Prova: Suzuki Bandit 1250 S Traveller
Traveller è l’allestimento turistico della semicarenata Bandit 1250 S. Suzuki la propone in questa versione con un prezzo molto vantaggioso (9.750 euro) nel mercato delle tourer, sia giapponesi sia europee. La moto è pesante, ma si guida bene. Il motore è facile, offre una buona spinta e si adatta a tutte le situazioni, con un’erogazione lineare. Ottime le sospensioni. Efficaci i freni.
Catarretristiche
CARATTERISTICHE Abbiamo provato la Suzuki Bandit 1250 nella sua
versione
semicarenata S, con l’allestimento Traveller: cupolino ad aletta
variabile,
bauletto da 47 litri, borse laterali rigide da 35 litri. Ha un grande punto
a favore: il prezzo molto interessante di 9.750 euro, che la pone ben al
di sotto, in termini di impegno economico, alle più dirette rivali sia
giapponesi che europee, Moto Guzzi Breva 1100 compresa. La cura costruttiva
è di buon livello, sebbene qualche scricchiolio arrivi dalle plastiche
del cupolino su asfalto dissestato.
Motore
MOTORE La versione Traveller
ha lo stesso motore della Bandit S: il quattro cilindri ad iniezione raffreddato
a liquido del 2007. In quell’anno la cilindrata fu aumentata di quasi
100 cc raggiungendo la cubatura di 1.250. Inoltre il propulsore fu equipaggiato
con l’iniezione elettronica ed il raffreddamento a liquido, che gli
diedero
una maggiore prontezza all’acceleratore, una combustione più efficiente
e maggiore coppia. Caratteristiche rimaste ancora oggi invariate. Con oltre
240 kg di peso in ordine di marcia, la Bandit 1250 S lascia spazio a qualche
dubbio, a maggior ragione se è completa di valigie e baule posteriore.
Ma, come spesso succede parlando di moto, l’apparenza inganna.
Come va
COME VA Piace da subito la posizione in sella: si mettono i piedi a
terra, anche se il serbatoio è largo fra le gambe, grazie ad un altezza
della sella (regolabile) adeguata. Le pedane sono rialzate. Forse andrebbero
avanzate leggermente. Il manubrio è nella posizione corretta, rialzato
e piegato per offrire l’appiglio più naturale alle braccia. Le valigie
comportano qualche difficoltà di manovra, in città e nelle strade più strette.
Appena in movimento, però, la grossa Bandit non dimostra né peso né cubatura
esuberanti: difficile trovare una moto di simile stazza così amichevole
e facile fin dai primi metri di marcia. Il motore ha un’erogazione
lineare,
che garantisce sempre una buona spinta. La maneggevolezza è davvero grande:
ottima la leva fornita dal manubrio, l’avantreno leggero e il motore
facile
in ogni situazione rendono l’equilibrio dinamico da riferimento. Il
comfort
è fra i migliori: le sospensioni assorbono con facilità le asperità del
terreno. Solo qualche difficoltà per la forcella nei curvoni veloci. I
due dischi anteriori si dimostrano efficaci, modulabili, resistenti alla
fatica e con uno sforzo contenuto alla leva; decisamente più
“legnoso”
il disco posteriore che richiede un certo vigore.
La prova completa su Motociclismo di settembre.
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