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Africa Eco Race 2024: supremazia Cerutti-Aprilia, orgoglio italiano

Jacopo Cerutti, con la sua Aprilia Tuareg, si mette al comando della gara fin dal primo giorno. Per 11 tappe il pilota comasco resiste agli attacchi della coppia Yamaha Botturi/Tarres e si aggiudica il successo all’Africa Eco Race 2024. La Casa di Noale conquista così, alla sua prima partecipazione, la vittoria in uno dei rally più duri al mondo, un risultato carico di significato

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Jacopo Cerutti 

Eccoci arrivati alla tappa 11 dell’Africa Eco Race 2024, l’ultima vera speciale della gara, con arrivo vicino a Nouakchott: 517 km di cui 247 di prova cronometrata. Non sarà una tappa molto difficile, poiché i piloti dovranno percorrere essenzialmente di un corridoio tra le dune. Una volta superata la diga tra Mauritania e Senegal, i partecipanti si dirigeranno al bivacco, dove li attenderà una serata finale, solitamente piuttosto festosa, in cui potranno finalmente scaricare la pressione e sistemare le loro moto prima del podio finale del giorno successivo. Ma prima di pensare ai festeggiamenti, però, oggi ci si gioca la gara! Jacopo Cerutti, con la sua Aprilia Tuareg, si trova al comando della gara fin dal primo giorno ed è riuscito a resistere agli attacchi della coppia di piloti Yamaha Botturi/Tarres. Ora, quando mancano “solo” 247 km cronometrati, Jacopo deve amministrare il suo vantaggio di 4’38” sul rivale Yamaha per riuscire a centrare un successo storico per sé e per la Casa di Noale.

Il più veloce nell’ultima tappa dell’Africa Eco Race 2024 è Pol Tarres, che chiude la prova in 2’15”55” e sul traguardo precede la KTM di Attilio Fert di 7’33”. Jacopo Cerutti è terzo, a 9’32”, ma il suo rivale diretto in gara, Alessandro Botturi è dietro di lui, quarto, a 11’32”.

Questo risultato, unito ad un’ottima gestione della gara, basta a Jacopo Cerutti per aggiudicarsi la vittoria dell’Africa Eco Race 2024. Il pilota Aprilia chiude le 11 tappe del rally con un tempo di 39h52’49” (con 4 minuti di penalità), mettendosi alla spalle la coppia di piloti Yamaha. Secondo posto per Alessandro Botturi, a 6’38” (con 6 minuti di penalità), e terzo posto per Pol Tarres, a 24’59” (con 16’ di penalità).

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Francesco Montanari

I complimenti per questo successo vanno fatti a Jacopo Cerutti, che fin dal primo di giorno di gara ha saputo amministrare egregiamente il suo vantaggio ed è riuscito a tener testa a due pilotoni del calibro di Alessandro Botturi e Pol Tarres. Ma i complimenti vanno fatti anche ad Aprilia, a tutto il reparto corse e alla GCorse dei fratelli Guareschi, che ci hanno messo l’anima per far sì che la Tuareg, al suo primo tentativo, riuscisse ad aggiudicarsi, alla grande, l’Africa Eco Race 2024, uno dei rally più impegnativi al mondo. Merito del progetto “Back to Africa”, lanciato meno di un anno fa proprio per riportare il marchio Aprilia nei grandi raid africani. Un successo così, che arriva appena dopo 12 mesi dalla nascita del progetto, è il sigillo di garanzia su un gruppo di lavoro con i fiocchi! Vi ricordiamo che anche l’altra Aprilia Tuareg, quella di Montanari Francesco, è arrivata al traguardo finale e ha chiuso la gara in ottava posizione.

La Tuareg sviluppata per i rally raid, realizzata in collaborazione con GCorse, nasce sulla base tecnica della moto che, derivata dalla serie, ha trionfato all’esordio nel Campionato Italiano Motorally 2023 classe G-1000, proprio con Jacopo Cerutti, ma è equipaggiata con alcune dotazioni studiate per affrontare al meglio il deserto. Tra le altre cose, con di un serbatoio supplementare, sospensioni Öhlins by Andreani, scarico completo in titanio SC Project e filtro aria specifico Sprint Filter. Dominando l’Africa Eco Race, Aprilia è tornata così a solcare luoghi e percorsi mitici, quelli della storica Dakar africana, riportandoci alla mente l’esperienza di successo delle ultime partecipazioni della Casa di Noale (ultima moto italiana a vincere alla Dakar!) al rally raid più famoso del mondo, nel triennio 2010-2012.

Questa Africa Eco Race verrà ricordata, oltre che per lo strepitoso successo di Aprilia al suo primo tentativo, anche come il riscatto delle bicilindriche. Le monocilindriche, infatti, sono letteralmente sprofondate nella sabbia. La prima mono in classifica generale è infatti la KTM di Alexandre Vaudan, che chiude in quarta posizione, alle spalle della Tuareg di Cerutti e delle Yamaha Ténéré di Botturi e Tarres, con un ritardo di ben 4h29’50”. Che la vittoria di Aprilia a questa Africa Eco Race apra la strada per una nuova dimensione dei moto rally?

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Joan Pedrero 

Da segnalare anche l’impresa di Joan Pedrero, che spinto dalla voglia di portare fino alla fine della gara una maxienduro così come esce dalla fabbrica è riuscito a portare sul Lago Rosa una Harley-Davidson Pan America completamente, assolutamente, di serie, con le sue belle gomme tubeless, le pedane per il passeggero, frecce e specchietti. E l’ha fatto mettendosi dietro numerose molto molto più specialistiche e chiudendo in 21esima posizione della generale, con un ritardo di 27h3’07” (1h38’ di penalità) dalla vetta. Arrivata a Dakar anche l’unica Ducati in gara, la DesertX di Paolo Caprioni, che ha chiuso in 19esimo posizione, con un ritardo di 17h13’34” (22’ di penalità).

Domani, l’ultima “fatica”: dopo un'ultima notte sotto il magnifico cielo stellato africano, ancor prima dell'alba, l'intera carovana dell'Africa Eco Race partirà alla volta del Lac Rose, a 200 chilometri di distanza. Lì, per la gloria di tutto, visto che la classifica è stata fissata al termine della giornata di oggi, le moto di questa 15a edizione della gara prenderanno il via in fila sulla spiaggia di Niokob. Con l'oceano sullo sfondo, gli ultimi 22 chilometri fino al podio, organizzato dalla Fédération Sénégalaise de Sport Auto et Moto, saranno un’esaltante passerella finale. Poi arriverà la cerimonia di premiazione, momento di gloria e condivisione dopo più di 6.000 km percorsi nel continente africano.

Cerimonia che quest’anno celebrerà Cerutti e la sua Tuareg. Bravo Jacopo, brava Aprilia.

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Jacopo Cerutti 

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