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“Con forcella rovesciata, mono e bibraccio guido veloce (e sicuro)”

Che sia una questione tecnica o di marketing poco importa: il motociclista vuole che le sospensioni della propria moto siano pluriregolabili e che, dietro, lavorino su un forcellone tradizionale, che batte di un soffio il monobraccio. Ma il grande sconfitto di questo sondaggio è il doppio ammortizzatore posteriore

“con forcella rovesciata, mono e bibraccio guido veloce (e sicuro)”

Attraverso una serie di sondaggi che non finisce qui, procede la nostra indagine per capire come vorreste che fossero i principali componenti di un veicolo a due ruote. Abbiamo già scoperto che la moto “perfetta” deve montare un bicilindrico parallelo frontemarcia di 800 cc incastonato in un telaio a doppio trave in alluminio. E le sospensioni? Questa volta ci avete risposto in 1.243, fornendoci preferenze schiaccianti ma anche duelli sul filo di lana.

 

SOSPENSIONE ANTERIORE NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE

La forcella telescopica è l’opzione più gradita all’85% dal nostro pubblico: c’era da aspettarselo. Piuttosto, sorprende il grande divario tra chi la preferisce upside-down (73%) come quella generalmente montata sulle sportive e chi, invece, è più legato alla tradizione dei foderi in basso (12%). Fa riflettere il dato registrato dal Telelever (6%): dimostra che la moto più venduta d’Italia, la GS, probabilmente non ha nella sospensione anteriore il suo fiore all’occhiello. D’altro canto, però, insieme al Duolever (2%), BMW è l’unica grande Casa che ha saputo esplorare con successo nuove vie e a conquistare un discreto gruzzoletto di preferenze (8% in totale) con soluzioni anticonvenzionali. Per tutte le altre Case, infatti, è buio pesto: forcellone monobraccio tipo Yamaha GTS 1000, braccetto oscillante tipo Vespa e forcella springer tipo Harley-Davidson non vanno in nessun caso mai oltre l’1%. Fa storia a sé solo il forcellone anteriore bibraccio della Vyrus: con il 5% dei voti conquista a nostro parere un ottimo risultato.

 

VIVA L’AMMORTIZZATORE POSTERIORE, MA GUAI MONTARLO DOPPIO!

Tra le varie opzioni di sospensione posteriore, quella meno votata (2%) è il doppio ammortizzatore. La sua lunga storia sembra dimenticata d’un colpo e, a quanto pare, conta anche meno il fatto che oggi questa soluzione trovi ancora posto su moto di successo come per esempio la Triumph Bonneville. Insomma, una debacle davvero inaspettata. Piuttosto che il doppio ammortizzatore, i motociclisti preferisco il monoammortizzatore diretto (11%), quello asimmetrico (7%), quello cantilever (4%) o addirittura quello sotto il motore (3%) in stile Buell. Difficile dire se le risposte a questa domanda siano state condizionate da ragionamenti di natura tecnica o estetica. La sola cosa certa è che la soluzione che va per la maggiore sui modelli in produzione è anche quella preferita dai nostri lettori: il monoammortizzatore coi leveraggi progressivi stravince il confronto col 73% delle preferenze. Ma al posteriore, come sappiamo, non conta solo la sospensione di per sé: conta anche su cosa “lavora”.

 

BRACCIO DI FERRO TRA DOPPIO BRACCIO E MONOBRACCIO

Confessiamo che anche in questo caso siamo rimasti un po’ spiazzati. Nell’immaginario di molti motociclisti il monobraccio rappresenta l’opera d’arte, la soluzione che forse più di tutte unisce funzionalità e design. Moto leggendarie, bellissime e velocissime come la Honda RC30 o la Ducati 916 (giusto per citarne due di un certo peso…) hanno fatto la loro fortuna anche grazie al monobraccio, ne siamo certi. Eppure il bibraccio riporta le votazioni di questo sondaggio ancora una volta nel solco della tradizione aggiudicandosi il confronto per 54 a 46%. Nello specifico, il bibraccio (10%) viene ancora più apprezzato in lega leggera (44%), mentre il monobraccio in alluminio (43%) stravince su quello a traliccio (3%) in stile Ducati MH900E.

 

LE VOGLIO REGOLABILI PERCHÈ TENGO ALLA SICUREZZA

Per il 79% dei votanti le sospensioni devono essere regolabili, anche se tra costoro il 23% dichiara di non intervenire mai sui registri. Il 21% si accontentano del fatto che esse funzionino bene, indipendentemente dalla possibilità di intervenire sull’idraulica; tutt’al più a questi motociclisti interessa il precarico del monoammortizzatore per regolare la sospensione a pieno carico. Queste caratteristiche, nell’immaginario collettivo, restituiscono (o dovrebbero farlo) una maggiore sicurezza di marcia (51%), una migliore resa sportiva (33%) e più comfort alla guida (11%). Solo due persone su 100 ritengono l’estetica delle sospensioni un elemento determinante per la propria motocicletta.

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