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BMW SBK 2014: “saremo avvantaggiati dalla formula Evo”

Ormai manca davvero poco alla gara di apertura del Mondiale Superbike in Australia. Dopo i test in Spagna, ecco cosa vede Andrea Buzzoni, del team BMW Motorrad Italia, per il mondiale che sta per cominciare

Bmw sbk 2014: “saremo avvantaggiati dalla formula evo”

Come potete vedere dal Calendario 2014 della Superbike, oramai ci siamo. La pausa invernale è finita e i primi appuntamenti in pista ci hanno già regalato sorprese, con Alex Lowes e la Suzuki a fare da capofila nei test, contro qualsiasi previsione (tranne quella del team manager Paul Denning). Ad occupare le posizioni che contano sono ancora le “full SBK” ma nel 2014, lo sapete, un argomento che andrà per la maggiore sarà quello della categoria Evo, una classe dalle caratteristiche che dal 2015 saranno obbligatorie per tutti. In un precedente articolo abbiamo sentito l’opinione sulla evo del team manager di Althea Racing, Genesio Bevilacqua (cliccate qui) e oggi aggiunge qualcosa anche Andrea Buzzoni, team manager BMW Motorrad Italia. L'unica squadra rimasta col Marchio dell'elica dopo l’abbandono del team Factory non si è comportata male ai test di metà gennaio, con Sylvain Barrier (campione 2013 Stock 1000 proprio con BMW) in grado di lasciarsi alle spalle più di una moto “full SBK” e la Kawasaki Evo di Guarnoni. Un inizio incoraggiante, che poggia su capisaldi ben precisi e guarda a obbiettivi realistici, come dice Buzzoni nell’intervista a cura di Worldsbk.com (quella rilasciata a Federico Aliverti a Eicma la trovate invece qui).

 

In cosa consiste questo nuovo progetto? Che obiettivi avete?

Come BMW Italia portiamo avanti un pilota che è con noi dal 2011 e con cui abbiamo vinto tanto ed al quale siamo legati. È un progetto di qualità, piccolo e compatto e basato su due pilastri: uno è il pilota e l’altro è la squadra, che raduna le eccellenze a livello di risorse umane che BMW Italia in questi quattro anni ha coltivato e portato avanti. Mi riferisco in particolare al Direttore Tecnico e Sportivo, ovvero Dino Acocella, di provenienza STK ma dal 2011 in avanti impegnato quasi esclusivamente nell’ambito Superbike, quindi la figura ideale per gestire al meglio questa nuova avventura nella classe EVO. Ci sarà inoltre Rossano Innocenti come Crew Chief, il quale in sette anni di impegno nella Coppa FIM Superstock 1000 ha vinto ben sei titoli, tre con Ducati e tre con BMW Italia.

 

Questo progetto vede inoltre il ritorno di BMW Italia alla sua configurazione originale, pur mantenendo uno stretto contatto con Monaco di Baviera, che ci utilizza come fonte di informazioni tecniche che dalla pista possono essere riversate sui prodotti futuri di tipo sportivo. In pianta stabile nel team ci sarà uno dei ragazzi di Berti Hauser, che dal 2014 è il direttore tecnico del settore Motorsport di BMW Motorrad. L’obiettivo è quello di vincere il titolo EVO, anche se sappiamo che gli avversari saranno molti, praticamente almeno la metà della griglia SBK.

 

Quanto si concilia la formula EVO con questa nuova avventura?

Sotto il profilo tecnico credo che saremo avvantaggiati dalla formula EVO perché abbiamo un prodotto che eccelle. La classe EVO permette dei grandi risparmi sotto l’aspetto del R&D (ricerca e sviluppo) di motore ed elettronica, che notoriamente è legato a doppio filo con la casa madre. Non esiste a mio avviso una struttura racing privata in grado, con gli attuali regolamenti Superbike, di sviluppare motore ed elettronica a livello dei team ufficiali, per una questione di mezzi, competenze ed investimenti.

 

La EVO rende quindi più agevole un progetto imperniato su pilota, moto derivata dalla serie e squadra. Da un punto di vista delle performance, come visto nella due giorni di test di Portimão  , a livello di motore ed elettronica si possono fare degli affinamenti, ma non ci sono delle praterie di miglioramenti in questi due aspetti, mentre sarà cruciale il lavoro sulla ciclistica per tirare fuori il potenziale dalla moto e portare le sue prestazioni ad avvicinarsi a quelle Superbike. In uscita di curva le Superbike restano inavvicinabili, mentre in percorrenza siamo lì.

 

Sylvain è un pilota che si è dimostrato già molto veloce, ma come lo vede riguardo alle partenze di gara, forse il suo tallone d’Achille, e sulla maggiore distanza di gara rispetto alla STK?

Sulle partenze ho visto piloti ben peggiori (ride, ndr), nel senso che non è sicuramente il suo punto forte, però diciamo che nel 50% dei casi Sylvain la partenza la azzecca. Sicuramente è un punto sul quale bisogna lavorare. Sul fronte della maggiore lunghezza della corsa e delle due gare in un giorno solo, direi che sono molto fiducioso, perché Sylvain da un punto di vista fisico ha sempre fatto dei programmi di allenamento da pilota Superbike, soprattutto da due anni a questa parte. È inoltre seguito da James (Toseland), quindi sono tranquillo.

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