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Test Ducati Hyperstrada: è una piccola Multistrada

La nuova Ducati, che abbiamo testato a Bagno Vignoni (Siena), è confortevole, ha un’ottima ciclistica e un eccellente motore vestiti con un abito bello, sportivo e di taglio sartoriale. Se solo avesse un po’ più di luce a terra…

Test ducati hyperstrada: è una piccola multistrada

La nuova Ducati non è affatto una Hypermotard imborghesita nell’abito e ingentilita nel carattere. È piuttosto una Multistrada informato ridotto (cliccate qui per la descrizione dettagliata delle caratteristiche della Hypestrada). O comunque offre esattamente tutto quello che noi ci saremmo aspettati da un’ipotetica mini-Multistrada (che, giusto per fare chiarezza, non verrà prodotta almeno fino al 2018). Cliccate qui per la gallery del nostro test.

 

IL SEGRETO DEGLI 11°

Il nuovo Testastretta di 821 cc è la conferma che gli ingegneri Ducati hanno individuato negli 11° gradi (angolo tra le valvole) il compromesso perfetto. Ne derivano motori pastosi in basso quanto un vecchio 2 valvole ad aria e vigorosi in alto come possono essere solo i 4 valvole ad acqua. Non a caso la Hyperstrada accetta senza alcun sussulto la piena apertura del gas in sesta marcia fin da 2.000 giri e supera di slancio i 10.000 giri, scontrandosi solo poche centinaia di giri più tardi contro il limitatore. Diciamo che ha un arco di utilizzo di oltre 8.000 giri dove spinge sempre con forza e linearità straordinarie per un bicilindrico di questa cubatura. Peccato che i tanti pregi del Testastretta in alcuni casi diventino quasi difetti, su una Ducati: il tasso di vibrazioni molto basso e la tonalità di scarico/aspirazione molto civile spersonalizzano un po’ il motore, anche se restituiscono un comfort di marcia, a partire da quello acustico

 

MEGLIO LA TOURING DELLA SPORT

Ride-by-Wire e controllo di trazione sono eccezionalmente progressivi nella loro azione e le tre mappe della moto (Sport, Touring, Urban) si lasciano apprezzare in ogni specifica condizione d’uso. Dovessimo sceglierne una soltanto? Certamente la Touring: offre le stesse prestazioni della Sport, una risposta all’acceleratore un po’ meno “secca” e alza l’asticella della sicurezza rendendo il controllo di trazione e l’ABS più “collaborativi” col pilota. Senza però essere troppo invasivi neppure con una condotta di guida sportiva. Le pulsazioni alla leva del freno anteriore si avvertono più facilmente ma non sono mai fastidiose, e il controllo di trazione è talmente dolce nell’intervento che non sembra neppure attivo.

 

IN PIEGA L’UNICO LIMITE È LA LUCE A TERRA

Il carattere sportivo della Hyperstrada si riconosce anche nelle qualità della ciclistica, particolarmente efficace in fatto di stabilità sul veloce e maneggevolezza nello stretto. Sono ottime anche le sospensioni, scorrevoli ma ben sostenute, e l’impianto frenante, potente e modulabile nonostante la primissima parte di corsa della leva (regolabile, a differenza di quella della frizione) produca un decelerazione minore delle aspettative. Anche in percorrenza di curva la moto è precisa e sincera, a patto però di non forzare il ritmo come con la sorella Hypermotard. In questo caso emerge il limite di una luce a terra decisamente minore: occorre tenere la punta dei piedi sulle pedane per non strisciare lo stivale a terra ed è facile che anche il cavalletto centrale entri in contatto con l’asfalto, in particolare quando si incontra un avvallamento. Buona parte della responsabilità ce l’ha il monoammortizzatore che, in configurazione standard, si comprime molto quando incontra una sconnessione dell’asfalto. Precaricandolo, la situazione migliore molto, ma ci riserviamo di provare la moto in coppia e a pieno carico per verificare se e quanto la ridotta luce a terra è diventata un effettivo limite. Intanto godetevi il test anteprima, che su Motocicloismo di giugno troverete corredato di interviste esclusive e maggior i approfondimenti (anche qui su Motociclismo.it abbiamo in serbo qualche sorpresa, state connessi).

 

DUCATI HYPERSTRADA SU MOTOCICLISMO.IT

 

RIPASSIAMO LA DUCATI HYPERMOTARD

 

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