In occasione del test della
Brutale 1000 Serie Oro (cliccate qui per sapere come va) abbiamo visitato l’azienda e parlato con Adrian Morton, Design Director di MV Agusta. Ecco come ha risposto alle nostre domande.
Da dove è partito a disegnarla?
“Concettualmente doveva riflettere il motore che è potentissimo, inusuale per una naked. Quando ho iniziato a lavorare in MV Agusta / CRC nel 1995 la mia prima moto è stata proprio la Brutale e alcuni elementi del design originale sono rimasti”.
Quali?
“Per primo il faro, che ha influenzato il mondo delle naked: un’ellisse inclinata copiata da tanti. Poi il volume centrale molto importante. Prima di arrivare in MV sono stato due anni a Londra a studiare, lì c’erano un sacco di streetfighter su base GSX-R1100 con codini corti. Mi hanno influenzato, mi piace molto il codino corto”.
Perché la scelta dei quattro scarichi singoli bene in vista?
“È una scelta legata alla volontà di rappresentare visivamente la potenza del motore. È uno degli elementi che abbiamo scelto per portare qualcosa di nuovo. L'altro è il codino aperto. L'idea era che quando la vedi al semaforo dovesse sembrare tutto fuorché una 125!”.
Le prestazioni in gioco sono impressionanti. Ha avuto vincoli più forti del solito dall’ufficio tecnico?
“Diciamo che questo progetto è stato più complesso del solito. Ad esempio, il coperchio del carter è stato richiesto dagli ingegneri con certe caratteristiche, ma siamo riusciti farne un elemento di stile che richiama la meccanica. Un motore deve essere sempre un motore”.
Quanto c'è di moda e quanto di funzione nelle ali?
“Le cover del radiatore in alluminio sono prima di tutto un elemento distintivo di ogni Brutale. Qui sono diventate un elemento funzionale. Parliamo di una nuda da 300 km/h. 6 o 7 anni fa una moto così sarebbe stata troppo, oggi però questi elementi sono stati sdoganati perché si vedono ogni weekend sulle MotoGP”.