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Francia: no alle revisioni biennali

In barba alla direttiva europea, vittoria per i motociclisti francesi che vedono l'abrogazione dell'obbligo dei controlli tecnici che sarebbero dovuti entrare in vigore a ottobre. In alternativa, i "cugini" stanno comunque adoperandosi per aumentare la sicurezza degli utenti a due ruote

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Tagliando dei 30.000 km: ne abbiamo approfittato per aggiornare la mappa della centralina di accensione-iniezione

Finalmente è deciso: dopo un tira e molla che dura da 10 anni e che aveva preso una simil decisione ad aprile, in Francia è stato abrogato il decreto che prevedeva dal 2023 l’obbligatorietà della revisione biennale per le due ruote (tra le immagini della 'galleria' trovate anche il pdf della sentenza).

È avvenuto il 25 luglio scorso e, come a volte capita, i cugini d’oltralpe prendono una direzione opposta a quella richiesta - o imposta? - dalla Unione Europea, che dal 2014 chiede l’obbligatorietà delle revisioni biennali a tutti i veicoli a due e tre ruote, ed anche i quadricicli. O, in alternativa ai controlli tecnici, predisporre misure che accrescano la sicurezza stradale degli utenti.

Quindi, a differenza di quello che accade in Italia, in Francia la revisione non sarà obbligatoria. A questa delegittimazione ufficiale si aggiunge poi quella tecnica del Consiglio di Stato francese che ha reso noto come il decreto del 9 agosto 2021 con cui il Governo imponeva l’obbligatorietà della revisione per moto e scooter a due-tre-quattro ruote, non sia valido per un vizio di forma: come previsto dalla direttiva Europea del 2014, i controlli tecnici sarebbero dovuti partire dal 1 gennaio 2022, data non rispettata perché posticipata a ottobre 2022, quindi fuori tempo massimo.

Al di là della precisazione tecnica del Consiglio di Stato francese, quel che resta è che, per ora, in Francia non vi è alcun obbligo di controlli tecnici. Una vittoria ottenuta grazie anche alla mobilitazione della FFMC (Federazione Francese Motociclisti Colere - arrabbiati) appoggiata dalla FFM (Federazione Francese Motociclisti), che hanno supportato la protesta presentando i dati relativi agli ultimi 10 anni sugli incidenti stradali che evidenziano un calo di quelli in cui sono coinvolte le due ruote. Come a dire che il controllo tecnico imposto non porta con sé una maggiore sicurezza stradale.

A proposito di questa, il governo francese sta vagliando comunque una serie di proposte per accrescere invece la sicurezza stradale degli utenti insieme alla riduzione delle emissioni inquinanti (atmosferici e acustici) da proporre all’Unione Europea in alternativa alle revisioni, proprio come previsto dalla direttiva comunitaria.

Qui di seguito alcuni punti proposti, alcuni dei quali già in essere

  • Bonus di conversione (fino a 6.000 euro senza condizioni di reddito) per l'acquisto di un due ruote elettrico (incluso il retrofitting dei motocicli termici) o molto poco inquinante
  • Installazione dal 2022 di radar per il controllo delle emissioni sonore e sanzioni per tubi di scarico non omologati e/o manomessi
  • Migliore comunicazione sulla sicurezza delle due ruote, in particolare in termini di equipaggiamento (qui l’articolo sulle dotazioni obbligatorie nei diversi Stati europei; in Francia sono obbligatori i guanti omologati, oltre al casco, giusto per fare un esempio)
  • Includere le problematiche relative alle ruote 2 e 3 nei Piani di azione dipartimentali per la sicurezza stradale
  • Adeguamento della patente B integrando il tema della sicurezza delle due ruote, parallelamente all'inserimento nelle patenti A1 e A2 di un punto specifico sulla manutenzione dei veicoli, la guida ecologica e l'emissione del rumore
  • Rafforzamento della protezione degli utenti grazie alla segnalazione degli angoli ciechi sui mezzi pesanti.
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