Tecnicamente sì, le due moto sono affini, con motore identico e ciclistica condivisa in buona parte. Il bicilindrico a V di 90°, bandiera della produzione lariana, è uno “small block”, fa parte dunque della famiglia dei motori “piccoli” di Mandello, e ha discendenza stretta con quello che equipaggia la entry level
V7 II, benché condivida solo il 10% dei componenti, localizzati principalmente nella zona del basamento e del cambio. Tutto il resto è nuovo e riprogettato. Se fuori vediamo teste e cilindri dalle forme meno squadrate, dentro c’è una termodinamica completamente nuova, con misure vitali che definiscono una cilindrata di 853 cc. Frizione monodisco a secco e cambio ricevono migliorie, la prima per risultare più morbida e dosabile, il secondo per definire una spaziatura più adeguata ad un utilizzo anche turistico, con la sesta marcia più lunga. E poi c’è tutta l’elettronica che, se da un lato contribuisce a contenere le emissioni per rientrare nella normativa Euro 4, dall’altra lavora per rendere più piacevole e sicura l’esperienza di guida, con controllo di trazione settabile su due livelli di intervento (oppure escludibile), ABS, Moto Guzzi Multimedia Platform (che collega la centralina della moto allo smartphone per tenere sotto controllo tutti i parametri, dall’erogazione della potenza all’inclinazione in curva: in fondo all’articolo tutti i dettagli). I dati dichiarati parlano di una coppia piatta e pronta sin dai più bassi regimi, con un picco di 62 Nm a 3.000 giri/min. e di una potenza massima di 55 CV a 6.250 giri/min (
qui la scheda tecnica).