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Adventure Sports, la vera Africa Twin è tornata

Honda CRF1000L Africa Twin Adventure Sports 2018: abbiamo messo alla prova la nuova versione della maxienduro di Tokyo. Ecco le prime impressioni di guida su strada
1/16 In sella alla nuova Honda Africa Twin Adventure Sports
La Adventure Sports nasce sulla base della Africa Twin 2018, che porta in dote diverse interessanti novità. Le principali sono il nuovo comando del gas Throttle by wire TBW, i 4 riding mode (Tour, Urban, Gravel e User), i 7 livelli di traction control (prima erano 3), la nuova strumentazione, le pedane più larghe, il nuovo airbox con condotti più lunghi di 20 mm, il contralbero alleggerito e i terminale di scarico a due camere (e non tre) con minor volume, quindi più piccolo, leggero e libero. Sulla Africa Twin 2018 esistono poi, già omologati a libretto, degli pneumatici tassellati. Per lei, stessi CV (95) e due chili in meno di peso rispetto al modello base, grazie anche alla batteria al litio che da sola pesa 2,3 kg in meno della precedente.

Per tutte le informazioni sulla nuova Honda Africa Twin 2018 vi rimandiamo al nostro articolo di presentazione, ora è arrivato il momento di salire in sella: ecco le prime impressioni di guida da Malaga.

Cliccate qui per leggere il nostro test in off-road.
1/7 Sul frontale della Africa Twin Adventure Sports risaltano i nuovi fari e il serbatoio maggiorato

Come va

Abbiamo provato la nuova Adventure Sports sulle bellissime strade tra Granada e Almeria. Il serbatoio passa dai 18,8 litri della standard a ben 24,2 litri, il plexiglas è rialzato di 80 mm, le sospensioni sono rialzate di 20 mm e così anche la luce a terra cresce di pari passo fino al notevole valore di 270 mm. Come optional, per tutte le Africa Twin 2018 con cambio manuale, esiste ora il quickshift up/down, che abbiamo provato e che funziona davvero molto bene. Fianchetti più estesi, riser del manubrio più alti per una posizione dello stesso rialzata di 37,5 mm e arretrata di 6,5 mm, sella dal profilo piatto e posta ora ad un’altezza di 920 mm, ben 50 mm in più di quella dell’Africa standard. E’ comunque possibile regolarla senza attrezzi e rapidamente 20 mm più in basso, creando così un piccolo scalino con la sella del passeggero. La Adventure Sports ha poi, di serie, le manopole riscaldate, il paracoppa in alluminio molto esteso e i tubolari in acciaio per proteggere cupolino e serbatoio. Bellissimo, infine, il telaio verniciato di bianco come la RD03, la prima “Africa” 650 e i colori che riprendono proprio quelli dell’antenata, 30 anni dopo.
Per ora abbiamo affrontato il primo test, su strada, domani saremo in offroad con pneumatici tassellati. Abbiamo provato sia la versione con cambio manuale che quella con DCT, una con le Bridgestone e una con le Dunlop, i due pneumatici di primo equipaggiamento. Rispetto ai pneumatici Dunlop con cui veniva dotata la precedente Africa, questi hanno ora una maggior percentuale di silice nella mescola e questo dovrebbe migliorarne il comportamento su asfalto bagnato. Il nostro test è stato fatto su strade asciutte a temperature dai 2 ai 18 °C…. questa è l’escursione tra entroterra e mare in Spagna in questa stagione! Iniziamo con il dire che la Adventure Sports è davvero alta di sella, ma non irraggiungibile. Chi scrive è alto 1 metro e 80 e toccava a terra bene, senza mai alcun problema. Esiste comunque una sella ribassata di 30 mm e un’altra di 60 mm, come optional, ma a quel punto si perde il profilo piatto della stessa. Fantastico il sound che regala il nuovo terminale, da solo fa venire un gran sorriso dentro il casco ad ogni apertura di gas. La risposta del motore ai regimi medio bassi è un’altra bella sorpresa, perché è più pronta, reattiva. Non siamo ai livelli adrenalinici di una KTM Adventure, ma quello che davvero è cambiato è il mood generale: l’Africa si è lavata la faccia e poi si è presentata più spettinata e ignorante, ma sempre capace di usare le buone maniere quando serve.
Questa versione dell’Africa Twin ha più anima e sinceramente era proprio quello che ci voleva! La Adventure Sports ha inoltre un'altra freccia al suo arco: le sospensioni sono eccezionali per scorrevolezza e taratura. L’asfalto che abbiamo incontrato aveva un tratto molto sconnesso e la sensazione era quella di avere dei cuscini d’aria tra noi e le ruote, con la sella più imbottita che non fa che migliorare ulteriormente il comfort. Grazie a una taratura tendenzialmente rigida delle sospensioni i trasferimenti di carico non sono così evidenti come ci saremmo aspettati da una moto con queste escursioni. Ovvio che se ti attacchi al freno anteriore il muso si accuccia molto, ma guidando anche in modo sportivo e fluido l’equilibrio generale è notevolissimo. Tra il cerchio anteriore da 21”, il peso leggermente superiore all’Africa standard e il baricentro che, giocoforza, si è alzato di un po’ (+ 20 mm la moto e + 50 mm la seduta del pilota) i cambi di direzione non possono essere fulminei. Occorre adottare una guida attiva, in stile più enduristico, per godere del suo grandissimo feeling. È una guida da vera maxienduro, lontana da quella delle crossover a cui ci stiamo abituando in questi ultimi anni. La vera Africa è tornata. Evviva.
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