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24 June 2019

Tre giorni, 20.000 Pieghe e… tanto divertimento!

Abbiamo preso parte alla 20.000 Pieghe 2019 in sella ad una Harley-Davidson Fat Bob. Oltre a scoprire le bellezze della Carnia, abbiamo potuto apprezzare le (inattese) doti da mangiacurve della muscolosa bobber di Milwaukee
1/16 Abbiamo preso parte alla 20.000 Pieghe 2019 nella squadra "Harley-Davidson". In foto il nostro inviato (Lorenzo Cattaneo) in sella alla Fat Bob
di Lorenzo Cattaneo
Nel fine settimana appena trascorso abbiamo preso parte all’undicesima edizione della 20.000 Pieghe, e grazie al Team Harley-Davidson italia… ci siamo fatti notare! Sia per la moto scelta, per partecipare all’evento la nostra scelta è caduta su una Fat Bob, davvero cattiva, sia per il risultato finale.

Ma andiamo con ordine. La manifestazione combina sapientemente la bellezza del mototurismo e la competizione della regolarità. Quest’anno la 20.000 Pieghe si è svolta lungo le bellissime strade delle Dolomiti Friulane, con base ad Arta Terme (UD). Per ognuna delle tre giornate il Moto Club Motolampeggio ha preparato un road book, organizzando sapientemente le partenze e i vari punti di interesse lungo il percorso. Tutto è stato scandito al minuto, anche gli arrivi presso i punti di ristoro. Tabella di marcia che i concorrenti dovevano rispettare per guadagnare punti. Oltre a ciò, una prova di regolarità al giorno ha messo piloti e squadre in sfida tra loro. Competizione sì, ma senza dimenticarsi il divertimento. Le spirito della 20.000 Pieghe è proprio questo, unire il lato sfida a quello fun. Ad esempio, i selfie nei luoghi prefissati cosegnavano punti extra!

Analizzato il road book della prima giornata e preparato le mappe siamo partiti di buon mattino con i nostri compagni di avventura (Giacomo Marzoli Marketing Manager di Harley-Davidson Italia e due colleghi della stampa) alla volta dell’Austria, passando per il Passo del Monte Carnico, il Passo del Paramollo e la Sella Nevea. Da lì in Slovenia, su per il passo del Predil e di nuovo in Italia, attraverso il Parco Naturale delle Alpi Giulie e lungo il Passo Rest, per un totale di circa 350 km di strade mozzafiato immersi in paesaggi da sogno. La seconda giornata è iniziata nuovamente all’insegna del bel tempo e con altri 350 km in programma. Sempre di buon’ora siamo partiti per un’altra avventura in mezzo alla natura, lungo la riserva naturale del Lago Cornino, il Pian delle Merie e la Forcella di Pala Barzana; da lì lungo la strada del Paia delle More e il Lago Barcis. Il terzo giorno, però, il tempo non è stato clemente con noi, costringendoci ad affrontare una giornata quasi completamente sotto l’acqua. Celati tra le nuvole i fantastici paesaggi di Sappada e Santo Stefano di Cadore, il Passo di Sant’Antonio e il Parco Naturale delle Tre Cime, il lago di Misurina, il passo Mauria e l’ultimo strappo sul ripidissimo Zoncolan.

Tre giorni, 20.000 pieghe e 1.000 km che ci hanno permesso di apprezzare le bellezze della Carnia, gustare le specialità della zona e divertirci in sella alla “nostra” Fat Bob, che si è rivelata una sorpresa! Al termine dei tre giorni di manifestazione, ad avere la meglio sui 164 iscritti, è stato Flavio Albanese, con la sua KTM 1290 Adventure; secondo posto per Lorenzo Braccialini (BMW F 700 GS) e terzo Luca Sgammeglia (Triumph Triple Street Triple R). Noi abbiamo chiuso in 24esima posizione della generale. Nella classifica a squadre, invece, noi del team Harley-Davidson ci siamo piazzati al terzo posto, preceduti soltanto dal Team Orobicbikers, che si è aggiudicato la vittoria, e il Team Mazzano Racing.

Piacevole compagna di viaggio

Siamo sinceri, prima della partenza eravamo scettici sul poter affrontare in scioltezza 1.000 km di curve e tornati in sella ad una Fat Bob, invece abbiamo dovuto ricrederci. Come detto, siamo stati piacevolmente colpiti dalle doti dinamiche della nostra compagna di viaggio. Caratteristica principale della bobber di Milwaukee è il suo enorme motore da 114 pollici cubici (per noi europei ben 1.868 cc) che, con la sua poderosa coppia di 155 Nm permette accelerazioni brucia gomma ad ogni partenza. Nonostante ciò, tutta questa coppia risulta perfettamente dosabile in qualsiasi frangente, senza mettere mai in difficoltà il guidatore. Il motore Milwakee-Eight, omologato Euro 4, monta uno scarico 2-1-2 che produce quel caratteristico sound che solo i grandi big twin americani sanno produrre. Il motore vibra, ma senza infastidire il pilota, la sensazione che trasmette è quella di una potenza infinita.

Altro punto di forza di questa Harley è il nuovo telaio; è in comune tra tutte le moto della gamma Softail, ma con geometrie specifiche per ogni modello. Sulla Fat Bob, in particolare, presenta un cannotto di sterzo più chiuso rispetto alle sorelle (inclinato a 28°), che le dona un’agilità da “moto sportiva”. Questo, accoppiato ad una granitica forcella a steli rovesciati e ad un generoso doppio disco anteriore, garantiscono buone prestazioni in ogni frangente. Pratica la possibilità di poter regolare senza l’uso di chiavi il precarico del mono, in modo da adattare l’assetto della moto a seconda del carico.

La posizione in sella è confortevole e rilassante, ideale per macinare chilometri. Il manubrio molto largo non affatica né i polsi né le spalle e le pedane sono ben posizionate, permettono pieghe inimmaginabili per una custom. L’agilità di guida è incredibile a dispetto del peso, stiamo parlando di una moto che ferma l’ago della bilancia a 306 kg in ordine di marcia! L’unico grande difetto si è presentato guidando sotto la pioggia: le Dunlop D429 che tanto ci sono piaciute sull’asciutto, sul bagnato hanno avuto un grip discutibile e la mancanza di controllo di trazione impone al rider una dose doppia di attenzione.

Il lavoro dei tecnici Harley-Davidson su questa nuova Fat Bob ha portato ad un buon risultato sotto tutti i punti di vista. È la custom che mancava in gamma, una moto che permette anche agli smanettoni di divertirsi sui passi di montagna, una moto ben riuscita che sa stupire sotto molti aspetti.
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