Impossibile non partire dal bicilindrico in linea, per parlare della T120, che eredita alcune caratteristiche della Street Twin, come l’omologazione Euro 4, il raffreddamento a liquido (splendidamente integrato per minimizzare l’impatto visivo di radiatore e tubazioni), la fasatura a 270°, la distribuzione monoalbero a camme in testa con 8 valvole e l’elettronica con Ride by Wire. Ma aggiunge anche delle primizie: rimanendo nel campo dell’elettronica, ci sono due mappe (Road e Rain), mentre a livello meccanico la cilindrata sale a 1.200 cc con un alesaggio dei cilindri incrementato da 84,6 a ben 97,6 mm, mantenendo inalterata la corsa di 80 mm. Anche il cambio è diverso e aggiunge un rapporto ai cinque della Street Twin. Il tutto racchiuso in ingombri esterni del tutto simili a quelli della “piccola” 900 cc. Considerato l’indirizzo non certo corsaiolo della Bonneville T120, l’erogazione, sostanzialmente piatta e lineare, predilige la spinta ai bassi e medi regimi, per una guida rilassata e “morbida”. I valori comunque salgono e lo anticipa anche la scritta alla base dei cilindri: HT, vale a dire “High Torque” (coppia alta). La coppia sale a fino ad un picco di 105 Nm a soli 3.100 giri/min, vale a dire il 54% in più della vecchia generazione Bonneville. E cresce anche la potenza: 80 CV a 6.550 giri/min. In sostanza: un motore con una schiena robusta, ma non impegnativo, da godere senza patemi in qualunque circostanza. Unico difetto, percettibile nella guida sincopata in città più che in quella extraurbana, è l’on/off nella risposta del gas, smussato leggermente se si utilizza la mappa Rain.