Più potenza, più coppia, sella più comoda e imbottita: queste le principali novità per il 2024. Basta tirare due marce per accorgersi che qualcosa è davvero cambiato. Stessa fluidità ai bassi regimi, ma carattere che cambia decisamente dai 6.000 giri, con una spinta decisa che diventa poderosa a 8.000 fino al limitatore, posto a quota 10.000 giri. Con il minimo a 1.300 giri, è possibile scendere a soli 1.500 giri e la spinta è già fluida, poi si regolarizza dai 2.000 ed è piacevole farsi cullare dai 4.000 ai 6.000. Insomma, ce n’è per viaggiare, rilassarsi o tirare con il coltello tra i denti e, onestamente, quest’ultima era la sola pecca del vecchio Tiger 900, che si fermava a quota 95 CV (ora siamo a 108).
Migliora anche il comfort, con la sella più imbottita e alta (1 centimetro in più) che porta la seduta della GT Pro a 820-840 mm (regolabile su due altezze) e quella della Rally Pro a 860-880 mm, entrambe 10 mm più alte di prima. La linea della sella è quindi ora più lineare, piatta e questo ne migliora il comfort anche per la possibilità di spostarsi agevolmente con il corpo in senso longitudinale. Nella guida ritroviamo le GT e Rally che conosciamo, con un comportamento più reattivo e divertente nel misto stretto per le GT, forte della sua ruota anteriore da 19” e della forcella Marzocchi con 180m mm di escursione (170 mm per il mono posteriore a controllo elettronico). Più beccheggi per la Rally, che viaggia alta sulle sue Showa a lunga escursione (240/230 mm) e con quel 21” anteriore che rallenta i cambi di direzione, ma regala tanta rotondità e fluidità in ingresso curva. Più sportività per la GT Pro, più comfort e attitudini offroad per la Rally Pro. Le sconnessioni della strada su quest’ultima non si avvertono proprio, anche per via della taratura morbida dal mono e della grandissima scorrevolezza di entrambe le sospensioni. Semplicemente perfetto il cambio, rapidissimo negli innesti, con la corsa corta e un funzionamento impeccabile dell’elettronica anche in scalata. Vibrazioni poche fino a 6.000 giri (considerando che in sesta a 130 km/h siamo a circa 5.200 giri, non è male in ottica viaggi), mentre diventano più presenti e fastidiose a manubrio, pedane e in parte anche sella, dai 6.500-6.800, regime oltre il quale si viaggia quando si sta tirando nel misto guidato. In questa calda Malaga alle porte dell’inverno, con i suoi 26 °C, abbiamo potuto anche verificare il calore trasmesso dal tre cilindri inglese, che è inferiore rispetto a quello del vecchio 800 (con la 900, nel 2020 era stato fatto uno step importante), ma continua a sentirsi aria calda che investe le ginocchia e di certo sarà ancora più avvertibile in piena estate.