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Prova BSA Gold Star: monocilidrica 650 per patente A2

Mahindra fa risorgere il Marchio BSA con la Gold Star, una divertente monocilindrica 650 facile e ben rifinita. Erogazione e frenata molto dolci e sella bassa, ne fanno l’ideale per neofiti o motociclisti di ritorno. Anche il prezzo è interessante. Ecco la nostra prova con pregi, difetti, info e caratteristiche

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Pensare che la sua antenata era una delle moto più veloci del mondo, oggi, fa sorridere, perché la prima BSA dell’era indiana (è stata riportata in vita da Mahindra) è una tranquilla e rassicurante monociclindrica da patente A2 e 45 CV. Si chiama Gold Star, perché nel 1937 sull’ovale di Brooklands una Empire Star raggiunse le 100 miglia all’ora di media sul giro, guadagnandosi una medaglia d’oro. Da qui, il nuovo nome che campeggerà sul serbatoio fino al 1963. Oggi, tuttavia, Gold Star non è solo un badge sul serbatoio di un’anonima moto moderna: la “Goldie” ha carattere e personalità. La posizione in sella – molto bassa (780 mm) ma non scomoda per i più alti – è rilassata, con il busto eretto, le braccia distese e le ginocchia non troppo piegate. Il quadro ha due strumenti circolari e un piccolo display con il livello della benzina e altre informazioni. I caratteri di quest’ultimo sono minuscoli e in movimento difficili da leggere, a meno di non avere un occhio di falco. Che diventa inutile al sole: i riflessi lo rendono illeggibile. Le uniche concessioni all’elettronica sono l’iniezione e l’ABS, ma ci sono ben tre prese: USB e mini USB in plancia (in uno scatolotto di plastica un po’ fuori contesto) e una 12V vicino alla sella.

Il suo mono 650 di origine Rotax (quello della BMW F 650) pulsa e vibra, pur senza essere mai sgradevole. Il tono di voce è sommesso (l’Euro 5…), ma piacevole e inconfondibilmente mono. L’erogazione è lineare e consistente da 1.500 fino a 6.000 giri. La componentistica è di qualità: i freni sono Brembo e i pneumatici Pirelli Phantom. Il freno anteriore ha un attacco molto dolce, da neofiti, per poi acquisire consistenza nella seconda parte della corsa. Il cambio ha innesti precisi ed è ben spaziato: non fa rimpiangere l’assenza di una sesta marcia. La frizione è morbida e mai faticosa, a cercare il pelo nell’uovo stacca appena bruscamente, ma in pochi chilometri ci si fa l’abitudine.

La situazione ideale per la Gold Star è andare a passeggio senza forzare. Alzando il ritmo aumentano le vibrazioni (mai eccessive) e l’anteriore da 18” richiede di forzare un minimo nell’inserimento in curva. La forcella è priva di regolazioni e soffre un po’ le strade più rovinate, così come la coppia di ammortizzatori posteriori. Il peso (BSA dichiara 213 kg in ordine di marcia), non si percepisce neppure a basse velocità e la Gold Star si muove senza problemi anche nel traffico, complice un buon angolo di sterzo, tanto da poter essere un’alternativa a uno scooter durante la settimana e una divertente compagna per le uscite del week end.

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BSA Gold Star 650 2022

Come detto, un tempo BSA era famosa per il suo potente monocilindrico. E questo è esattamente il tipo di motore che equipaggia la nuova Gold Star 2022. Il nuovo modello, infatti, è spinto da un motore monocilindrico di 650 cc, con distribuzione a doppio albero a camme in testa, 4 valvole e raffreddamento a liquido. Il cambio è a 5 marce. Il propulsore è in grado di erogare una potenza massima di 45 CV a 6.000 giri/min., con un picco di coppia di 55 Nm a 4.000 giri/min. Grazie a questi numeri la Gold Star 650 si inserisce perfettamente tra le moto guidabili con patente A2 e le sue prestazioni non sono lontane da quelle della sua principale concorrente: la Royal Enfield Continental GT 650 (47,6 CV a 7.100 giri/min. e 52 Nm a 4.000 giri/min.).

Sulla nuova Gold Star il monocilindrico dal disegno classico è inserito in un telaio tubolare in acciaio a doppia culla, abbinato ad un forcellone dello stesso materiale. Troviamo poi forcella con steli da 41 mm e doppio ammortizzatore posteriore, regolabile nel precarico su 5 livelli. L’impianto frenante, Brembo, si avvale di un disco singolo anteriore di 320 mm, con pinza a due pistoncini, e disco posteriore di 255 mm, con pinza ad un pistoncino. I cerchi sono a raggi (36), da 18” ant. e 17” post., e montano pneumatici Pirelli Phantom Sportcomp da 100/90 e 150/70. Il serbatoio è da 12 litri, la sella si trova a 780 mm dal suolo, 213 i kg di peso della moto (in o.d.m.).

La strumentazione è composta da due strumenti classici, tondi, analogici, coadiuvati da un piccolo display LCD posto al centro di essi. Il grosso faro tondo anteriore è di tipo classico, il faro posteriore a LED.

I prezzi vanno dai 7.500 euro f.c. della versione base agli 8.000 della Chrome.

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