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Euro 4: regole non solo per le emissioni

La normativa Euro 4 per le moto stabilisce regole (e le deroghe...) in tema di emissioni inquinanti, ma anche in favore dei consumatori (più concorrenza tra meccanici, le Case devono certificare la durata dei mezzi, ecc.). A quando l'ABS anche sui 125?

normativa a regime

La Euro 4 è entrata in vigore già a partire dal 1° gennaio 2016, ma solo parzialmente. Lo scorso anno valeva solo per i modelli di nuova omologazione, mentre l’obbligatorietà dell’Euro 4 per tutti c’è dall’inizio dell’anno in corso (dal 1° gennaio 2017 è entrata in vigore anche la Euro 3 per i 50 cc).
Come tante delle norme e dei regolamenti che provengono dall’Europa, la legislazione antinquinamento Euro 4 appare come il solito provvedimento calato dall’alto, sostenuto dalle multinazionali – conniventi con le amministrazioni locali – per “costringerci” a cambiare moto o scooter per poter circolare. Ma in cosa consiste? E ci sono delle eccezioni?
L’inquinamento proviene dai riscaldamenti”, “Il problema sono i vecchi diesel” e “Le moto inquinano poco”, sono tutte frasi che anche noi abbiamo utilizzato in determinati contesti. Ma se noi – e con “noi” intendiamo gli europei – non siamo nella situazione ritratta nella foto che vedete a lato (e nella gallery ce ne sono altre, non casualmente tutte asiatiche), è anche perché camion, auto e moto sono state sottoposte via via alle varie normative Euro.

L’occhio vorrebbe la sua parte, ma l’importante è inquinare meno

Ducati 959 Panigale 2016: test di Motociclismo
Per cui, è vero che la “Panigalina” non Euro 4 ha una linea più pulita di quanto possa sfoggiare la “959” Euro 4 (vedi foto), ma quest’ultima emette allo scarico molti meno inquinanti (l'altra è riservata ai Paesi in cui vigono altre normative, nonché all'uso in pista). Paradossalmente, guardando le complicatissime tabelle sulle emissioni, parrebbe che in alcuni campi l’Euro 4 sia meno severa della “3”, questo dipende dal fatto che fino ad oggi le analisi sulle emissioni venivano fatte scattare a motore caldo, mentre oggi il ciclo di analisi parte “da freddo” e deve gestire anche l’avviamento, a catalizzatore non ancora in temperatura.

Più puliti e visibili

Sulla BMW R NineT Scrambler sono evidenziati il catarinfrangente laterale obbligatorio e il "canister" che cattura i vapori dispersi dal motore
E ancora, debutta il “canister”, il raccoglitore di vapori che non possono più essere dispersi in atmosfera. C’è poi la comparsa del catarinfrangente laterale per aumentare la visibilità. Statisticamente, nella maggior parte dei casi è posto sul lato della forcella, ma non è una posizione obbligatoria.

Norme a favore dei consumatori

Officina Triumph F.lli Moto, Milano
La normativa Euro, tuttavia, non si limita a costringere i costruttori a “tappare” i motori con filtri sempre più occlusivi, ma contiene anche una serie di regole, già in vigore nel mondo dell’auto, favorevoli ai consumatori. Una per tutte l’obbligo per i Costruttori di fornire ai riparatori indipendenti tutte le informazioni necessarie per la manutenzione e le riparazioni. Questi materiali – inoltre – devono essere forniti in modo “non discriminatorio” – cioè non differentemente rispetto ai concessionari e agli autorizzati – e in modo e in una forma che il riparatore indipendente ne possa usufruire con uno "sforzo ragionevole". Questo significa aprire di più alla concorrenza, “costringendo” le concessionarie a migliorare efficienza e servizi, pena la migrazione dei clienti verso i meno costosi riparatori indipendenti. L’accesso all’elettronica di bordo e la strumentazione per la diagnosi deve essere a disposizione di tutti i concessionari, autorizzati e indipendenti contemporaneamente e alle stesse condizioni. Anche le varie versioni di software devono essere concesse anche ai riparatori. Questo non significa gratis, i Costruttori si vedono riconosciuto il diritto a far pagare l’accesso ai propri database in modo “ragionevole e proporzionato”, che significa che deve essere tenuto conto di quanto il riparatore usa queste informazioni. Sono cioè previste tariffe d’accesso giornaliere, mensili e annuali. 

Durata certificata e richiami

E ancora, secondo l'Euro 4, il costruttore certifica la durata dei propri veicoli: “Sono in grado di resistere al normale uso previsto per almeno la distanza specificata di seguito, nei cinque anni successivi alla prima immatricolazione”. La percorrenza prevista è di 11.000 km per i ciclomotori, 20.000 per i motocicli che raggiungono i 130 km/h e 35.000 per quelli che oltrepassano tale velocità. Anche le emissioni devono restare nei limiti per tali chilometraggi. Inoltre, vengono inasprite le norme sui richiami. Precisamente: “Il costruttore dichiara che in caso di richiamo dovuto a un grave rischio per la sicurezza saranno messe immediatamente a disposizione dell’autorità di omologazione e della Commissione, su loro richiesta, analisi specifiche delle strutture, dei componenti e/o delle parti del veicolo per mezzo di calcoli ingegneristici, metodi di prova virtuali e/o prove strutturali. L’omologazione del veicolo non è rilasciata se vi è motivo di dubitare della capacità del costruttore di fornire tali analisi”.

Frenata migliorata per tutti

Dal 2017, con pochissime eccezioni, è obbligatorio per tutti i motocicli sopra i 125 cc.
Dell’ABS abbiamo scritto più volte: dal 2017, con pochissime eccezioni, tutti i motocicli sopra i 125 cc devono avere l’ABS e i 125 almeno la frenata combinata. Relativamente a questi ultimi, entro il 2018 gli stati membri dovranno inviare un rapporto alla Commissione sui costi/benefici. Bruxelles deciderà entro il 2020 se estendere l’obbligo di ABS a questi veicoli.

Deroghe: poche e per pochi

Montesa Cota 4RT260 2017
I costruttori possono continuare a immatricolare “i veicoli già prodotti e rimanenti in stock, secondo i requisiti ed i limiti di Fine Serie (non più del 10% dei veicoli immatricolati negli ultimi due anni e comunque non più di 100)”. Le moto da trial, come la Montesa Cota 4RT260 (foto), e da enduro professionale non hanno obbligo di ABS e devono garantire la funzionalità per 5.000 e 11.000 km rispettivamente. Anche le piccole serie possono derogare dall’Euro 4: per i 50 cc sono piccole serie le produzioni fino a 50 esemplari, 75 per i motocicli e 150 per le moto con sidecar.
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