Rossi saccheggia indianapolis: vittoria 69 in top class, 146 podi, unico italiano con due gare vinte in u.s.a.
Indianapolis (U.S.A.) 14 settembre 2008 –
TERMINATOR Valentino
Rossi in sella alla Yamaha M1 si è distinto anche nell’inedita gara della
MotoGP di Indianapolis, dove ha lasciato il segno con una vittoria guadagnata
in condizioni proibitive: sotto il diluvio e con il vento rafficato, che:
“Rendeva impossibile tenere la moto dritta sul rettilineo” racconta
il
pesarese. Ha battuto Nicky Hayden, secondo, in casa ed è stato accompagnato
sul podio dal compagno di squadra Jorge Lorenzo, terzo. Era un evento storico
per Indy: il ritrovo delle due ruote dopo 99 anni e Valentino voleva esserne
protagonista. Ci è riuscito vincendo la gara: il Dottore era in testa,
quando ancora mancavano otto giri al termine e lo sventolare della bandiera
rossa ha decretato la fine della corsa, per impossibilità tecnica. Rossi
ha sentito la vittoria vicina dopo aver superato Nicky Hayden (una vera
furia sul circuito americano) a 15 giri prima della fine. Liberatosi
dell’americano
ha percorso due giri al massimo accumulando 6” di vantaggio. La vittoria
sul “circuito dei mattoncini”, il brickyard come gli americani
chiamano
Indianapolis, è valsa proprio altri 25 mattoncini aggiunti alla scalata
di Valentino verso il Mondiale, che si avvicina sempre di più. Ora la pila
di mattoncini del pesarese è più alta di 87 rispetto a quella del rivale
Casey Stoner. Rossi con 287 punti è leader nella lotta per l’iride davanti
a Stoner, secondo a quota 200, e Pedrosa, terzo con 193. Il successo di
Valentino batte ogni record: arriva a 69 vittorie in carriera nella top
class e si lascia indietro le 68 di Giacomo Agostini, raggiunte con la
vittoria a Misano nel GP di San Marino. Segna 146 podi. È il primo italiano
a vincere due gare negli Stati Uniti. Praticamente inarrestabile, anche
nelle condizioni più impossibili, è un vero terminator della moto: se il
pacchetto è buon non si lascia scappare un obiettivo.
PODIO TRISTE Valentino dedica la vittoria al nonno Dario, il padre
di Graziano Rossi, che lo ha lasciato stroncato da una grave malattia:
“Dario ci teneva tanto a vedermi vincere questo Mondiale. Almeno, così,
posso dedicargli una vittoria”.
STUDIO E LODE Dice Davide Brivio, team manager del pesarese:
“Valentino
è partito con calma, per capire bene il circuito. È solito prendere le
misure”. E far scaldare le gomme Bridgestone, che rispetto alle Michelin,
soprattutto sul bagnato, entrano in temperatura più tardi. In effetti Vale
è partito indietro, preceduto da Stoner, Hayden, Dovizioso e Lorenzo, ma
poi ha recuperato. Il dottore commenta così la sua gara: “Stoner andava
più piano. Hayden e Dovizioso, invece, andavano ma sono riuscito a superarli.
Passato Hayden ho fatto due giri velocissimo, ma poi ha cominciato a piovere
tanto. Quando la moto si impennava non riuscivi a controllarla. Per colpa
del vento l’erba sintetica a bordo pista si alzava e sul circuito
arrivavano
sacchetti di plastica, lattine e bottiglie. Speravo che esponessero la
bandiera rossa, ma non ho osato chiederla alzando il braccio, perché sai
com’è… ero in testa e quando sei primo poi gi altri possono dire che
hai chiesto di interrompere la gara perché eri primo”. Nicky Hyden si
complimenta con Rossi: “La mia moto andava bene e le gomme pure, ma è
difficile battere Valentino in queste condizioni. Se avessi vinto sarebbe
stato bello, ma non era possibile, perciò va bene così”.
CRISI DUCATI Non sono chiare le cose a Borgo Panigale: il team sostiene
che Casey Stoner sia in difficoltà per il dolore alla mano, ma il pilota
australiano tende a mitigare, perché non vuole si dica in giro che il male
è un pretesto per giustificare la mancanza di risultati. La Ducati, Livio
Suppo (direttore sportivo del Progetto MotoGP) in particolare, spinge molto
per far valere la tesi dei problemi fisici di Casey, quasi volesse nascondere
difficoltà tecniche che hanno ridotto il vantaggio del motore di Borgo
Panigale su quelli della concorrenza giapponese. Il più informato sui fatti
sembra essere Valentino Rossi che spiega: “Stoner mi ha detto che la mano
gli fa male, ma neanche più di tanto”.
DOVI E MICHELIN Andrea Dovizioso (Honda Team Scott) è soddisfatto della
sua gara e prende le difese della Michelin: “Volevo a tutti i costi un
giro in testa prima della fine della stagione e ci sono riuscito. Qui era
difficile, perché siamo partiti con gomme che non avevamo mai provato –
si dice che Michelin abbia portato coperture a mescola intermedia tra le
rain e le slik, al limite del regolamento n.d.r. -. Le gomme posteriori
non scaricavano. Michelin ha un buon passo anche sull’asciutto, ma deve
puntare sull’anteriore, perché ha grip dietro, ma non offre garanzie sul
davanti, quando porti la moto al limite”.