Test: Peugeot Vivacity
La Casa francese rinnova il suo cinquantino, con una nuova linea e soluzioni inedite per la categoria, come la capacità di carico di 35 litri ed un vano portaoggetti nello scudo, in grado di contenere un casco jet. Il prezzo rimane contenuto. SEGUE...
Come è fatto
Peugeot rinnova il già fortunato modello Vivacity con una nuova linea e
soluzioni inedite per la categoria, come la capacità di carico di 35 litri,
sufficiente per alloggiare due caschi. Così la Casa francese offre un prodotto
non solo indirizzato al mercato dei quattordicenni ma anche a chi cerca
un mezzo pratico per il tragitto casa-ufficio. Il prezzo, abbastanza contenuto
se si considerano le soluzioni proposte e le buone finiture, è di
1.600 euro franco concessionario. La motorizzazione 2T di 50 cc è ancora
EURO 2. La novità più interessante del New Vivacity è sicuramente il bauletto
sotto lo scudo anteriore che permette di alloggiare un secondo casco jet.
Inoltre il serbatoio del carburante è stato spostato sotto la pedana così
da ricavare un notevole spazio nel sottosella, tanto da poter ospitare
un casco integrale e una catena antifurto. Questa soluzione per il serbatoio
permette una capienza di ben 8,5 litri delineando un primato per la categoria.
La strumentazione, mista analogico-digitale, è completa e di dimensioni
generose. Comprende l’indicatore della benzina, il termometro della
temperatura
esterna, il contachilometri e l’ora. Per quelli che non possono mai fare
a meno del telefonino c’è anche una presa 12V per la ricarica.
Come va
Appena saliti in sella si nota un piano di seduta basso (786 mm) e facilmente
accessibile, che lo rende adatto ad un’utenza femminile. La posizione
è confortevole e lo spazio per le gambe è sufficiente anche con un piccolo
carico poggiato sulla pedana. All’apertura del gas la risposta del motore,
un 2T di 49,9 cc raffreddato ad aria, è abbastanza pigra, difetto
nell’utilizzo
in coppia, potrebbe creare qualche problema. Nel traffico emergono subito
le doti di agilità di questo scooter. Infatti le dimensioni compatte e
il baricentro basso, complice anche il serbatoio sotto la pedana, migliorano
quelle doti di maneggevolezza che sono indispensabili per districarsi tra
le auto. Le sospensioni hanno una risposta abbastanza secca sulle asperità
che comunque non risulta mai fastidiosa. La frenata è affidata a un disco
da 200 mm all’anteriore e a un tamburo da 110 mm al posteriore. Buono
il mordente a condizione di utilizzare contemporaneamente il freno davanti
e quello di dietro. Infatti la leva dell’anteriore, troppo soffice,
negli arresti più bruschi arriva a fondo corsa entrando in contatto con
le dita del guidatore.
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