Premessa: la Yamaha MT-09 non è una moto per tutti. Non diciamo questo per il peso (non certo eccessivo) o le dimensioni, che sono più compatte rispetto a tante altre sue dirette concorrenti. E non lo diciamo nemmeno per le prestazioni dichiarate dalla Casa, che restano ancora nella fascia dei 100 CV: più che sufficienti per divertirsi su strada, anche per i più smanettoni, ma senza arrivare a livelli più impegnativi e magari difficilmente gestibili. No, questa affermazione è data dal fatto che la “cattivella” di Iwata è una non-naked, un ibrido nato dall’incontro tra una nuda sportiva e una motard. Una scelta, quindi, che punta decisa verso l’obiettivo “fun”. E in effetti la Yamaha MT-09, con il suo motore brioso e muscoloso, il telaio capace di dare tanta agilità, la seduta eretta e vicina al manubrio e le sospensioni ad escursione “maggiorata” (i 137 mm davanti e i 130 dietro sono valori superiori ai circa 120 mm che caratterizzano di solito le moto stradali) è un piccolo luna park: se le strade aperte al traffico fossero come i parcheggi dove si esibiscono gli stuntman, lei potrebbe dire la sua.
Quindi scordatevi della protezione aerodinamica (anche le minuscole “unghie” aftermarket non servono a nulla) così come del comfort di marcia nei trasferimenti medio-lunghi, o di stare comodi come passeggeri, con lei ci si diverte e basta: svelta e reattiva, nel suo DNA ha solo curve e tornanti. E anche qualche difettuccio. Non tanto meccanico, visto che nella versione Euro4 non si registrano né problematiche serie né richiami ufficiali da parte di Yamaha, quanto di… carattere.
Il tre cilindri di Iwata di queste annate, infatti, ha muscoli da vendere ai medi regimi e allunga anche bene, ma ai bassi risulta un po’ ruvido e l’acceleratore elettronico non è il massimo della pulizia: l’on-off nel classico chiudi-apri a centro curva si fa sentire e infastidisce se si sta affrontando un tornantino stretto. Lo fa sia con la mappa B (full power ma più dolce) e ancor di più con la A, che rende fin troppo pronta la risposta al comando del gas. A enfatizzare l’attacco brusco del motore ci pensano le sospensioni, che con la loro maggiore escursione faticano a gestire i trasferimenti di carico: quando si va ad aprire il gas, il posteriore si schiaccia parecchio, mentre la forcella si estende più del dovuto alleggerendo l’avantreno, che perde comunicatività e riduce il feeling con il pilota. La possibilità di agire sui registri idraulici limita solo in parte questo suo “muoversi”; se siete motociclisti dal palato fino, il consiglio è quindi di indirizzarvi verso la versione SP, con sospensioni di maggiore qualità: il mono Öhlins è una garanzia, la moto al posteriore è molto più stabile, mentre quella sensazione di leggerezza dell’avantreno è meno accentuata, ma comunque presente. Eccovi descritto in sintesi questo grande successo di Iwata, in modo da potervi fornire i tratti principali del carattere della MT-09 che andreste ad acquistare, per valutarne pregi e difetti rapportati all’idea di moto che avete in mente. Una moto che nella sua versione Euro4 (2017-2020) a livello meccanico non ha avuto particolari problemi, così come dal punto di vista elettrico ed elettronico, spiccando per affidabilità rispetto alla prima versione Euro3 (2014-2017) che qualche problemino lo ha avuto.