Ricerca e Sviluppo
RICERCA E SVILUPPO La Aprilia SXV 550 è una moto unica nel suo
genere, nata da un progetto di ricerca industriale veramente raffinata,
che ha dato grandi frutti generando gli oltre 60 CV alla ruota per 132
kg di peso che la rendono la Aprilia SXV 550 la supermotard più potente
in circolazione. Possibile concorrente sul piano delle prestazioni potrebbe
essere la KTM 690 Supermoto, ma di certo non ha la stessa anima racing
e questo si traduce in un divario, soprattutto alla prova bilancia, davvero
incolmabile. Inutile e fuori luogo cercare di star calmi, soppesare le
parole, usare mezzi toni e non farsi prendere dall’emozione. Questa
Aprilia,
con tutti i pregi e difetti che vedremo, è una purosangue targata, una
vera fuoriserie dalle prestazioni uniche, roba da patente speciale: basta
un’occhiata per capire che non ha molto da spartire con quello che si
trova oggi dai concessionari. Partiamo dal concetto. Una Supermotard stradale,
con un motore bicilindrico piccolissimo e potente, un telaio misto
acciaio/alluminio,
forcellone scatolato in lega leggera e una linea altrettanto fuori dagli
schemi. E’ stata una mossa coraggiosa quella della Casa di Noale, perché
i numeri di queste moto sul mercato difficilmente giustificano i milioni
di euro spesi per progetto e sviluppo. Ma Aprilia si è sempre distinta
per prodotti che puntano in alto a livello tecnologico e di immagine, basti
pensare all’avventura in MotoGP, nella quale ha creduto fino
all’ultima
lira, affrontata con una innovativa 3 cilindri con distribuzione a valvole
pneumatiche. Con la famiglia SXV-RXV, però ha fatto subito centro sul piano
sportivo, con la vittoria nel Mondiale Supermotard nel 2004 (bissato nel
2006) con Germe Giraudo, proprio nell’anno del debutto. La SXV 550 è una
vera moto da competizione omologata per circolare su strada, tanto che
la sorella ufficiale che corre nel Mondiale ha davvero molto in comune
con la moto di serie.
L'impressione
L’IMPRESSIONE Chi dovrebbe comprarsi una SXV
550? Innanzitutto
chi è stufo delle “solite” moto: non
c’è niente di
meglio di una decina di km a manetta con questa supermotard
per riaccendere la passione per le due ruote. Ma la vocazione stradale
di questa 550 è nettamente superiore a quella della sorellina di 450 cc,
sia per il tasso di vibrazioni decisamente inferiore (rimangono piuttosto
fastidiose solo alla sella), sia per la grande schiena del motore che permette
di non dover tirare le marce anche quando il ritmo aumenta. Inutile dire
che i numeri espressi da questa moto suggeriscono un approccio
prudente e una buona dose di onestà personale nel riconoscere le
proprie capacità di guida, perché è destinata a tutti i motociclisti,
ma vivamente sconsigliata ai neofiti.
Provata in pista
PROVATA IN PISTA La rapportatura corta del cambio, a parte la prima
marcia che appare eccessivamente lunga per l’uso cittadino, rende le
accelerazioni
entusiasmanti tanto che la ruota anteriore non ne vuole sapere di stare
appoggiata a terra in prima, ma anche in seconda e, se l’asfalto non è
perfetto, anche in terza…
Al momento di frenare l’impianto anteriore con il grosso disco da 320
mm abbinato a pinza e pompa radiali mostra una notevole potenza e anche
un’ottima modulabilità. Il bicilindrico, rispetto al “mono”,
ha minor
freno motore e anche una erogazione più diluita, meno violenta, ma il rapporto
caratteristico non troppo superquadro ne favorisce le doti di tiro anche
ai medi regimi.
La SXV 550 vola nella prova di ripresa, dove è in grado di scendere sotto
il muro dei 12” nella classica prova sui 400 metri da 50 km/h in ultima
marcia. Tirando le marce la spinta si mantiene costante e rabbiosa dai
3.500 giri (il minimo, piuttosto alto è a circa 2.000 giri) fino agli 11.400
giri del limitatore. Sul piano dinamico, la SXV 550 è una moto stabile,
dalle reazioni prevedibili e anche molto maneggevole. L’agilità è dovuta
alla leggerezza e al largo manubrio big size da 28,6 mm, mentre la stabilità
è merito delle quote ciclistiche piuttosto “lunghe” che le
consentono
di rimanere ben salda tra le mani anche nei veloci curvoni. Ottimo il cambio,
rapido negli innesti (a patto di tirar fino in fondo la frizione) e dalla
corsa corta del pedale, e la frizione. Quest’ultima è abbastanza
modulabile
e ha uno stacco netto: in optional è disponibile quella antisaltellamento,
superflua su strada, ma molto utile se pensate di varcare le porte di una
pista da motard, sulla quale permette di ottenere un ottimo controllo della
derapata. Nell’uso stradale si apprezza l’ottimo angolo di sterzo,
che
rende facili tutte le manovre nel traffico, e l’assenza di vibrazioni
al manubrio, ma a limitarne il raggi d’azione ci sono diversi fattori:
il serbatoio da soli 7,8 litri, il regime di rotazione di ben 7.600 giri
a 130 km/h, una certa difficoltà di avviamento a freddo e una stabilità
non certo eccellente sulla stampella laterale. Insomma, meglio godersela
in pista, attrezzata con i giusti accessori.
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