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12 September 2008

Turismo: Liguria – Le fortificazioni medioevali dei Del Carretto nelle valli del finalese (SAVONA)

Il finalese ha una storia quasi millenaria, di cui sono testimonianza le fortificazioni dei Marchesi Del Carretto (XII secolo). Si parte da Castel Govone e si raggiungono Calizzano, Bardineto, Castelvecchio di Rocca Barbena e Zuccarello, i borghi fondati dai Del Carretto, dove si possono ammirare i castelli costruiti dal casato. Si arriva in Val Neva, dove si trovano tracce el Paleolitico.

Castel Govone




CASTEL GOVONE
Un anfiteatro di falesie antico venti milioni di anni, grotte che conservano reperti del Paleolitico, ponti romani che indicano il tracciato dell’antica via Julia Augusta, ruderi di imponenti fortezze e torri a guardia della minaccia barbaresca. Intorno ulivi e macchia mediterranea, boschi, spiagge sabbiose e promontori a picco sul mare. Al centro, il Borgo, che di questo territorio è il cuore fin dal Medioevo, quando i marchesi Del Carretto ne alzarono le mura e gli costruirono a protezione la sontuosa reggia-fortezza di Castel Govone. Siamo nel Finalese, Liguria, Riviera di Ponente, storia e tradizioni antichissime, meta balneare e paradiso dell’outdoor. Parte da qui il nostro viaggio sulle tracce di Ilaria, la più celebre dei Del Carretto, nobile e antica famiglia che ha lasciato segni del proprio dominio dalla Liguria di Ponente al Piemonte. Il loro centro di potere fu Finalborgo, fondata dal casato nel XII secolo: da qui governarono quanto restava dell’antica Marca Aleramica, resistendo al potere genovese, forti dei propri diritti feudali. Del castello resta la Torre dei Diamanti, con il bugnato delle sue 1.280 pietre scolpite a mano a sussurrarci di giostre e tornei, matrimoni principeschi e sontuosi banchetti, interminabili assedi e battaglie cruente.

Colli del Melogno e del Giove






COLLI DEL MELOGNO E DEL GIOVE
Dopo focaccia e caffè al Bar Centrale, davanti a Porta Testa, ci mettiamo in strada sulla SP490 per salire al Colle del Melogno, cercando altre mura e altri castelli. La provinciale che da Finale Ligure raggiunge Bagnasco attraverso i colli del Melogno e dei Giovetti, è una classica via di comunicazione tra la costa e il Piemonte, perfetta per chi voglia evitare il traffico dell’A6 Torino-Savona. Il panorama si fa sempre più ampio fino ad aprirsi dal monte Carmo al mare, ormai in vista delle fortificazioni ottocentesche a protezione del passo. L’entroterra savonese è una delle zone più boscose della Penisola e il colle è circondato da spettacolari faggete percorse da strade sinuose che confluiscono a questo crocevia. Tra le più piacevoli quelle verso la Valbormida che raggiungono Altare, Carcare e Millesimo.

Calizzano e Bardinetto





CALIZZANO E BARDINETO
Tenendo invece la direttrice principale raggiungiamo Calizzano, dove troviamo nuovi segni del dominio dei Del Carretto: nel cuore del paese, il campanile era una torre delle mura che proteggevano il castello di Enrico II, distrutto dai Francesi nel 1794. Per raggiungere Bardineto, anch’esso fondato da Enrico II alla fine del XII secolo, risaliamo l’alta valle della Bormida di Millesimo, fino ai ruderi imponenti del curioso  bastione poligonale con ben 16 lati. Come Calizzano, Bardineto è meta di turisti golosi, soprattutto in autunno, quando diventa la capitale dei funghi, grazie ad un’animatissima fiera che vanta una lunga tradizione.

Castelvecchio in Val Neva






CASTELVECCHIO IN VAL NEVA
 Saliamo al Colle Scravaion per entrare nella Val Neva, ormai in vista dello sperone roccioso di Castelvecchio di Rocca Barbena. Castelvecchio domina la valle: fortezza per necessità e conformazione che, per i tratti architettonici mediterranei, si vorrebbe fondata da genti della costa in fuga dalle incursioni saracene. Fortificazione bizantina, poi castello eretto dai Clavesana, tenuto dai Del Carretto, conteso tra Genova e i Savoia, assediato dalle truppe austro-piemontesi e occupato da quelle napoleoniche, la rocca e il borgo sono tutt’uno, sembrano difendersi a vicenda, come se il disordine dei vicoli strettissimi e la mole compatta delle case proteggessero il versante più facile all’accesso. La sua è una storia recente di abbandono e faticosa rinascita: isolato lassù, a guardia di valichi non più contesi, fu lasciato dagli abitanti negli anni Cinquanta ed è tornato alla vita grazie ai molti, italiani e stranieri, che se ne sono innamorati e hanno comprato e ristrutturato le vecchie case di pietra e il castello dalle pareti di roccia.

Zuccarello





ZUCCARELLO
Pochi chilometri più a valle si trova Zuccarello, srotolato lungo il torrente, che mantiene intatta la struttura urbanistica medievale. Con il caratteristico andamento sinuoso, scandito dall’alternarsi delle colonne, dei pilastri e degli archi di altezze differenti, la via maestra porticata rimanda direttamente alle vicende della fondazione del borgo, edificato a seguito dell’accordo firmato il 4 aprile 1248 tra i marchesi di Clavesana e gli abitanti della valle. I marchesi pretesero che le mura e le case fossero costruite entro il Natale dell’anno successivo, impegnandosi in cambio a difendere il nuovo insediamento di fondovalle, che diveniva un punto di passaggio obbligato sulla strada verso il Piemonte. È un peccato che sotto le volte non siano rimaste che pochissime botteghe e che il centro si animi solo d’estate, quando le rievocazioni storiche coinvolgono tutto il paese e richiamano migliaia di turisti.

Il Sentiero d'Ilaria





IL SENTIERO D’ILARIA
I due borghi meritano una sosta più lunga e soprattutto una bella passeggiata lungo il sentiero dedicato a Ilaria Del Carretto. È la mulattiera che collega Zuccarello e Castelvecchio, rimasta in uso per oltre seicento anni, fino all’apertura della carrozzabile, all’inizio dell’Ottocento. Tra i due castelli dei marchesi Del Carretto nacque e visse fino all’adolescenza la più famosa della famiglia. Mandata in Toscana come giovanissima sposa, Ilaria morì dopo pochi anni e il marito Paolo Guinigi, signore della città toscana, fece creare da Jacopo della Quercia il celebre sarcofago che ancora possiamo ammirare nel duomo di Lucca. Dopo aver esplorato i vicoli di Castelvecchio, stretti tra possenti case di pietra, cercando le forme cilindriche dei forni che sporgono dai muri, gli stipiti di tufo, le finestre incorniciate, raggiungiamo la borgata Fontana e poi la chiesetta campestre di San Giuseppe percorrendo via Roma, oltre la parrocchiale di N.S. Assunta. Scendiamo fino alla collina, alla cui sommità s’innalzano i suggestivi ma pericolanti ruderi del castello di Zuccarello. Dall’alto è evidente la struttura lineare del borgo, steso tra il fianco della collina e il torrente Neva e chiuso dalle mura che dal forte scendevano fino al fiume, disegnando una sorta di triangolo. Ancora oggi l’antico ponte a schiena d’asino è l’unica via d’accesso al nucleo fortificato dal lato del torrente.Zuccarello si trova sulla SP 582 del Colle San Bernardo, altra classica direttrice verso il Piemonte che collega Albenga a Garessio.

Varatella, valle paleolitica






VARATELLA, VALLE PALEOLITICA
Noi invece risaliamo a Castelvecchio per proseguire verso Balestrino, di nuovo in vista della costa. Il paese moderno è costituito da alcuni nuclei sparsi, ma il centro storico, ormai abbandonato, si stringe a cerchi concentrici intorno alla mole massiccia del castello dove risedevano i Del Carretto di Balestrino, ramo della famiglia nato nel Cinquecento. Ancora pochi chilometri per visitare Toirano e il suo cuore medievale, raccolto intorno alla parrocchiale di San Martino e alla via centrale, su cui si apre anche il Museo Etnografico della Val Varatella, allestito nelle scuderie del Palazzo Del Carretto. Le impronte umane e le ossa animali ritrovate nella spettacolare grotta della Bàsura raccontano di come la zona fosse abitata fin dal Paleolitico, quando i cacciatori inseguivano fino in questi antri gli orsi che vi avevano cercato un rifugio sicuro per il letargo. Per visitare il complesso rupestre seguiamo per un breve tratto la SP60, che poi prosegue affacciata sulla costa e sui contrafforti calcarei della vallata, fino a raggiungere nuovamente Bardineto. Noi, invece, ci rimettiamo in strada, in direzione Boissano, per raggiungere finalmente il mare a Loano.
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