Ti è mai capitato di avere paura durante le gare?
“Solo nel 1995, (l’anno del suo ritiro dalle corse, ndr). Direi che non è corretto parlare di paura, semplicemente prestavo attenzione a cose che in precedenza mi erano indifferenti. Per esempio la vicinanza dei guardrail. Avevo visto Rainey ferirsi gravemente a Misano nel ’93, e nel ‘94 avevo subìto io stesso degli infortuni; avevo timore di farmi male di nuovo. Già in Giappone sul bagnato venivo passato da un sacco di piloti che in altri momenti non avrei avuto difficoltà a lasciarmi alle spalle. Ho provato per qualche gara, poi ho detto basta”.
A cosa hai pensato nel 1993 quando Doohan, cadendo, ti ha letteralmente falciato?
“Purtroppo sono cose che possono capitare in gara. In quel momento, mentre rotolavo, sentivo dolore, pensavo di essermi fatto male sul serio. Sono rimasto lì seduto sull’asfalto qualche istante, poi ho pensato bene di togliermi di mezzo e mettermi al sicuro, cosa che Mick stava già facendo saltellando e zoppicando per i postumi del suo bruttissimo incidente del ’92”.
Qual è il tuo sorpasso della vita?
“Hockenheim 1991. (Domanda banale: Kevin sorride, ma ha la faccia di chi… ha risposto un milione di volte al quesito, ndr)”.
Chi è il pilota più forte con cui ti sei mai battuto?
“Wayne Rainey”.
Vi odiavate tu e Rainey?
“Wayne ed io, alla nostra stagione di esordio nel 1987 (Kevin aveva corso qualche gara nelle stagioni ’86 e ’87, ma non con continuità, ndr) imparammo a rispettarci: io vinsi la prima gara a Suzuka, replicai al Nürburgring, lui vinse a Donington. In seguito mi disse che quei primi mesi di Mondiale furono i peggiori della sua vita; la mia vittoria a Suzuka lo aveva destabilizzato, gli avevo reso la vita più difficile. C’era ostilità, persino odio, inutile negarlo”.
Qual è stata la gara più difficile della tua carriera?
“Quando Wayne si infortunò (Misano 1993, ndr); certo, durante il Gran Premio non sapevo che si fosse ferito in maniera così grave. Sembrava assolutamente una scivolata banale e senza conseguenze. Poi, al termine della gara, mi fu detto che non avrebbe mai più potuto correre. Mi sembrava talmente inverosimile che arrivai a pensare ad una assurda strategia di Yamaha, una bufala, per farmi deconcentrare in vista della gara successiva a Laguna Seca dove, tra l’altro, Wayne mi ha sempre battuto. Purtroppo non era così”.