Prova: Kawasaki Ninja 250R
La piccola sportiva di Akashi si rivolge ad un pubblico giovane. Non ha un costo eccessivo ed è molto divertente. Ideale per l’utilizzo in città, non delude quando il ritmo si fa un po' più veloce, dove si apprezzano le buone doti della ciclistica ed un motore brioso da 29 CV. La frenata è decisa, ma mai brusca. SEGUE…
Caratteristiche
CARATTERISITCHE La Ninja 250R è la entry-level della Kawasaki. Facile
da guidare e poco impegnativa anche dal punto di vista economico, la si
può avere con 4.550 euro. Ha una linea che richiama le sorelle maggiori
della famiglia Ninja, la ZX-6R e la ZX-10R. Piace molto l'anteriore: il
cupolino è filante e aggressivo, il faro ricorda la Z750 del 2004 e anche
gli specchietti contribuiscono ad incattivire l’estetica. Peccato solo
per la ruotina posteriore da 130/70, davvero poco muscolosa, e per il telaio
ed il forcellone in acciaio, per niente sportiveggianti. Si rivolge ai
diciottenni (per la potenza sotto la soglia dei 34 CV) e al pubblico femminile
(per il piano di seduta a soli 780 mm da terra).
In città
IN CITTÀ La Ninja 250R tra le auto incolonnate si muove con facilità:
è silenziosa ed è agile. La sella consente di poggiare saldamente i piedi
anche a chi si aggira sul metro e sessanta, agevolando le manovre a bassissima
velocità. S’aggiunga la frizione morbida, il ridotto raggio di sterzo
e il peso abbastanza contenuto ed ecco che la Ninja 250R svela quasi tutta
la sua indole cittadina. Nei brevi spostamenti trotterella leggero, senza
strappi e particolari vibrazioni percorrendo fino a 24 km con un litro
di benzina. Sino ai 6.500-7.000 giri la potenza e la coppia a disposizione
sono ridotte, ma bastano per divincolarsi la mattina tra un’auto e
l’altra.
Nelle partenze al semaforo, però, bisogna dare gas con decisione per rimanere
al passo di uno scooter di pari cilindrata.
Sulle strade extraurbane
SULLE STRADE EXTRAURBANE Superati i 7.500 giri sale con più brio e
la spinta sa far divertire anche chi è abituato a ben altra cavalleria.
La zona rossa è posta a 12.000 giri ma fino a 13.500 il motore sale ancora.
Nelle curve veloci le quote ciclistiche garantiscono buona stabilità e
occorre forzare davvero, perché si inneschino degli ondeggiamenti. Benché
non da sportiva vera, telaio e sospensioni si comportano a dovere. La forcella
e il monoammortizzatore, entrambi privi di regolazioni idrauliche, lavorano
bene. In frenata l’anteriore non affonda eccessivamente e una volta
rilasciati
i freni non rimbalza indietro; il posteriore non si siede mai e contribuisce
a mantenere l’equilibrio generale. Le prime sconnessioni prese a moto
inclinata però innescano qualche serpeggiamento e piccole perdite
d’aderenza.
A centro curva l’appoggio sulle ruote e la luce a terra consentono pieghe
di tutto rispetto e la cavalleria a disposizione non basta a mettere in
crisi il pneumatico posteriore in uscita. In ingresso però si fatica un
po’ a sentire l’anteriore e questo limita la fiducia del pilota.
Monta
un disco anteriore da 290 mm a margherita in stile racing, che, però, è
abbinato ad una pinza tradizionale a due pistoncini. La frenata è decisa,
ma mai brusca, ed il comando alla leva sempre modulabile. Nella guida sul
misto lento dunque la Ninja 250R diverte senza stancare: basta avere
l’accortezza
di usare molto il cambio - preciso e morbido - per tenerla su di giri come
una 2T. Attenzione però le prime volte che curvate perché questa duemmezzo
chiude la traiettoria in modo deciso.
In autostrada
IN AUTOSTRADA Accanto ad una buona protezione aerodinamica e ad una
dignitosa velocità di crociera dobbiamo segnalare una scarsa abitabilità
delle gambe e delle fastidiose vibrazioni sopra i 7.000 giri. Invece, quando
ci si ferma ai rifornimenti torna il sorriso: si può viaggiare a 130 km/h
con un consumo di circa un litro di benzina ogni 27 km.
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