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Hardalpitour 2024, tutte le novità

La maratona di tutte le maratone adventouring, oltre a una nuova variazione sul tema Extreme, punta alla certificazione di sostenibilità ambientale. In calendario, oltre alla mitica Sanremo-Sestriere, ci sono 30 eventi tra marathon, viaggi, raduni e corsi di guida

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Tentativo di foto notturna sulla Via dell'Assietta, durante l'edizione del 2014.

In principio si chiamava Hardalpitour, partiva da Ormea (CN), arrivava a Sauze d'Oulx (TO) e si svolgeva una volta all'anno. Dal 2009, sotto il marchio Hat Series gli eventi si sono moltiplicati anno dopo anno e, per quanto riguarda il 2024, tra febbraio e ottobre c'è qualcosa non dico ogni week end, ma quasi, agosto escluso. L'offerta è incredibile: oltre alle maratone (Sanremo-Sestriere e Pavia-Sanremo) ci sono due Bitumenduro (giri su stradine scassate dedicate a maxienduro con l'avantreno da 19", lunghe 200, 300 e 500 km), due corsi di navigazione con GPS, quattro Adventourfest (Adventure + Tour: raduni per maxienduro + tour in fuoristrada, con stand, prove di moto, giri in sterrato, tra cui uno nuovo alla birreria Pedavena in Veneto), tre viaggi avventura da tre tappe ciascuno, 13 giri in fuoristrada da due giorni ciascuno, quattro corsi di guida in fuoristrada, per principianti ed esperti.

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Stavo per copiare il programma a mano, come un amanuense, ma poi mi sono detto: perché non fotografarlo? Le informazioni le trovate su www.over2000riders.com

Ovviamente l'attrazione principale resta la Hardalpitour Sanremo-Sestriere, prevista per il 6-8 settembre. Tra le novità '24 c'è la figura di ambassador di Cesare Zacchetti, che farà da guida a tre dei tour di tre giorni firmati Hat.

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Cesare è uno dei dakariani più simpatici. Finora ha corso sei Dakar, concludendone le ultime cinque, quindi è parecchio affidabile, con un 38° come miglior risultato (questa e le altre due foto a seguire sono di RallyZone). 

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La presentazione è avvenuta alla Cascina Caremma, che si trova nel Parco del Ticino, a circa 25 km dalla periferia di Milano. In foto vediamo Nicola Poggio con Cesare Zacchetti.

La Hat Sanremo-Sestriere prevede diverse formule, tutte su strade militari sterrate e tutte navigabili con traccia GPS: la Classic è la formula originale (oltre 500 km da fare tutti di fila, nell'arco di 24 ore). La Discovery prevede che si dorma dopo la Via del Sale, recuperando il giorno dopo con tagli su asfalto. La Vintage è una sorta di Discovery aperta alle moto immatricolate prima del 1994. La Extreme è la versione lunga, da 36 ore e 800 km (quindi due notturne!). La versione "turbo", la Extreme da 1.000 km non c'è più ma, al suo posto, c'è la Challenge, l'unica dove si partecipi da soli e non in squadre da tre. Lunga 900 km, oltre alla traccia presenta due tipi di waypoint: quelli nascosti e quelli di inizio e fine zona "senza traccia". C'è un orario da rispettare per uno solo di questi ultimi (può essere il primo o il secondo). Non c'è una classifica, ci si deve però impegnare per avere l'attestato che certifica che l'hai fatta tutta e, per ottenerlo, devi raggiungere un numero minimo di punti, passando per i wp nascosti (quindi se tagli ti va male) e arrivando puntuali a quelli che delimitano le zone senza traccia. Cosa sono queste ultime? Funzionano così: quando finisce la traccia, sul GPS vedi un vuoto torricelliano, fino ad un waypoint. Devi capire come raggiungerlo. Bello, no? Per avere l'attestato non è necessario toccare tutti i wp, nel senso che puoi saltarne qualcuno, ma non troppi. Si possono quindi adottare due tattiche, in caso di ritardo: o fare tutto il percorso arrivando tardi ai Senza Traccia, o tagliare dei pezzi per non tardare sperando che, nel pezzo che stai saltando, non ci sia un wp nascosto. Le tracce, come comprensibile, te le danno poche ore prima del via.

Certificazione di sostenibilità ambientale

Veniamo alla parte più difficile. Lo scopo degli organizzatori storici Corrado Capra, Nicola Poggio e del resto dello staff è rendere accettabili queste manifestazioni a un Mondo sempre più green (per lo meno a parole...), per poterle organizzare il più a lungo possibile. I denigratori delle moto le accusano di fare rumore, inquinare, rovinare la quiete dei paesaggi di alta montagna, il che però è vero solo se vengono guidate in un certo modo. La Hat è riuscita a ottenere la costosa certificazione Iso 20121, nel ramo progettazione e gestione sostenibile di manifestazioni e viaggi turistici adventouring con motoveicoli; di corsi di guida e tecnica motociclistica; spazi espositivi all'aperto con test drive. Come può funzionare tutto questo, con motori a scoppio? Va detto che queste manifestazioni non si possono ridurre soltanto a moto che scorrazzano qua e là, ma ci sono gli effetti collaterali, come la produzione dei rifiuti ai ristori, che lo staff s'è organizzato per trattarli secondo i dovuti crismi. Vengono acquistate quote di Co2 per compensare le emissioni nocive. La parte più difficile da attuare riguarda i controlli fonometrici alla partenza (la percentuale di enduristi, anche con le maxi, che monta scarichi liberi è imbarazzante) e l'educazione ai partecipanti ad adottare condotte di marcia turistiche e non corsaiole. In questo aiuta anche la realizzazione di una documentazione che spieghi ai partecipanti le attrattive dei territori attraversati.

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