Il tallone d’Achille della precedente versione, ovvero il peso, però rimane: la XCA dichiara 258 kg a secco. Se su asfalto questi due quintali e mezzo sembrano sparire una volta in movimento (solo nelle manovre da fermo possono creare qualche problema ai meno esperti), nella guida fuoristrada si fanno sentire maggiormente. Le sospensioni semiattive e i sofisticati riding mode, oltre al traction control e all’ABS settabili in modalità off-road, abbinati all’ottimo bilanciamento generale della moto, offrono un consistente aiuto al pilota meno smaliziato, ma solo una buona dose di esperienza consente di avere il pieno controllo di questa maxi su fondi accidentati. La vera natura della Explorer è e rimane quella di magnifica globetrotter, con spiccata propensione per i lunghi viaggi, situazione in cui offre grande comfort al pilota e al passeggero, in virtù di una eccellente protezione aerodinamica, un’ergonomia azzeccata e un quasi inesistente tasso di vibrazioni. Se poi si vogliono divorare curve e tornanti, nessun problema: la Tiger Explorer asseconda anche gli smanettoni con tanto rigore e maneggevolezza, senza contare la forza di un motore pieno a tutti i regimi, elastico e progressivo.
Vedremo come se la caverà nella nostra comparativa, intanto ecco com’è andata nell’
edizione 2015.
P.S.: di tutte le
novità che Triumph ha presentato al Salone di Milano (e recentemente è arrivata anche la nuova
Tiger Sport), la Tiger Explorer è la terza che proviamo.
Cliccate qui per il test della Street Twin, modello entry level della
nuova gamma Bonneville, e qui per quello della
Speed Triple.