Abbiamo voluto capire come è fatto il propulsore della BMW G 450 X da enduro che vanta soluzioni costruttive fuori dal comune: perno del forcellone coassiale con il pignone, cioè con l’albero secondario del cambio, che si collega, tramite il montante del telaio, “direttamente” al cannotto di sterzo e albero motore che ruota in senso antiorario. Ecco i segreti del progetto.
Concetti nuovi
CONCETTI NUOVI La BMW è veramente la moto più puzzle che ci sia. Basta
guardarla per rendersene conto, come abbiamo detto a suo tempo, quel telaio
può ospitare solo quel motore e quel motore può andare ad equipaggiare
solo quel telaio. Bisogna riconoscere a BMW di essere riuscita, almeno
per quanto riguarda la serie (ma anche nelle competizioni, Dakar docet)
ad affermarsi con schemi fuori dal comune e di avere sistemi di sospensioni
diverse, come il Telelever e Duolever per la sospensione anteriore. La
Casa di Monaco ha dunque fatto una bandiera della sua diversità e lo stesso
è valso anche per il fuoristrada, con al G 450 X che corre nel Mondiale
Enduro (WEC), dove però, per la novità e l’originalità del progetto sconta
un po’ di gavetta, almeno prime gare della stagione 2009. BMW è molto
attiva per la ricerca e corre anche in Formula 1, dove i podi e le zone
punti sono un crescendo, ma, percorrendo strade alternative, raggiungere
da subito un elevato grado di competitività è quasi impensabile, come confermano
gli scarsi risultati ottenuti nel WEC. Insomma sulla G 450 X c’è ancora
molto lavoro da fare. I concetti sono tutti nuovi per una per una ciclistica
che si commenta da sé: perno del forcellone coassiale con il pignone, cioè
con l’albero secondario del cambio, che grazie ad una spiccata
triangolatura
si collega “direttamente” al cannotto di sterzo. Tuttavia
l’elemento
più interessante della moto è propulsore intorno a cui è stata disegnata
la ciclistica. Vediamo più nel dettaglio come è fatta la off-road racing
bavarese, partendo dal motore “a cuore aperto”.
Come nasce il progetto
COME NASCE IL PROGETTO La potenza per un motore da fuoristrada di 450
cc è sicuramente l’ultimo dei problemi di un progettista, tutto quello
che intercorre tra la camera di combustione e il pignone invece assume
la sua importanza anche in un progetto più tradizionale. Stiamo parlando
di ingombri, peso, erogazione della potenza e affidabilità. In questo caso
c’è comunque tutto e di più, quello che cambia è la disposizione dei vari
organi. In BMW, partendo dal foglio bianco, si sono posti come obiettivo
quello di scaricare a terra tutta la potenza, ricercando la massima trazione.
Un forcellone “lungo” sicuramente aiuta, ma poi bisogna rientrare
comunque
in valori accettabili di interasse per soddisfare la maneggevolezza. Spunta
così l’idea del perno forcellone coassiale con l’albero secondario
del
cambio, ma la trovata si scontra con gli ingombri della frizione che perciò
viene spostata sull’albero motore. Non è certo il primo esempio. Cruccio
di tutti i telaisti è il triangolo, struttura “indeformabile” che
assicura
rigidità. Di conseguenza si inclina molto il cilindro (circa 30°) così
si sfrutta anche il condotto di aspirazione rettilineo, costringendo la
cassa filtro nella zona che solitamente è del serbatoio, che, a sua volta,
finisce nella zona cassa filtro tradizionale.
Albero motore e cambio
ALBERO MOTORE E CAMBIO Lo spostamento del forcellone ha determinato
forma e disposizione del motore che andiamo ad analizzare. Per farlo partiamo
anche noi al contrario: anziché dalla termica, dal pignone. Nessuna
particolarità
nel cambio a cinque rapporti, se non, per l’appunto, nel perno forcellone
che passa attraverso l’albero secondario, su cui, di conseguenza, si trova
un o-ring alle due estremità per garantire la tenuta. Come detto, la frizione
è sull’albero motore e per farla restare a bagno d’olio il
lubrificante
è contenuto nella camera di manovella (notare le paratie di separazione
per creare un carter umido) e viene messo in circolazione da una pompa
di mandata e una di richiamo. Questa soluzione richiede di lubrificare
il cambio che non ruota immerso nell’olio; per questo troviamo un
irrigatore
a pioggia costituito da un tubo forato alimentato dalla pompa olio nella
parte superiore del carter tra i due alberi. Sempre per avere vantaggi
in termini di guida, si è scelto di far ruotare l’albero motore in senso
antiorario, modalità che ha richiesto un ingranaggio intermedio. Questo
ingranaggio presenta anche una particolarità, ossia il fissaggio tramite
una molla a tazza che assolve al compito di parastrappi. Comprensibile
la scelta della molla a tazza anche nella frizione, in luogo di quelle
tradizionali elicoidali, per i minori ingombri. Rispetto alle molle a spirale,
però, ha un innesco più on-off, riscontrato poi anche alla prova dinamica,
quando avremmo voluto una maggior modulabilità. Le cose, inoltre, si complicano
quando si sollecita il componente e aumentano le temperature. L’albero
motore ruota su cuscinetti a rullo, mentre la biella è su bronzine ed è
“assistito” dal contralbero per limitare le vibrazioni.
Termica
TERMICA il pistone ha due segmenti, uno di tenuta e uno raschia olio,
e ha un diametro di 98 mm, ossia spiccatamente corsa corta, il più superquadro
della categoria. I motivi possono trovare giustificazione sia nei minori
ingombri in altezza, sia in uno studio fluidoninamco che vedeva i vantaggi
nell’avere dimensioni maggiori a disposizione per i condotti di
aspirazione.
Molto spinto è il profilo delle camme di aspirazione, determinato dallo
studio fluidodinamico, che non è solo nella direzione delle prestazioni,
ma anche voluto per contenere le emissioni.
Iniezione
INIEZIONE L’alimentazione è affidata ad un sistema di iniezione
elettronica
della Keihin, con doppio corpo farfallato del diametro di 46 mm, la prima
azionata da noi tramite il comando gas e la seconda comandata elettricamente
con la centralina che attraverso la gestione delle mappe contribuisce ad
addolcire l’erogazione. Il sistema di iniezione con pompa benzina ha
bisogno
della batteria (non è battery less), quindi si è optato per eliminare la
leva di avviamento, mantenendo solo quello elettrico. Il motorino
d’avviamento
è posto nella parte anteriore sotto al cilindro. Naturalmente il raffreddamento
è a liquido, con pompa a girante che prende il moto meccanicamente.
La vera particolarità
LA VERA PARTICOLARITÀ Il risultato finale è un peso dichiarato
inferiore
ai 29 kg, quindi allineato alla concorrenza. Se vogliamo, la vera particolarità
di questo motore è il fatto di avere l’albero controrotante, il resto
è una diversa disposizione dei vari organi, conseguenza delle scelte
ciclistiche.
Come spesso accade, però, quando si parla di diversità entrano in gioco
sviluppo e messa a punto. Alla fine si cade sempre lì. Vogliamo scommettere
che non a caso sarà la frizione a subire, nel corso degli anni, svariate
modifiche, proprio perché è diversa da tutte le altre...
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