Statistiche web

Prove al banco, la ciclistica influisce?

La differenza di CV tra la potenza all’albero e quella alla ruota è dovuta alla non equilibrata ciclistica della moto stessa, oppure ci sono altri fattori da prendere in considerazione? Ecco la risposta

1/6

1 di 2

Caro direttore, le scrivo per chiarire una voce riguardante le prove al banco e cioè “la potenza massima all’albero e la potenza massima alla ruota”. Noto che su alcune moto la differenza è di pochi CV, in altre invece, sale fino a quasi 20, anche tra le moto più costose.

Vorrei cortesemente sapere se tanta differenza è dovuta alla non equilibrata ciclistica della moto stessa (secondo la mia modesta logica), oppure ci sono altri fattori da prendere in considerazione?

Nicola Citaroni - Recanati (MC)

Caro Nicola, il nostro Centro Prove misura la potenza alla ruota con il banco accelerativo Dynojet 250i, che fornisce il valore trasmesso allo pneumatico, e da questo dato si risale al valore all’albero applicando un coefficiente che tiene conto delle perdite dovute alla catena cinematica, che va dall’albero motore alla ruota. Tale coefficiente è calcolato considerando il rendimento (la perdita per attriti) di ogni singolo ingranaggio e della trasmissione finale, che può essere a catena, a cinghia o ad albero.

Facciamo un esempio classico: si parte dall’albero motore, si passa poi alla primaria a denti dritti (rendimento 0,98), al rapporto del cambio a denti dritti (0,98), e infine alla trasmissione a catena (0,95). Il rendimento globale è: 0,98 x 0,98 x 0,95 = 0,912. Quindi, se all’albero motore ci sono 100 CV, alla ruota ne troviamo 91,2 CV (100 x 0,912), con una “perdita”, di 8,8 CV.

Per motori con meccaniche di diversa architettura, o con diversa trasmissione finale, i coefficienti possono variare, sebbene con valori non molto distanti, e la potenza alla ruota può quindi essere leggermente diversa, ma le considerazioni sulla ciclistica (e sul prezzo) della moto non entrano nel calcolo, di natura puramente meccanica. I coefficienti utilizzati per i vari calcoli, infine, sono definiti dalla direttiva europea 95/1/CE.

© RIPRODUZIONE RISERVATA