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Moto Guzzi, la nostra visita al museo e alla fabbrica

In occasione del meeting di Assolombarda, organizzazione che riunisce i principali partner del settore automotive, abbiamo visitato il quartier generale di Moto Guzzi. La Casa di Mandello del Lario ha ospitato l'evento e ci ha aperto le porte di fabbrica e museo
1/32 Moto Guzzi - Mandello de Lario
In occasione dell'incontro organizzato dalla Filiera Automotive di Assolombarda, abbiamo avuto la possibilità di visitare il quartier generale di Moto Guzzi. La Filiera Automotive è un network interno all’associazione pensato per facilitare il networking e gli incontri di business tra imprese associate operanti nel settore: una vera e propria “fabbrica di business”, un luogo in cui vengono elaborati progetti, idee, occasioni, proposte di business, che interessino di volta in volta sempre più imprese. Ad oggi sono 150 le imprese iscritte alla Filiera, ma il numero è in continua crescita, poiché sono oltre 500 le imprese di Milano, Monza e Brianza e Lodi che operano in campo automobilistico e motociclistico.

La Casa di Mandello del Lario ha messo a disposizione i propri spazi per ospitare 30 aziende del settore automotive. Durante la giornata era presente l'Ing. Mariotti, che dopo aver presentato Moto Guzzi ci ha accompagnati nella visita alla fabbrica, alle linee di produzione e al Museo Moto Guzzi. Prima di mostrarvi le foto scattate durante l'evento e raccontarvi la storia della Casa dell’aquila, vogliamo riportare una parte del discorso fatto da Mariotti, che ha descritto in modo preciso ciò che rappresenta l'azienda per il territorio:

"Qui in Moto Guzzi il turn-over è prossimo allo 'zero virgola'...chi lavora qui è da sempre molto legato al marchio. Qui lavorano, secondo i periodi produttivi, da 120 a 150 persone, e quasi tutti hanno avuto un genitore o un parente che ha lavorato prima di lui per Moto Guzzi. A Mandello, il brand lo abbiamo tatuato simbolicamente ovunque: è una questione di orgoglio e di appartenenza. Produciamo moto di grande valore ed estremamente emozionali. Tutto, in Moto Guzzi ruota intorno alla passione".

A conferma delle parole dell'Ing. Mariotti, durante la visita al Museo Moto Guzzi siamo stati accompagnati da un "ex" in pensione. Cliccate qui per vedere le foto più belle, di seguito la storia della Casa di Mandello del Lario.

Un pò di storia...

Moto Guzzi nasce grazie alla passione di Carlo Guzzi, che nel 1919, nell’officina del fabbro di Mandello Giorgio Ripamonti e con l’aiuto economico di Giorgio Parodi, costruisce il modello GP. La "Guzzi-Parodi" dà il via al sogno e nel 1921 nasce la Società Anonima Moto Guzzi. Trascorsi gli anni della guerra, il mercato della motocicletta appare profondamente mutato e le due ruote diventano determinanti nella mobilità degli italiani. Moto Guzzi presenta il Guzzino 65 cc, poi il Cardellino, che sarà per circa un decennio la motoleggera più venduta in Italia e in Europa, con oltre 215 mila unità uscite dalle linee produttive.

Negli anni Cinquanta, il successo del Guzzino incentiva la produzione di altri modelli di piccola clindrata: dal Galletto, originale incrocio fra scooter e motocicletta, allo Zigolo 98 cc, alla Lodola 175 cc, l'ultimo progetto firmato da Carlo Guzzi nel 1956. Nelle grandi cilindrate, nel 1950, compare il Falcone 500, la moto che ha rappresentato l'oggetto del desiderio per molti motociclisti di quegli anni. Nel 1949 si svolge la prima edizione dei Campionati mondiali di motociclismo e Bruno Ruffo su Moto Guzzi si aggiudica il Titolo di Campione del Mondo nella classe 250. Anche in questo caso, Moto Guzzi, grazie agli studi effettuati nella galleria del vento costruita nel 1950 (cliccate qui per vedere le immagini nella gallery), apre la strada a innovazioni tecniche determinanti: è la prima Casa produttrice al mondo a montare nel 1953 la carenatura integrale moderna sulle moto.

Nella squadra corse lavorano, accanto a Carlo Guzzi, tecnici del calibro di Umberto Todaro, Enrico Cantoni e un progettista divenuto leggendario: l'Ing. Giulio Cesare Carcano. Il livello tecnico raggiunto a Mandello si manifesta interamente nel 1955, quando scende in pista al Gran Premio del Belgio la Moto Guzzi 500 Otto Cilindri, considerata da molti una fra le più grandi due ruote di sempre, con il frazionamento della cilindrata più alto che sia mai stato realizzato. Il ritiro dalle competizioni, deciso di comune accordo dai produttori italiani nel 1957, impedirà lo sviluppo di questa moto nata dalle idee di Carcano.

Moto Guzzi abbandona l'impegno sportivo dopo aver conquistato 3.329 vittorie, 11 Tourist Trophy (Omobono Tenni, a cui è dedicata una statua nel Museo, fu il primo italiano su moto italiana a trionfare sull'Isola di Mann) e 14 Titoli Mondiali. Il decennio seguente porta importanti novità per la Casa di Mandello del Lario. Alla metà degli anni Sessanta Moto Guzzi è cresciuta notevolmente, fino a impiegare 1600 persone estendendosi su una superficie di 24 mila metri quadrati con una capillare rete di distribuzione in Italia e all'estero. Tuttavia, proprio in quel periodo, la grave crisi generale del settore motociclistico, in particolare nell'Italia del boom economico, causa una fortissima contrazione delle vendite.

Moto Guzzi, orfana prima da alcuni anni dei fondatori (Carlo Guzzi scompare nel 1964) viene rilevata nel 1966 dalla SEIMM (Società Esercizio Industrie Moto Meccaniche) controllata dalla IMI. L'azienda punta sulla motorizzazione leggera con i ciclomotori Dingo e Trotter, e sullo sviluppo di un nuovo motore bicilindrico a V di 90° progettato da Carcano, che diventerà il simbolo della Casa dell'aquila. La Guzzi V7 è la prima moto a montare il bicilindrico a V nel 1967, ma è nel 1971 che appare la V7 Sport, una moto che ottiene un ottimo successo. Per il mercato americano sono allestite le versioni Special, California e Ambassador. Nel 1973 Moto Guzzi entra nel gruppo De Tomaso e dopo alcuni progetti poco soddisfacenti riconcentra la produzione all'interno intorno allo sviluppo del motore bicilindrico a V, sempre apprezzato dai guzzisti, che ne riconoscono il carattere distintivo della Casa di Madello.

Nel 1977, telaio e motore tipo Sport, vengono adattati a cilindrate più piccole nelle Moto Guzzi V35 e V50, due modelli da cui si sviluppa la gamma degli anni Ottanta. Conclusasi verso la metà degli anni Novanta l'era De Tomaso, Moto Guzzi. dopo un periodo di gestione Finprogetti, passa sotto al controllo del gruppo TRG. Tuttavia, la carenza di nuovi progetti, accompagnata all'evoluzione del mercato motociclistico, allontana costantemente il glorioso marchio dai fasti del passato.

Con le moto degli anni Novanta, in particolare la Daytona, la Centauro e la California, Moto Guzzi cerca di concentrarsi sulla produzione di moto di alta cilindrata. Entrando a far parte del Gruppo Piaggio, fra i leader europei nel settore dei veicoli a due ruote, Moto Guzzi riacquista un ruolo da protagonista e torna a conciliare tecnologia e passione. Oggi, le Moto Guzzi vengono progettate interamente a Noale, in casa Aprilia, ma a Mandello del Lario, nella sede storica, continua il lavoro di assemblaggio, controllo e verifica che permette alla Casa dell'aquila di far uscire dalla propria linea produttiva numerosi esemplari ogni anno.
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