Caro direttore, ho quarant'anni sonati e vado in moto da più di venti, vivendo questo mezzo con passione, considerandolo una colonna portante del mio stile di vita e un formidabile antistress. Scrivo per la prima volta alla nostra amata rivista per esprimere un pensiero. Ho letto
l'intervista a Davide Zanolini, direttore marketing e comunicazione del Gruppo Piaggio. Parlando dell'approccio dei giovanissimi al mondo-moto, Zanolini fa rilevare come oggi essi ne siano in progressivo allontanamento per la ragione che può riassumersi nella seguente equazione: moto = disconnessione (dai social ovviamente!). Soluzione dell'equazione: andiamogli appresso senza troppe domande e forniamo a tutti loro e al miglior prezzo di mercato lo scooter multimediale con al posto del cruscotto una piattaforma smartphone! Figata! Tuttavia, ferme restando le sacrosante ragioni di bilancio che hanno suggerito tale condotta, non ci si pone il problema che la distrazione alla guida di un veicolo può causare gravi danni a sé e agli altri, specialmente fra una popolazione di giovani generalmente più "inesperti" alla guida di un mezzo a due ruote? Parafraserò la mia conclusione facendo mia una celebre battuta di un noto film di Sergio Leone: "...
quando si guida si guida, non si parla!..." (
si tratta di “Il buono, il brutto, il cattivo”, 1966, dove però si trattava di sparare… ndr)
Vito Prando – Vercelli