Cosa cambia
L’anno scorso è stato venduto in diecimila unità. Un grande successo.
Tra i tanti clienti soddisfatti, però, qualcuno si era lamentato. Così,
adesso, ha nuovi freni, trasmissione rivista e sospensione posteriore più
a punto. Forse, però, non ce n’era bisogno: era già un ottimo
scooter.
Veloce stradista. Comodo anche per il turismo in coppia a lungo raggio.
Parco nei consumi.
Forse, solo la città va un po’ stretta al Majesty 400.
D’altra parte non si può avere tutto: veloce e preciso nei tratti
extraurbani,
solo negli spazi ristretti, come la marcia in colonna nel traffico, paga
qualcosa in termini di immediatezza e agilità.
Cosa cambia rispetto alla versione provata su Motociclismo di maggio
2004?
Cominciamo con la frenata. Al disco anteriore da 267 mm se n’è aggiunto
un altro, sempre con pinza a due pistoncini di diametro differenziato.
I dischi sono di spessore inferiore rispetto a prima e anche i pistoncini
della pinza sono più piccoli. Secondo i nostri rilevamenti, impiega
31,99 metri per fermarsi da 90 km/h quando la versione precedente aveva
bisogno di 36,40
metri. Migliorato anche il risconto a 50 km/h: 9,98 metri, contro gli 11
della versione del 2004.
Frenata eccellente, dunque. Ma era già ottima. Oltretutto la forcella ora
fa fatica a reggere la potenza frenante. Così ora ci si ritrova
un mezzo dalla frenata ancor più potente, ma al prezzo di una gestione
critica in situazioni limite, per gli scompensi dell’assetto.
Seconda modifica, la trasmissione. L’accusa mossagli in passato era
di essere troppo lenta e fragile sotto sforzo. Yamaha risponde cambiando
il materiale di attrito dei dischi della frizione, cosa che non incide
sulle prestazioni.
In ogni modo, vale la pena sottolinearlo, il Majesty 400 è pensato per
macinare lunghe distanze e non gli si può chiedere lo spunto di un 2T
sportivo.
Leggermente migliorata la ripresa: due decimi in meno rispetto al vecchio
(14,5 secondi contro 14,7) ma soprattutto la velocità di uscita è più elevata
di ben 6 km/h (130 contro 124).
Ultimo capitolo, la sospensione posteriore. Lamentele erano giunte in
Yamaha per la rumorosità degli ammortizzatori. In effetti sembra che,
su alcuni esemplari, ci fosse una risonanza delle molle a passo variabile
utilizzate sulla versione dello scorso anno. Ora è stato cambiato il
passo allo scopo di eliminare questo inconveniente. In ogni modo nel
corso della nostra prova non rilevammo alcun inconveniente.
Come va
Il Majesty 400 è adatto soprattutto a un uso prevalentemente autostradale
ed extraurbano. Infatti, oltre alla velocità (ben 152 km/h rilevati
su questo esemplare), mostra una notevole agilità nei percorsi guidati,
a dispetto della mole.
La ciclistica è sana ed equilibrata. Ricordiamo la struttura principale
in alluminio (vedi foto sopra, riferita alla versione 2004).
Le
sospensioni fanno il loro dovere e la ruota anteriore da 14 pollici contribuisce
non poco a stabilità e comfort.
Buono anche il comportamento nei curvoni autostradali dove altri scooter
più leggeri innescano più facilmente oscillazioni. Sul Majesty, invece,
questo fenomeno è limitato.
La capacità di carico notevole e l’abitabilità anche in coppia
fanno
del Majesty 400 una moto automatica, buona per l’uso quotidiano come per
la gita del fine settimana e le vacanze estive. E volendo si possono
montare a richiesta parabrezza maggiorato, portapacchi e i deflettori laterali
per ampliare la protettività dello scudo, acuendo la validità per il turismo
a medio raggio. Il tutto con consumi assai modesti, per le prestazioni
del mezzo: in autostrada si fanno 19-20 km con un litro e nell’extraurbano
22-23. In città, invece, a causa del peso elevato è difficile arrivare
ai 17 km con un litro.