Da San Vittore di Chiuse, per andare verso i Monti Sibillini, se non si ha fretta, meglio evitare la statale SS256 e fare strade alternative passando dal borgo di Esanatoglia, PIoraco, Sefro, fino a Serravalle di Chienti, dove con la statale SS77 si prosegue su strade ad alto godimento. Passato il Lago di Polverina, la SP98 ci accompagna al Lago di Fiastra, che appare come un mare caraibico circondato da strane rocce grigie che sembrano graffiate, chiamate “lame”. Da qui si entra nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che oltre ad offrire strade invitanti per noi motociclisti, regala scorci e brevi trekking imperdibili, come l’itinerario delle Lame Rosse (una camminata di 7 km con 200 metri di dislivello fattibile in 3 ore, con partenza dal parcheggio della diga del lago), un paesaggio da film di fantascienza con torri di ghiaia e argilla, pinnacoli, rocce rosse. Noi scegliamo di girare la chiave delle TRK, e assaggiare i Sibillini seduti in sella percorrendo tutta la SP47 fino a Bolognola, poi la SP120 che passa per la Sella della Maddalena, infilando una bella serie di curve e tornanti fino a Piobbico e Stinco. Da qui riprendiamo la collezione di borghi da cartolina passando per Sarnano, San Ginesio e Urbisaglia, entrando in tutti i centri storici ma senza mai fermarci, sempre tenendo buono il gas. Non si capisce mai se questi “confettini” architettonici siano più belli da attraversare o da ammirare dalle colline circostanti, disegnate dall’agricoltura. Un pattern di girasoli, terra smossa, ulivi e praterie. Siamo curiosi e golosi, quindi ci informiamo e scegliamo di visitare due aziende agricole della zona. A Urbisaglia ci troviamo con Mattia, giovanissimo apicoltore, che da oltre 10 anni porta avanti da solo l’azienda San Giorgio, dove potete trovare mieli di castagno, millefiori e acacia. Visto all’opera, mentre apre qualche arnia, e armato con tutti gli strumenti del mestiere, è uno spettacolo da guardare.