Le CRT sono davvero il futuro per un campionato supercompetitivo come la top class del Motomondiale?
“Beh, quest’anno direi che sono quantomeno un toccasana per la categoria: senza di loro i piloti al via sarebbero soltanto dodici. Queste moto non sono solo più accessibili economicamente, ma soprattutto limitano le possibilità di intervento su motore e ciclistica. È questa la strada da seguire”.
Non crede che questa, invece, debba essere la prerogativa della Superbike? Così si rischia che la CRT cannibalizzi la SBK e che la Stock diventi la SBK del futuro…
“Non è affatto così. Innanzitutto la CRT ha un potenziale decisamente superiore a una Superbike. E poi la Stock deve rimanere un campionato, per così dire, di contorno. Senza di lei e senza la Supersport il Mondiale SBK perderebbe gran parte del suo interesse. Sarebbe un po’ come togliere il contorno della Moto2 e della Moto3 alla MotoGP: un vero autogol”.
I più maliziosi dicono che Aprilia “sponsorizzi” la CRT perché può farne un business, un po’ come accadeva con le moto clienti in 250.
“La duemmezzo per noi non è mai stata un business, anche nei periodi d’oro, e sarà lo stesso per la CRT. Aprilia investe sulle corse per acquisire informazioni da trasferire sul prodotto di serie e anche per la sua immagine, non certo per fare cassa. Non è nel nostro spirito”.
La CRTsarà anche il futuro, ma di certo i tempi sul giro per ora rivelano solo qualche difficoltà…
“La CRT è una moto che viene sviluppata da piloti e team privati, non abbiamo un’esperienza diretta e non possiamo mettere sopra quelle moto un nostro pilota di riferimento, quindi ho pochi dati per giudicare. Credo però di non sbagliarmi se dico che la differenza tra i top team della MotoGP e le CRT sia per la metà ascrivibile alla differenza di manico tra piloti, mica tutta alle prestazioni della moto”.
A noi risulta che le gomme siano il più grande scoglio
“E’ noto a tutti che Bridgestone e Pirelli hanno una filosofia opposta: prestazioni esasperate per il Costruttore giapponese, approccio più stradale per il Marchio italiano. La differenza è che diventa molto più complesso trovare una messa a punto giusta per far rendere al meglio le Bridgestone. Guardate quanto lavoro hanno dovuto fare Ducati e Rossi quest’anno”.
Non può essere la mancanza di esperienza sia con le gomme Bridgestone sia con la categoria MotoGP a penalizzarvi un po’ nella realizzazione e nella messa a punto della moto?
“Chi ha fatto e sa fare moto vincenti, continua a farle in ogni categoria”.