Come detto, le due V9 sono spinte dal medesimo propulsore che, come da tradizione, viene prodotto nello stabilimento di Mandello del Lario. Si tratta di un bicilindrico trasversale a V di 90° da 853 cc di cilindrata (alesaggio e corsa rispettivamente di 84 e 77 mm), raffreddato ad aria e olio. La distribuzione è comandata da un sistema ad aste e bilancieri e adotta 2 valvole per cilindro disposte in maniera inclinata nella testa (e non più parallela, come sul motore di
V7 II). L’alimentazione è affidata ad un sistema d’iniezione elettronica monocorpo Marelli. Nelle teste del motore è presente l’ingresso del sistema di aria ausiliaria, che, abbinato al catalizzatore trivalente, alla doppia sonda Lambda e alla nuova progettazione del motore, permetto a questo propulsore di rispettare la normativa antinquinamento Euro 4.
In questa configurazione il bicilindrico di Mandello è in grado di erogare una potenza massima di 55 CV (40,44 kW) a 6.250 giri/min, con una coppia massima di 62 Nm a soli 3.000 giri/min. Per entrambi i modelli V9 è disponibile la versione depotenziata a 35 kW, in modo da poter essere guidata anche dai possessori di
patente A2. Un altro aspetto innovativo del motore che equipaggia le due V9 è la frizione monodisco a secco dal diametro di 170 mm, scelta fatta dai tecnici di Mandello per avere una trasmissione della coppia e della potenza senza strappi. Nuovo anche il cambio a sei marce, con trasmissione finale ad albero cardanico a doppio giunto disassato.