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Sono vegano e vorrei abbigliamento senza pelle

Un lettore, vegano, ci scrive per un problema con l’abbigliamento tecnico da moto: la scelta di guanti e scarpe è troppo limitata e non certificata dal punto di vista del non utilizzo di parti di origine animale

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Caro direttore, ho un problema con l’abbigliamento: sono vegano da anni e la scelta di guanti e scarpe da moto è troppo limitata e non certificata dal punto di vista del non utilizzo di parti di origine animale (non della sicurezza), pratica ormai diffusa tra i produttori di abbigliamento normale. La mia è una scelta etica e vorrei fosse rispettata, visto che noi vegani in Italia siamo tre milioni e cresciamo al ritmo del 20% all’anno: si dessero una mossa le case produttrici, altrimenti faranno come per l’abbigliamento tradizionale non certificato che hanno dovuto svendere agli stokkisti pur di svuotare i magazzini.

Caro lettore, dall’ultima statistica Eurispes (2020) risulta che i vegani in Italia siano 1,3 milioni, il 2,2% della popolazione. Al di là dei freddi numeri, comunque, diverse grandi Case di abbigliamento propongono capi in materiali di origine non animale: tessuto, microfibra e pelle sintetica, per prodotti che spaziano dalla pista al fuoristrada, dall’urban al touring. È vero tuttavia che nel nostro mondo mancano ancora le certificazioni “vegan”, ma se la richiesta aumentasse, sicuramente le aziende si adeguerebbero. In foto, lo stivale Supertech R, il top di gamma di Alpinestars da pista, in microfibra sintetica (480 euro) e il guanto Stacca di Tucano Urbano, in scamosciato sintetico e tessuto (55 euro).

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