dire, ma intrattabili
sulle mulattiere.
Caratteristiche tecniche
Riferite alla versione del 1977
Motore: monocilindrico due tempi raffreddato
ad aria. Testa e cilindro in lega leggera, canna in ghisa, distribuzione
a quattro travasi, alesaggio per corsa 54x53,8 mm.
Cilindrata totale 123,1 cc.
Rapporto di compressione 11,5:1.
Potenza 21 CV a 9.800 giri.
Coppia max 1,64 kgm a 8.500 giri.
Alimentazione: carburatore Dellorto PHBE30AS,
diametro diffusore 30 mm. Miscela al 5%, capacità serbatoio 8,5 litri di
cui 0,5 di riserva.
Accensione: elettronica Motoplat.
Frizione: a dischi multipli in bagno d’olio.
Cambio: in blocco sei rapporti, con innesti
frontali a pioli.
Telaio: doppia culla continua in tubi d’acciaio.
Sospensioni: anteriore forcella Ceriani
ø 32mm; posteriore forcellone oscillante con due ammortizzatori Corte
&
Cosso.
Freni: a tamburo Grimeca conici in lega
leggera. Anteriore ø 125 mm; posteriore ø 140 mm.
Ruote: a raggi con cerchi Akront Tr. Anteriore
ø 21”; posteriore ø 18”
Pneumatici: anteriore 3.00x21; posteriore
4.00x18 post.
Dimensioni (in mm) e peso:
lunghezza 2.150,
interasse 1.400,
larghezza manubrio 850,
altezza 1.190,
altezza sella 930,
altezza pedane 350.
Peso a vuoto 102 kg.
Prestazioni: velocità max 118 km/h.
Peso 102 kg.
Prezzo: 1.330.000 lire.
Note: Provata da
Motociclismo fascicolo
5/1977.
Dati rilevati: Velocità max 110,430 km/h.
Accelerazione: da 0 a 400 metri in 16,36
secondi.
Peso a vuoto 104 kg.