Prova: Harley-Davidson XR 1200
La XR 1200 è la più sportiva delle Harley-Davidson. L’estetica si rifà alla 750 da dirt-track, ma la nuova Harley offre il meglio di sé sull’asfalto ed in particolare sulle curve, dove dimostra una buona maneggevolezza. Anche con l’ultimo rapporto inserito, si può riprendere da bassissimi regimi senza strappi, disponendo in ogni istante di una coppia più che buona.
Caratteristiche
La XR 1200 è la più potente della gamma Sportster. Costruita solo per il
mercato europeo, si ispira alla XR 750, velocissima regina del dirt-track.
Offre tanto gusto tra le curve a medio raggio, dove disegnare traiettorie
tonde e precise. Rispetto alle altre moto di Milwaukee la XR 1200 è meno
precisa in alcune finiture ed è quella con la sella più bassa. Pecca nella
larghezza della seduta notevole, che impedisce di stringere bene le gambe
quando si è in piedi. Questo, insieme ad un peso abbastanza elevato, rende
un filo difficoltose le manovre da fermo, soprattutto se in presenza di
dislivelli.
Motore
La XR 1200 è equipaggiata con il
motore Evolution ben dosabile grazie ad una frizione modulabile e
sufficientemente
morbida. Questo bicilindrico (la cui descrizione completa è su Motociclsimo
05/08) è molto simile al 1200 che equipaggia il resto della gamma Sportster,
ma dispone, di una nuova centralina (che sposta circa 1.000 giri più in
alto l’intervento del limitatore), di alberi a camme con profilo
differente
e di un più efficiente raffreddamento delle teste. Il risultato è
un’elasticità
ottima, come sempre. Anche con l’ultimo rapporto inserito, si può
riprendere
da bassissimi regimi senza strappi, disponendo in ogni istante di una coppia
più che buona. Buona anche la spinta ai medi, ma è solo oltre i 6.500 giri
(indicati) che il rinnovato bicilindrico “cambia marcia” e regala
500
giri di vigore coinvolgente e sconosciuto al fratello tradizionale. Tanto
che, in quinta, si raggiunge facilmente il limitatore a 200 km/h indicati.
Ciclistica
In sella alla XR 1200 si gode di
una stabilità sempre ottima. Proprio questa è la miglior caratteristica
della ciclistica della nuova Soprtster. Neutra, sufficientemente rapida
nello scendere in piega e poco interessata dall’effetto autoraddrizzante
nelle entrate in curva coi freni ancora “pizzicati”, è sempre
intuitiva,
ma non gradisce una guida nervosa o eccessivamente sportiva. Gli ammortizzatori
soffrono di una taratura un po’ rigida e poca corsa, mentre
l’impianto
frenante Nissin è ottimo.
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