Turismo: Liguria – Le fortificazioni medioevali dei Del Carretto nelle valli del finalese (SAVONA)
Castel Govone
CASTEL GOVONE Un anfiteatro di falesie antico venti milioni di anni,
grotte che conservano reperti del Paleolitico, ponti romani che indicano
il tracciato dell’antica via Julia Augusta, ruderi di imponenti fortezze
e torri a guardia della minaccia barbaresca. Intorno ulivi e macchia
mediterranea,
boschi, spiagge sabbiose e promontori a picco sul mare. Al centro, il Borgo,
che di questo territorio è il cuore fin dal Medioevo, quando i marchesi
Del Carretto ne alzarono le mura e gli costruirono a protezione la sontuosa
reggia-fortezza di Castel Govone. Siamo nel Finalese, Liguria, Riviera
di Ponente, storia e tradizioni antichissime, meta balneare e paradiso
dell’outdoor. Parte da qui il nostro viaggio sulle tracce di Ilaria, la
più celebre dei Del Carretto, nobile e antica famiglia che ha lasciato
segni del proprio dominio dalla Liguria di Ponente al Piemonte. Il loro
centro di potere fu Finalborgo, fondata dal casato nel XII secolo: da qui
governarono quanto restava dell’antica Marca Aleramica, resistendo al
potere genovese, forti dei propri diritti feudali. Del castello resta la
Torre dei Diamanti, con il bugnato delle sue 1.280 pietre scolpite a mano
a sussurrarci di giostre e tornei, matrimoni principeschi e sontuosi banchetti,
interminabili assedi e battaglie cruente.
Colli del Melogno e del Giove
COLLI DEL MELOGNO E DEL GIOVE Dopo focaccia e caffè al Bar Centrale,
davanti a Porta Testa, ci mettiamo in strada sulla SP490 per salire al
Colle del Melogno, cercando altre mura e altri castelli. La provinciale
che da Finale Ligure raggiunge Bagnasco attraverso i colli del Melogno
e dei Giovetti, è una classica via di comunicazione tra la costa e il Piemonte,
perfetta per chi voglia evitare il traffico dell’A6 Torino-Savona. Il
panorama si fa sempre più ampio fino ad aprirsi dal monte Carmo al mare,
ormai in vista delle fortificazioni ottocentesche a protezione del passo.
L’entroterra savonese è una delle zone più boscose della Penisola e il
colle è circondato da spettacolari faggete percorse da strade sinuose che
confluiscono a questo crocevia. Tra le più piacevoli quelle verso la Valbormida
che raggiungono Altare, Carcare e Millesimo.
Calizzano e Bardinetto
CALIZZANO E BARDINETO Tenendo invece la direttrice principale
raggiungiamo
Calizzano, dove troviamo nuovi segni del dominio dei Del Carretto: nel
cuore del paese, il campanile era una torre delle mura che proteggevano
il castello di Enrico II, distrutto dai Francesi nel 1794. Per raggiungere
Bardineto, anch’esso fondato da Enrico II alla fine del XII secolo,
risaliamo
l’alta valle della Bormida di Millesimo, fino ai ruderi imponenti del
curioso bastione poligonale con ben 16 lati. Come Calizzano, Bardineto
è meta di turisti golosi, soprattutto in autunno, quando diventa la capitale
dei funghi, grazie ad un’animatissima fiera che vanta una lunga
tradizione.
Castelvecchio in Val Neva
CASTELVECCHIO IN VAL NEVA Saliamo al Colle Scravaion per entrare
nella Val Neva, ormai in vista dello sperone roccioso di Castelvecchio
di Rocca Barbena. Castelvecchio domina la valle: fortezza per necessità
e conformazione che, per i tratti architettonici mediterranei, si vorrebbe
fondata da genti della costa in fuga dalle incursioni saracene. Fortificazione
bizantina, poi castello eretto dai Clavesana, tenuto dai Del Carretto,
conteso tra Genova e i Savoia, assediato dalle truppe austro-piemontesi
e occupato da quelle napoleoniche, la rocca e il borgo sono tutt’uno,
sembrano difendersi a vicenda, come se il disordine dei vicoli strettissimi
e la mole compatta delle case proteggessero il versante più facile
all’accesso.
La sua è una storia recente di abbandono e faticosa rinascita: isolato
lassù, a guardia di valichi non più contesi, fu lasciato dagli abitanti
negli anni Cinquanta ed è tornato alla vita grazie ai molti, italiani e
stranieri, che se ne sono innamorati e hanno comprato e ristrutturato le
vecchie case di pietra e il castello dalle pareti di roccia.
Zuccarello
ZUCCARELLO Pochi chilometri più a valle si trova Zuccarello, srotolato
lungo il torrente, che mantiene intatta la struttura urbanistica medievale.
Con il caratteristico andamento sinuoso, scandito dall’alternarsi delle
colonne, dei pilastri e degli archi di altezze differenti, la via maestra
porticata rimanda direttamente alle vicende della fondazione del borgo,
edificato a seguito dell’accordo firmato il 4 aprile 1248 tra i marchesi
di Clavesana e gli abitanti della valle. I marchesi pretesero che le mura
e le case fossero costruite entro il Natale dell’anno successivo,
impegnandosi
in cambio a difendere il nuovo insediamento di fondovalle, che diveniva
un punto di passaggio obbligato sulla strada verso il Piemonte. È un peccato
che sotto le volte non siano rimaste che pochissime botteghe e che il centro
si animi solo d’estate, quando le rievocazioni storiche coinvolgono tutto
il paese e richiamano migliaia di turisti.
Il Sentiero d'Ilaria
IL SENTIERO D’ILARIA I due borghi meritano una sosta più lunga e
soprattutto
una bella passeggiata lungo il sentiero dedicato a Ilaria Del Carretto.
È la mulattiera che collega Zuccarello e Castelvecchio, rimasta in uso
per oltre seicento anni, fino all’apertura della carrozzabile,
all’inizio
dell’Ottocento. Tra i due castelli dei marchesi Del Carretto nacque e
visse fino all’adolescenza la più famosa della famiglia. Mandata in
Toscana
come giovanissima sposa, Ilaria morì dopo pochi anni e il marito Paolo
Guinigi, signore della città toscana, fece creare da Jacopo della Quercia
il celebre sarcofago che ancora possiamo ammirare nel duomo di Lucca. Dopo
aver esplorato i vicoli di Castelvecchio, stretti tra possenti case di
pietra, cercando le forme cilindriche dei forni che sporgono dai muri,
gli stipiti di tufo, le finestre incorniciate, raggiungiamo la borgata
Fontana e poi la chiesetta campestre di San Giuseppe percorrendo via Roma,
oltre la parrocchiale di N.S. Assunta. Scendiamo fino alla collina, alla
cui sommità s’innalzano i suggestivi ma pericolanti ruderi del castello
di Zuccarello. Dall’alto è evidente la struttura lineare del borgo, steso
tra il fianco della collina e il torrente Neva e chiuso dalle mura che
dal forte scendevano fino al fiume, disegnando una sorta di triangolo.
Ancora oggi l’antico ponte a schiena d’asino è l’unica via
d’accesso
al nucleo fortificato dal lato del torrente.Zuccarello si trova sulla SP
582 del Colle San Bernardo, altra classica direttrice verso il Piemonte
che collega Albenga a Garessio.
Varatella, valle paleolitica
VARATELLA, VALLE PALEOLITICA Noi invece risaliamo a Castelvecchio per
proseguire verso Balestrino, di nuovo in vista della costa. Il paese moderno
è costituito da alcuni nuclei sparsi, ma il centro storico, ormai abbandonato,
si stringe a cerchi concentrici intorno alla mole massiccia del castello
dove risedevano i Del Carretto di Balestrino, ramo della famiglia nato
nel Cinquecento. Ancora pochi chilometri per visitare Toirano e il suo
cuore medievale, raccolto intorno alla parrocchiale di San Martino e alla
via centrale, su cui si apre anche il Museo Etnografico della Val Varatella,
allestito nelle scuderie del Palazzo Del Carretto. Le impronte umane e
le ossa animali ritrovate nella spettacolare grotta della Bàsura raccontano
di come la zona fosse abitata fin dal Paleolitico, quando i cacciatori
inseguivano fino in questi antri gli orsi che vi avevano cercato un rifugio
sicuro per il letargo. Per visitare il complesso rupestre seguiamo per
un breve tratto la SP60, che poi prosegue affacciata sulla costa e sui
contrafforti calcarei della vallata, fino a raggiungere nuovamente Bardineto.
Noi, invece, ci rimettiamo in strada, in direzione Boissano, per raggiungere
finalmente il mare a Loano.