Michele Pirro è il terzo uomo nel Ducati Team, un tester d’eccezione vista la sua esperienza nel Mondiale SBK e in MotoGP, oltre che nel Campionato Italiano. Abbiamo intervistato il pilota pugliese antecedentemente alla trasferta spagnola, quindi prima del
4° posto di Valencia e dei
primi test 2019. Di seguito l’intervista, che spazia dal CIV alla MotoGP, passando ovviamente per l’addio di Lorenzo e Stoner ma soprattutto aper la nuova
Ducati Panigale V4 R (
provata da Motociclismo in esclusiva per l'Italia)
È da diversi anni che corri nel CIV SBK, ma dopo 6 titoli italiani non ti stai annoiando di vincere?
Vincere non guasta mai, anche perché non è mai così facile come sembra, e alla fine la cosa più difficile è riconfermarsi e sono contento di esserci riuscito quest’anno dopo quello che mi era successo al Mugello. Ho avuto un grosso incidente che mi ha compromesso un po’ la stagione, e quindi portarsi a casa un successo dopo quanto accaduto è sicuramente più appagante. Poi è chiaro che l’obiettivo principale è sempre la MotoGP, e la consapevolezza di poter migliorare sempre di più e ripresentarmi l’anno prossimo sempre come Wild Card per lottare per le posizioni più importanti.
Il CIV secondo te sta crescendo dal punto di vista del livello dei piloti e della competitività?
Io credo che come in tutti i campionati, se ci sono piloti forti il livello generale cresce. Credo che il fatto che ci sia io, che corro anche in MotoGP, abbia alzato il livello e gli avversari cercano di batterti ed è un aspetto che incentiva tutti: si alza l’asticella e tutti cercano di andare più forte.
Ormai è difficile capire se l’obiettivo degli altri è battere Pirro o vincere il CIV
Beh sai, per gli avversari che vedono che corro in MotoGP, e magari loro stessi ambiscono ad arrivare quel livello, hanno la possibilità di un confronto e quindi è importante che si possano misurare con me da vicino. È una cosa positiva che un pilota che abbia corso diverse gare nella Classe Regina faccia il campionato italiano SBK, per avere un confronto ravvicinato.
Insomma, un po’ come il CEV e BSB dove ci sono piloti che hanno corso nel Motomondiale o nella WorldSBK
Si certo, il livello di quei campionati infatti è alto. Per alcuni piloti più giovani che corrono in questi campionati, CIV compreso, la MotoGP resta un’ambizione, mentre per altri è difficile che la facciano, e quindi per loro l’obiettivo è quello di battere un pilota di certa esperienza.
Se il BSB è un po’ il “secondo campionato” dopo la WorldSBK nelle derivate di serie, ed il CEV sforna tantissimi talenti per il Motomondiale, il CIV secondo te cosa può offrire di diverso?
Il CEV secondo me è più avanti nel CIV solo nella classe Moto3, perché là si chiama “Mondiale Junior” ed è stata Dorna ad appoggiare questo tipo di progetto. Ci sono quindi delle squadre che sono nel Mondiale e che fanno anche il Mondiale Junior, il quale ha anche delle tappe in Francia e Portogallo: ha delle gare all’estero. Un po’ come il BSB che fa tappa ad Assen. Per quanto riguarda invece il campionato britannico c’è una cultura davvero profonda di tantissimi appassionati inglesi, ma allo stesso tempo non è che loro vanno nel Mondiale Superbike e fanno faville… Ripeto, secondo me il campionato più avanti in assoluto è il CEV Moto3, per quanto riguarda le altre categorie invece il CIV è cresciuto parecchio. Si sta lavorando tanto, anche la Federazione si sta impegnando per migliorare alcuni aspetti, e credo che nei prossimi anni il CIV riuscirà ad avere il suo valore e la sua risonanza.