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MotoGP Austin: quando l'attesa è tanta, ma poi qualcosa ti spiazza

Gara fantastica, dai mille sorpassi, con diversi leader... ma il colpo di scena più eclatante è avvenuto fuori dalla pista

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Quando vince, Maverick Viñales  diventa Winales, ma anche Batman.

Non è che, di solito, io non mi diverta a guardare la MotoGP, però questo di Austin 2024 mi sembrava un appuntamento più eccitante del solito. C'erano diverse domande a renderlo interessante, tipo:

1.Marc Marquez sarebbe tornato davanti a tutti? Questa è la sua pista preferita e ha già un ottimo feeling con la Ducati, per cui era lecito aspettarselo sul gradino più alto del podio.

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Sì, è successo. Quattordicesimo giro: Marquez, lo Sceriffo di Austin, passa Acosta e, finalmente, le fanfare della Gloria tornano a suonare per lui: è davanti a tutti.

2.Alex Rins: anche lui ama questa pista, al punto da riuscire a vincere il GP di Austin 2023 pur guidando una Honda, la peggiore delle moto in griglia. Quindi, avendo adesso una Yamaha, che è un filo meno peggio della Honda, avrebbe vinto anche questa volta, per di più facendo ancor meno fatica?

No. Il miracolo non s'è ripetuto. In partenza è stato un razzo (da quindicesimo a settimo), poi ha perso dieci posizioni, ne ha recuperate due e, infine, è caduto.

3.Pedro Acosta: oramai è il nostro idolo, è spettacolare, gratta la carena (lo ha fatto anche questa volta), migliora ogni volta, cosa avrebbe fatto qui?

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Ha iniziato alla grande, andando subito in testa, guidando la gara per alcuni giri (qua lo vediamo pressato da Martin e Bagnaia, due mastini tra i peggiori).

Tra corte e lunghe sono state disputate già sei gare ed Acosta è sempre andato all'arrembaggio. In Qatar aveva subito un calo, ma da lì in poi è sempre stato costante e non è mai caduto. Fa veramente paura, costui.

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Tra l'altro Acosta non è l'unico a grattare la carena: lo fa anche Miller.

Poi è successo che questa iena, intendo Pedro, dopo avere subito sorpassi pesanti, abbia reagito, risalendo fino alla seconda posizione.

A quel punto s'è piazzato nelle terga di Martin, cucinandolo a fuoco lento.

Il codone di Martin piangeva, dai peli che gli faceva Pedro.

Avete in mente la frase "Tecnicamente, il calabrone non potrebbe volare, ma non lo sa e, quindi, vola lo stesso?". Anni fa, Loris Reggiani ne presentò una variante, dedicata a Valentino Rossi: "Lui fa dei sorpassi che non rispettano le leggi della fisica ma, dato che non va a scuola, non sa la fisica e, quindi, supera in quel modo". Succede anche con Acosta: quando supera, lui finisce lungo in curva, ma a quel punto riesce a curvare in un nanosecondo, mentre la logica direbbe che il suo destino sarebbe la ghiaia.

E così, al decimo giro, Pedro ritorna in testa alla gara.

Per cui passerei alla domanda 4: Pecco Bagnaia avrebbe riscattato il brutto weekend di Portimao? Di solito, quando lui sbaglia una gara poi trionfa in quella successiva.

Uhm... Quando ottieni un ottavo e un quinto posto e passi dalla quarta alla quinta posizione nella classifica generale, pur avendo il numero uno sulla carena, direi che no, non è ancora arrivata l'ora della riscossa. Qui vediamo Bagnaia mentre viene passato da Marquez.

In realtà sembra che sia l'intera pattuglia italiana a non brillare, Bastianini escluso (è secondo in campionato!).

Torniamo a Marquez, perché vengono chiaramente da fare dei parallelismi con Pedro. Questo sembra il suo erede e sta cercando anche lui di battere record di giovinezza. Per esempio, è il più giovane, dal 1991, ad essere mai stato in testa ad una gara (19 anni e 10 mesi) ed ha strappato il primato a Norifumi Abe. La cosa strana è che non si hanno dati precedenti al 1991. In più, Acosta è il più giovane tra coloro che sono saliti sul podio per due gare di fila. Marquez detiene ancora il primato di pilota più giovane di sempre ad avere vinto una gara nella classe regina (20 anni e 63 giorni, proprio qui ad Austin) ma è evidente che Acosta sta mettendo in grosso pericolo tale primato.

Guardate sotto che foto curiosa e impietosa:

Mentre Marc è in testa alla gara, davanti ad Acosta, Martin e Viñales, compare in videoimpressione la notizia che suo fratello Alex è finito per terra. E si legge anche che, se la gara finisse così, Marc sarebbe secondo in campionato e Acosta terzo.

Lo scorso anno, Alex aveva come compagno di squadra Fabio Di Giannantonio, che andava male, mentre lui era riuscito a vincere due Sprint. Era il cavallo di punta della squadra. Ma adesso c'è suo fratello e il rendimento è crollato: ci sarà una valenza psicologica dietro ciò? Ovviamente la cosa spiace, perché Alex sembra una brava persona. Ma è evidente che se hai in squadra un fratello che si chiama Marc Marquez, tu sei destinato a venire oscurato dalla sua ombra.

Mentre Acosta è la star nascente, il fuoriclasse che sta mandando in terapia i piloti KTM, Marquez è l'incarnazione del pilota romantico e maledetto, teoricamente sul viale del tramonto, perché l'età non è dalla sua parte, gli infortuni lo hanno massacrato, la Honda lo ha frustrato, gli screzi con Rossi gli hanno rovinato la reputazione umana, ma il talento c'è sempre e così la voglia di vincere.

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Guardate le profonde differenze di stile tra Marquez (moto piegatissima e corpo eretto, in stile cross) e quello di Acosta (che ha capito che tenere la moto in piedi, e non sdraiata per terra, aiuta a vincere).

Quinta domanda: Marini e Morbidelli sarebbero riusciti a prendere i primi punti della stagione? No, non ci sono riusciti. Eppure il Morbido sembra sulla via del recupero: nella Sprint è arrivato decimo. E lì i punti li danno fino al nono! Ma domenica è caduto, mannaggia. Marini invece ormai ripete come un mantra che sì, va beh, arriva ultimo, ma è contento perché fa esperienza e impara cose nuove sulla moto. Curiosa comunque la situazione del team Pramac: ha due piloti, dei quali uno è primo in classifica, l'altro ultimo. Speriamo che il Morbido esca fuori da questa situazione in cui la Sfiga si sta dando parecchio da fare.

Sesta domanda: Maverick Viñales, dopo essersi sbloccato in Portogallo (prima vittoria con l'Aprilia, ma in una Sprint) sarebbe riuscito a vincere anche una gara domenicale? E, soprattutto, sarebbe riuscito ad andare forte per due tappe di fila? La risposta è sì. Batman ha vinto d'autorità la Sprint del sabato, mentre domenica ha visto compromessa la gara dopo un urto con Martin che lo ha mandato largo e fatto retrocedere fino all'ultima piazza. E si sa che lui non è un pilota capace di grandi recuperi, perché è un grandissimo talento a livello di guida pura, ma non è un animale da bagarre.

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Incapace di grandi recuperi, Viñales  porta a termine il suo grande recupero: dopo dieci sorpassi si porta in testa, per poi vincere per distacco. Siamo così a due Sprint e una lunga vinte quest'anno... e siamo solo all'inizio. Per la legge di compensazione, il suo compagno Espargaro latita dalle posizioni di prestigio.

Adesso Viñales è terzo in campionato, con un distacco di 24 punti da Martin. Ma, se in Portogallo non avesse rotto il cambio all'inizio dell'ultimo giro, adesso sarebbe secondo, con appena 4 punti di gap...

Ma la vera questione è...

Eccoci al dunque. Come spiegavo all'inizio, nonostante tutte queste prelibatezze la mia mente era distratta da un'altra questione: Fabio Quartararo che firma nuovamente per Yamaha.

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Ma è successo veramente?

Se notate, nella foto del comunicato sta sorridendo. E pare che abbia detto: "Sono super felice di annunciare che continuerà la mia avventura in blu! Lo scorso inverno Yamaha ha dimostrato di avere un nuovo approccio e una nuova mentalità aggressiva. La mia fiducia è alta: torneremo davanti insieme!". Ma è successo veramente?

Un po' di storia: per anni, in MotoGP il titolo è stato una faccenda privata tra Honda e Yamaha. Ci sono state annate in cui le Yamaha erano imbattibili, come nel 2015. Il declino è iniziato pochi anni dopo, come dimostrato dai pessimi risultati degli ultimi anni di carriera di Rossi e Dovizioso. Vecchi sì, ma non rincoglioniti. Con la Yamaha 2019, Morbidelli s'è giocato il titolo 2020 fino all'ultimo, ma poi non è più stato capace di andare forte. Quartararo, che è uno dei migliori piloti in assoluto, nel 2021 è riuscito a vincere il titolo, nel 2022 lo ha difeso fino a una sconfitta onorevole ma nel 2023 è crollato, diventando uno di quelli che è contento se entra nei primi dieci. Si è quindi trovato nella stessa situazione di Rossi 2012 e Marquez 2023, ovvero essere pagato benissimo da una Casa che non sa dargli una moto veloce: ed ha espresso a più riprese la sua delusione, il suo disappunto e la sua frustrazione. L'italiano e lo spagnolo hanno avuto il coraggio di rinunciare a un sacco di soldi per cambiare casacca e si pensava che Quartararo avrebbe fatto lo stesso, visto che Aprilia non ha mai nascosto le sue mire su di lui. E invece no. Cosa può essere successo?

Ipotesi 1, la più maligna: Yamaha ha offerto a Fabio una marea di soldi per restare. Lui ha risposto: no, datemene dieci volte tanto e gli hanno detto di sì.

Ipotesi 2: Quartararo è stato rapito e drogato. Ipotesi 3: ha la sfera di cristallo, che gli ha fatto vedere che, in un non lontano futuro, Yamaha schiererà una V4 nuova di trinca, veloce il doppio di una Ducati e facile da portare al limite. Ipotesi 4: gli hanno fatto firmare un contratto con scritto Aprilia al posto di Yamaha. Ipotesi 5: Yamaha ha veramente realizzato una moto nuova, che va come un missile, ma è ancora un segreto.

Tutto è possibile. Nel 2003 Yamaha aveva sbagliato moto, era un disastro come erogazione e come ciclistica, eppure un anno dopo ha vinto il Mondiale. Ma dietro questo sconvolgimento di fronte c'è stato l'ingaggio di Valentino Rossi che, in pochi mesi, riuscì a suggerire le giuste modifiche per ribaltare la situazione. Nel 2011, però, tale miracolo non gli riuscì, con la Ducati.

Va anche detta un'altra cosa: quando ci sono fortissime disparità a livello di moto in campo, la Dorna interviene, modificando il regolamento, in modo da favorire sfacciatamente le Case deboli. Fece così nel 2014, per aiutare la Ducati: la Honda aveva la migliore centralina elettronica, ma fu costretta a montare la Magneti Marelli, sviluppata guarda caso sulle Ducati. La ruota della fortuna gira e il nuovo regolamento 2027 sarà introdotto apposta per aiutare Honda e Yamaha, penalizzando Ducati. A quel punto, Quartararo sarà pieno di soldi, ancora giovane e capace di cavalcare l'onda, ma anche la Honda (e, soprattutto, la Yamaha).

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