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16 February 2007

Savona e l'entroterra

Da Savona alla scoperta dell'entroterra ligure, tra mulattiere e paesaggi magici

La gita




Sono luoghi magici dove vi guideranno soltanto gli abitanti del posto. Vi porteranno in cima a poggi che dominano il mare, il maestrale vi scompiglierà i capelli, il sapore del sale vi intenerirà l'animo e la mulattiera vi spezzerà le reni.

Siamo stati al mare in pieno inverno, per disintossicarci dai veleni natalizi. Tutte quelle robe orrende che fanno un gran male e fanno solo ingrassare. Il Soviet Supremo del Vino & Tassello non ha avuto dubbi: non c’è niente come il mare per ritornare belli magretti come dei fringuelli. Abbiamo accolto l’invito dei savonesi, anche perché nel 2007 il savonese sarà la lingua uffi ciale nel mondo. Ne abbiamo approfi ttato, uaoa. Dobbiamo dire una cosa: il savonese è bellissimo. Piace all’endurista sfigato che cerca percorsi distensivi, ma piace anche al lupo della steppa più scannato, che passa un pomeriggio tra prima e seconda su per gradini umidi. Un altro piccolo regno di balocchi enduristici spunta tra i boschi marittimi. Naturalmente alcune zone sono ormai blindate, ma molte altre offrono la possibilità di divertirsi un mondo. E una piatto di farinata alla fi ne se lo guadagna chiunque. Però noi siamo scesi quaggiù per l’Enduro, mica per il cibo. Ci accoglie una giornata di vento freddo, ma per fortuna i fondi non sono ghiacciati. I boschi sono spogli, tronchi neri e fondo giallo. Un tappeto di foglie mescolate a radi passaggi fangosi. Troviamo anche foreste di faggi. Ce ne sono alcuni giganteschi, antichi, sembrano sequoie. Naturalmente di qui è passato anche un grosso gruppo di imbecilli che ha sentito il dovere di incidere nomi, cuori e iniziali sulle cortecce, giusto per rassicurarci sulla loro reale esistenza. Sospettiamo che non siano enduristi. Chi ci guida ha la pazienza di portarci a vedere percorsi vari, alcuni da pura speciale di Rally che ci pare di essere in Sardegna. Alcuni tratti vengono utilizzati dai locali per selezionare gli aspiranti enduristi. Usano una delle loro “speciali” per i neofiti. Dopo un bel po’ di chilometri di riscaldamento su percorsi scorrevoli con poche crepe, pietre e solchi non difficili, eccoci alla specialina selettiva. Siamo un poco emozionati, se sbagliamo qualcosa ci becchiamo lo stemma dei “Canarini”, quello col quale si bolla ogni neofita che viene atteso al fondo del percorso. Si tratta di un sentiero bagnato in ogni stagione e con gradini, gradoni e passaggi stretti, in curva, su strapiombi che sono dirimenti tra chi potrà continuare e chi invece sarà consigliato di darsi al lancio dei coriandoli o al pettinare le bambole. Noi, della taglia “Lusco & Brusco”, siamo rimasti classifi cati tra uno e l’altro, tra canarini e coriandolisti, sotto uno sguardo di compatimento. Vabbè. In queste aree si sono corse gare molto famose. Una del tempo delle mele è stata la Riviera 1000, un grande Rally con speciali in notturna. Era il periodo ‘85-‘86, altro secolo, altri permessi. Ai giorni nostri abbiamo avuto gli Assoluti d’Italia 2005, con l’impeccabile direzione del MC Cairo Montenotte, che organizza anche la mitica Cavalcata “Mangia in Moto”. Un giro dove oltre a dello splendido Enduro si trovano colazione, aperitivo e pranzo. Come in tutte le aree della nostra mirabile nazione enduristica, anche nel savonese esistono personaggi che hanno fatto e tuttora fanno parlare di se, Marietto Rossi e Enzo Giannelli. Un altro personaggio meraviglioso, del quale ci siamo innamorati perdutamente, è Beppe “U Bagasciun” di Quiliano (SV). Non fa enduro, non è un pilota. Lui è un artista. Lui fa la meglio Farinata di tutto il savonese. Solo a pensarci ci viene l acquolina in bocca.

Consigli di viaggio





FARINATA

È buona, buona, buona. Alta meno di un centimetro, appena sfornata è sublime. La facevano già i soliti antichi romani per i loro operai, soldati e schiavi. Altri dicono che l’hanno inventata i turchi. A noi non ce ne importa. È un piatto poverissimo, fatto di acqua e farina di ceci. Quasi indispensabile la cottura nel forno a legna. Da queste parti si chiama Turta e chi la crea si chiama turtò. Beppe “U Bagasciun”, l’artista di cui abbiamo già detto, ce l’ha fatta in tutte le maniere. Merita una visita una volta nella vita. Oltre alla versione originale esiste anche quella condita, con rosmarino, con salsiccia, gorgonzola, funghi, prosciutto. Ci si può mettere sopra quasi di tutto. Hanno provato anche la nutella e pare che si acchiappino.

INDIRIZZI


Bed & Breakfast la Luna dei Prati, Via Donato Donatelli 8, Località S. Bernardo, 17044 Stella (SV) Tel. 019.704.00.59 e-mail: patriziafratini@libero.it
Azienda Agricola Dionisa Turco Giusto, Via Bertone, Quiliano (SV), Tel. 019.88.71.53
Farinata da Beppe, Via Don Peluffo, 2R Quiliano, (SV) Tel. 347. 72.61.806
Meccanico Snaked, Corso Vittorio Veneto 85-87 R, 17100 Savona. Tel. 019.811.693
Agriturismo a Ca’ de Alice, Cucina casalinga, Loc. Sanguineo, Finale Ligure (SV) Tel. 019.680.160
M.C. Cairo, Cairo Montenotte (SV), Telefono: 019-502098
M.C. Don Bosco, Arenzano (GE), Telefono: 010-9127726
Gelateria da Sergio, Via L. Corsi, 19R 17040 Mallare, (SV)

BUZZETTO DELLE COLLINE SAVONESI

Da queste parti esiste ancora un vino quasi scomparso. Sono rimasti 4 produttori. È un IGP che si produce tra Savona, Spotorno e Finale ligure, coltivando un vitigno che prende nomi diversi a seconda della zona: Buzzetto, Lumassina o Mataosso. È sempre lui, in ogni caso. L’origine del nome è dovuta al fatto che questo bianco è piuttosto “buzzo”, aspretto. Al palato sentiamo le “fasce” dove crescono le viti, il sudore del contadino, il profumo di erbe falciate. Si ode il mare all’alba, quando le acciughe fanno il pallone, che sotto c’è l’Ala Lunga.
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