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Suzuki Burgman vs Yamaha X-Max. Quale scelgo?

Gli scooter 400 sono un'alternativa al tram per accedere al centro città, ma anche al treno per i pendolari o addirittura all'auto per le vacanze. Più comodo e basso di sella il Suzuki, più preciso, capiente e hi-tech lo Yamaha. Equivalenti le prestazioni
1/23 La strumentazione del Suzuki Burgman 400
Gli scooter 400 sono “la porta d'ingresso” dei maxscooter, destinati a un’utenza esigente che non solo percorre quotidianamente strade a scorrimento veloce, ma occasionalmente affronta lunghi tratti e ha bisogno di veicoli confortevoli, protettivi e in grado di mantenere a lungo la massima velocità consentita senza risentirne. Non dimenticando la capacità di carico, il comfort del passeggero e l’agilità nel traffico urbano. Cliccate qui per vedere tutte le foto del nostro test e dei dettagli relativi ai due modelli (vano sotto alla sella, strumentazione, sella, ecc).
IDENTIKIT YAMAHA X-MAX 400 SUZUKI BURGMAN 400
Cilindrata 395 cc 400 cc
Potenza massima* 26,921 CV 26,51 CV
Accelerazione 0-400 m* 16,283 s 16,303 s
Velocità massima* 144,3 km/h 137,2 km/h
Peso a vuoto* 198,4 kg 206,4 kg
Prezzo indicativo 7.040 euro c.i.m. 8.149 euro c.i.m.
*Dati rilevati dal nostro Centro Prove

Prezzi di listino "chiavi in mano", ottenuti aggiungendo al prezzo di listino "franco concessionario" le spese per la messa in strada, che Motociclismo quantifica in 250 euro.

Sovrapponibili? Solo in apparenza

Suzuki Burgman e Yamaha X-Max, entrambi presentati lo scorso agosto, rappresentano al momento il meglio disponibile della categoria. Analizzando esclusivamente i dati rilevati sembrerebbero sovrapponibili, basti pensare che la differenza nei valori di potenza massima si discosta di meno di mezzo CV e l’altezza delle selle varia tra l’uno e l’altro di 21 mm. In realtà hanno caratteri e caratteristiche ben distinti e potrebbero soddisfare utenti differenti. Il Burgman cambia, ma meno di quanto appare: è vero che la sua linea è maggiormente sportiva rispetto al modello precedente, un vero e proprio granturismo, ma comodità e accessibilità restano i suoi punti più forti: la sella è confortevole e accogliente, stretta in punta per consentire un facile appoggio dei piedi a terra (aiutati in questo dagli ampi svasi nella pedana). Inoltre, lo schienalino del guidatore può scorrere su tre posizioni (quella delle foto è la più arretrata). L’ammortizzatore posteriore progressivo, disposto orizzontalmente, ne fa uno degli scooter più confortevoli sul mercato e in città risulta piacevolmente agile.

Tante regolazioni, ma non alle leve

Dal canto suo l’X-Max risponde con una sella più sostenuta e più vicina al manubrio, una posizione di guida quindi più “sportiva”, ma anche una sella (poco) più alta, ma molto più larga e con svasi nelle pedane appena accennati: risultato, per chi non è piuttosto alto, fare manovra su un asfalto sporco diventa un’operazione ansiogena. In compenso, al momento dell’acquisto è possibile farsi personalizzare l’inclinazione del manubrio. Manca però la possibilità di regolare la distanza delle leve dei freni (regolazione assente anche sul Burgman, peraltro). Lo spazio destinato ai piedi è maggiore sullo scooter di Hamamatsu, in quanto sul rivale di Iwata c’è uno “scalino” tra le pedane inferiori e quelle poste sul retroscudo che limita i movimenti dei piedi. Un’altra differenza a nostro avviso importante tra i due scooter è la “quantità” di elettronica presente: il Burgman si limita all’iniezione a all’obbligatorio ABS, mentre l’X-Max dispone dell’utile controllo di trazione disinseribile (se si percorrono strade bianche in leggera salita il TC taglia continuamente il gas risultando fastidioso), dell’avviamento keyless (cioè la chiave resta comodamente in tasca senza la necessità di cercarla sotto strati e strati di abbigliamento, soprattutto in inverno) e degli esteticamente appaganti fari full LED. Comunque, anche l’impianto d’illuminazione tradizionale dello scooter Suzuki funziona molto bene.

Stessa potenza, ma l'X-Max allunga

Accendiamo gli scooter e si parte: le potenze sono simili, 29,98 CV per Suzuki e 30,43 per Yamaha (dati rilevati dal nostro centro prove), ed entrambi gli scooter offrono un buono spunto e una frizione dall’attacco morbido, utile soprattutto per slalomare nel traffico delle nostre città. Sul Burgman la coppia è concentrata ai medi, mentre sull’X-Max è disponibile anche più in alto; ciò permette quindi allo scooter Yamaha di distanziare il rivale solo negli allunghi extraurbani. Per quanto riguarda le sospensioni, la forcella del Suzuki ha un setting più morbido di quella Yamaha, che risulta complessivamente più rigido. Entrambi gli scooter assorbono bene avvallamenti e pavé, ma il monoammortizzatore progressivo orizzontale del Burgman digerisce senza problemi anche le buche più profonde, cosa che i doppi ammortizzatori posteriori dell’XMax non sono in grado di fare altrettanto bene. Su tutti e due gli scooter la frenata è molto efficace, ma è leggermente più modulabile quella del Burgman; sull’X-Max abbiamo inoltre rilevato uno strano comportamento dell’ABS al posteriore, che tende a lasciar bloccare la ruota per un breve tratto prima di entra re in funzione.
Uscendo dalla città e lanciandoci tra le curve dell’hinterland è emersa un'ottima agilità del Burgman, più leggero da far scendere in piega rispetto all’X-Max. Per quanto riguarda dunque il comfort di marcia, la maneggevolezza in città e nelle brevi gite fuoriporta il Burgman 400 è risultato superiore al rivale, ma… allontanandoci maggiormente dai centri urbani le cose cambiano. Ci lanciamo in tangenziale e subito notiamo che il riparo aerodinamico offerto dall’X-Max è maggiore, complice il suo cupolino regolabile (su due posizioni ±50 mm, con l’utilizzo di una chiave a brugola); qui l’aria arriva solo sulla parte alta del casco del pilota, a differenza del Burgman dove rimangono scoperte testa e spalle. Alle alte velocità poi, lo scooter Yamaha offre una maggior stabilità e si lancia nei curvoni autostradali in tutta sicurezza, senza nessuna esitazione, merito probabilmente della sua doppia piastra di sterzo anteriore. Inoltre, il motore dello scooter di Iwata, a 130 km/h viaggia più “rilassato” di quello del rivale, che invece è quasi alla sua velocità massima (137 km/h). L'X-Max, infatti, raggiunge i 144 km/h e a 130 km/h "frulla" a 6.400 giri al minuto, contro i 7.600 dell'avversario. Anche i consumi rilevati mantengono il dualismo che ha caratterizzato l'intera prova: in città consuma meno Suzuki, con 20,2 km/l, mentre Yamaha si "ferma" a 19,4. Fuori città, prevalentemente in autostrada, è l'X-Max a prevalere, con 25,6 km/l contro i 24,3 dell'avversario.

Passeggero: in città Suzuki, fuori Yamaha

Chiudiamo con il capitolo “passeggero”: Suzuki offre al trasportato una sella più ampia, con la parte finale inclinata verso l’alto che non lo obbliga a tenersi agli ampi maniglioni laterali nelle ripartenze; viaggiando in coppia, però, a velocità autostradali si creano delle fastidiose turbolenze. Anche la sella passeggero di Yamaha è comoda, ma non è contenitiva come quella del rivale. Così chi viaggia dietro è obbligato a sorreggersi ai maniglioni nelle ripartenze e deve inoltre tenere le gambe larghe, per via degli spigoli pronunciati della carena; del tutto assenti in questo caso le turbolenze alle alte velocità. In sostanza, pur essendo entrambi prodotti premium, Suzuki sembra leggermente più orientato a un utilizzo urbano e sulle statali, mentre Yamaha ha una sot tile predilezione per l’autostrada e il misto veloce. Se ne avessimo la possibilità, quello che ci piacerebbe sarebbe realizzare uno “Yamuki” con l’avantreno dell’X-Max e la sospensione posteriore del Burgman, capacità di carico del primo e sella del secondo. E ancora, motore con doppia mappatura: di base quella Suzuki e come opzione "autostradale" quella Yamaha, scooter dal quale preleveremmo anche l’elettronica (traction control disinseribile e smart key), mentre i freni proverrebbero dal Burgman. Insomma, una comparativa senza vincitori? Sì, a meno che la vostra discriminante non sia il prezzo: lo scooter di Hamamatsu costa oltre il 15% in più rispetto a quello di Iwata. E accessori, ricambi e manutenzione seguono lo stesso trend.
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