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I segreti della ciclistica della nuova Suzuki GSX-S1000GX

Come il motore, anche lo scheletro della GSX-S1000GX ha geni sportivi. Telaio e forcellone derivano da parti utilizzate sulla GSX-R1000; dedicato al modello è il telaietto posteriore. La novità tecnica più interessante è rappresentata dalle sospensioni: la GX è la prima Suzuki della storia equipaggiata con unità semiattive

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Come il motore, anche lo scheletro della Suzuki GSX-S1000GX ha geni sportivi. Telaio (in alluminio, a doppia trave; sfrutta il propulsore come elemento stressato) e forcellone (in alluminio, a doppia trave) derivano da parti utilizzate sulla GSX-R1000 K5 e sono stati adattati alla loro nuova destinazione d’uso. Dedicato al modello è il telaietto posteriore, in tubi di acciaio, a traliccio, che ha anche una funzione estetica. Inclinazione del cannotto di sterzo, avancorsa e interasse valgono, rispettivamente, 25,5°, 97 mm, 1.470 mm. La sella è a 845 mm dal suolo e l’altezza minima da terra della moto è di 155 mm.

La novità tecnica più interessante è rappresentata dalle sospensioni: la GX è la prima Suzuki della storia equipaggiata con unità semiattive. Sono Showa (forcella SFF-CA con steli di 43 mm e mono BFRC-Lite), garantiscono 150 mm di escursione a entrambe le ruote e hanno regolazione del precarico manuale (la forcella) ed elettronica (il “mono”). La taratura della frenatura idraulica è automatica e adattata in continuo sia alle sollecitazioni della strada sia alla guida (frenate, accelerazioni, pieghe, eccetera). Viene gestita dall’unità di controllo sulla base di svariati segnali: velocità delle ruote, escursione delle sospensioni (entrambe le unità hanno sensori integrati dedicati), misurazioni della piattaforma inerziale, apertura del gas, marcia inserita, regime motore, pressione negli impianti dei freni. Ci sono tre setting messi a punto da Suzuki (Soft, Medium, Hard) e un quarto può essere configurato dal pilota partendo da uno di quelli previsti dalla Casa e muovendosi nella direzione di una taratura più soft o più hard su una scala di sette step (da +3 a -3). La gestione automatica della taratura (che la Casa chiama Suzuki Road Adaptive Stabilization System) prevede anche funzionalità dedicate ai fondi sconnessi (Floating Ride Control) e alle frenate in discesa (Slope Dependent Control). La prima circostanza fa attivare una logica di funzionamento di tipo skyhook, che riduce ovvero il più possibile il beccheggio. La seconda fa in modo di evitare sollevamenti indesiderati del retrotreno.

Freni: davanti ci sono due dischi di 310 mm con pinze a quattro pistoncini monoblocco ad attacco radiale Brembo M4.32, dietro c’è un disco di 250 mm con pinza flottante Nissin a un pistoncino. L’ABS è di tipo cornering e il suo funzionamento include una logica (chiamata dalla Casa Motion Track Brake System) che evita quanto possibile il raddrizzamento della moto in caso di frenata di emergenza in piega. In caso di pinzata improvvisa a moto piegata, la potenza frenante viene modulata in modo da garantire la massima decelerazione possibile e il mantenimento della traiettoria. I cerchi in alluminio misurano 17” e le gomme di primo equipaggiamento sono Dunlop Roadsport 2 in misura 120/70 e 190/50. Il serbatoio ha 19 litri di capacità e il peso in ordine di marcia è di 232 kg.

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Suzuki GSX-S1000GX 2024

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