La posizione di guida è comoda: l’inserimento nella triangolazione è naturale, si sta con il busto dritto, il manubrio è là proprio dove lo vorresti e l’angolo delle gambe è confortevole, forse solo chi si avvicina al metro e novanta potrebbe ritrovarsi a toccare con le ginocchia le guanciole laterali del serbatoio. La sella a 81 cm da terra è morbida, ben imbottita e permette di toccare a terra senza problemi.
Sin dai primi chilometri in sella alla Trofeo ci si rende conto di come sia perfetta per l’utilizzo in città: la frizione è morbida, il cambio è preciso e il buon bilanciamento globale permette alla 500 AC di svicolare tra le auto in coda senza problemi. Le sospensioni hanno una una risposta progressiva su pavè e fondi sconnessi, digerendo bene anche le buche più pronunciate. Il bicilindrico stupisce subito per la sua regolarità ed elasticità: le vibrazioni sono appena percettibili, accetta la piena apertura del gas fin dai 2.000 giri/min. e la spinta è fluida lungo tutto l’arco di erogazione. Ai bassi la Trofeo non è un cavallo da tiro, ma dai 4.000 ai 7.000 giri/min. sfodera una discreta grinta che permette di divertirsi fra le curve.
Le buone doti dinamiche si apprezzano anche nel misto, dove il peso limitato e la dolcezza dei comandi garantiscono una guida senza pensieri e una grande neutralità in tutte le situazioni: gli inserimenti in curva sono svelti ed è ottimo il rigore direzionale anche nei curvoni veloci.
Le sospensioni Kayaba, pur avendo una taratura pensata un po’ per tutte le situazioni, lavorano bene: la forcella è sostenuta quanto basta e copia bene le asperità mentre il mono, regolabile nel precarico, ha il pregio di una certa progressività nelle reazioni e questo aiuta molto a non scomporre la moto quando si viaggia allegri, limitando anche i trasferimenti di carico nelle frenate più aggressive. A proposito di frenata: quest’ultima non entusiasma per la potenza in fase d’attacco nonostante il doppio disco anteriore, ma risulta comunque ben modulabile.