Il viaggio
Matera e Cirigliano distano poche decine di chilometri, eppure sembrano
proiettate verso destini opposti. La prima, balzata agli onori delle cronache
grazie a "La passione di Cristo", il film di Mel Gibson, sta
conoscendo una rinascita. Anche i suoi "Sassi", le tipiche abitazioni
della zona, hanno visto i prezzi lievitare. La seconda, invece, rischia
l'estinzione. Gli abitanti rimasti sono 300.
Strana la vita. Ieri erano dei tuguri malsani che Carlo Levi definì “una
vergogna nazionale”. Oggi, invece, sono pagati fino a 2.000 euro al metro
quadro e l’Unesco li ha dichiarati patrimonio
dell’umanità.
Sono i “Sassi” di Matera: le antiche abitazioni scavate
nelle rocce
di calcarenite, fino al 1968 abitate da pastori che vivevano coi loro
animali; adesso animate da artisti, musicisti e giovani alternativi.
Poi, da quando Mel Gibson ha ambientato qui il suo ultimo film, La
Passione
di Cristo, si vedono anche i turisti americani. Sono pure spuntati
alberghi, Bed & Breakfast e non mancano tour organizzati per la città.
Dormire sui Sassi
La stanza dell’albergo a tre stelle dove ha dormito Mel Gibson (410 euro
a notte) viene scartata subito.
La soluzione migliore è stare appena fuori dalla città vecchia. Così,
parcheggiata
la moto ci si può inoltrare a piedi tra i rioni Caveoso e
Barisano:
un groviglio di case, vicoli e chiese dal caratteristico colore bianco
della pietra del luogo, che contrasta notevolmente con la recente urbanizzazione
grigia di Matera città, capoluogo di una provincia di appena 60.000 abitanti.
Dentro i Sassi
I Sassi stupiscono ancora di più dall’interno, quando ci si accorge che
il fuori è solo una piccola parte della loro superficie.
Una volta varcato l’uscio, abitazioni, negozi e ristoranti proseguono
verticalmente, scavati con diversi livelli verso il basso. Ed è una
sorpresa entrare in un ristorantino, come quello in cui andremo a mangiare,
credendo che sia piccolissimo e scoprendo, invece, che è composto da tre
piani; oppure, ammirare le numerose chiese rupestri di Matera accedendo
da una porticina e notando che sono composte da diverse navate, che conservano
ancora affreschi del XII secolo in stile bizantino. Peccato per
le scritte e le incisioni incivili che col tempo hanno danneggiato questi
capolavori.
Lo spettacolo offerto dal sole riflesso sul bianco delle costruzioni è
impagabile.
L’emozione si ripete quando lo sguardo spazia sulla gravina, sulle grotte
naturali e verso la vallata sottostante, con quel canyon scavato
dall’acqua
chissà quanti milioni di anni fa.
Cucina buonissima e città fantasma
Si lascia Matera tra i campi di grano che costeggiano la strada statale
7, che si percorre fino a Irsina, tra un asfalto danneggiato e diverse
buche. Meno male che il paesaggio è all’altezza delle aspettative e il
viaggio prosegue tra il fresco dei boschi, costeggiando, in un continuo
saliscendi, i monti che ricoprono gran parte di questa bellissima regione,
turisticamente poco battuta ma molto attraente.
Belle anche le strade provinciali e statali dell’interno, come la SP 209
e la SS 277: percorsi costellati da piccoli paesini tutti arroccati
su un cucuzzolo, ognuno munito di un belvedere. Come quello di Ferrandina
dove ci si riposa scrutando l’orizzonte e pensando alla cena...
Antipasti
di funghi, pomodorini, peperoni, formaggi e salumi.
Però, non basta la passione - neppure quella per gli strascinati al ragù
- a trattenere i più giovani a Cirigliano, il più piccolo paese del
materanese, ultima tappa del viaggio. Il paese è immerso nel bosco
della Piana di S. Pietro, dove sgorga la sorgente “acqua furr”.
Nel Medioevo risultava tra i beni di appartenenza del monastero di
Montescaglioso,
di cui restano solo ruderi. Intatto, invece, nel centro antico, il palazzo
baronale, che sfoggia una grande torre ellittica, forse unica in Italia.
Più volte ristrutturata, infine, l’adiacente cappella
dell’Addolorata,
in cui, fra l’altro, si trova la piccola cappella della “Madonna
della
Grotta” (in onore di questa ogni anno a ferragosto si svolge una bella
fiaccolata), scolpita a mano in un grande masso, pare da un brigante pentito.
Peccato che stia sparendo Cirigliano. Sulla carta sono 500 gli abitanti.
Ma in realtà sono meno di 300.
Il comune è stato inserito dall’Unione Nazionale delle Pro Loco
d’Italia
nel progetto “Aperto per ferie”, l’iniziativa che mira a
valorizzare
40 borghi italiani a rischio estinzione.
Chi vuole passarci, o pernottare, troverà fresco, buona cucina e un ambiente
ideale per rilassarsi.