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Nuove Indian 2014: ecco come vanno

Abbiamo attraversato il South Dakota, il Wyoming e il Colorado per raccontarvi in anteprima le sensazioni di guida sulle nuove Indian Chief. Finiture d'alto livello, tanta stabilità, maneggevolezza e un motore molto generoso e personale. In Italia a Eicma

Nuove indian 2014: ecco come vanno

Se noi diciamo Sturgis, la maggior parte di voi (almeno tutti quelli che amano le custom) risponderanno Harley-Davidson. Ma quest'anno qualcosa è cambiato: Indian, il marchio che nel 1938 diede i natali alla manifestazione (allora si chiamava “Black Hills Classic” ed era una gara di velocità su terra) ha fatto presente a tutti che è arrivato il momento di riprendere il posto che gli spetta nell'universo dei V-twin. Nel '36 Clarence “Pappy” Hoel diventava rivenditore Indian a Sturgis, fondando il motoclub Jackpine Gypsies. Due anni dopo 9 corridori scatenati (tutti su Indian) e un piccolo pubblico davano vita a quello che sarebbe diventato lo Sturgis Motorcycle Rally. Erano gli anni '30, i motociclisti erano pionieri e pazzi, selvaggi e sognatori, adrenalina e poesia. Oggi, 75 anni dopo, Indian (a soli due anni dall'acquisizione da parte del colosso Polaris) torna qui da protagonista, presentando ufficialmente le tre nuove Chief, costruite attorno al nuovissimo motore a V longitudinale di 49° da 1.811 cc, il Thunder Stroke 111 (ne abbiamo parlato qui, dove trovate anche la mega gallery).

 

UN MOTORE, TRE VERSIONI

In sostanza le tre moto sono la stessa declinata nelle diverse versioni, ma i particolari che le differenziano bastano a renderle abbastanza diverse l'una dall'altra, per stile ma anche per feeling di guida. L'impatto è superbo, abbondanza di cromature, loghi con il celebre “capo indiano” sparsi dappertutto e l'elegantissimo motore ispirato a quelli degli anni '40 a farla da padrone. L'intento di Polaris è evidente da subito: la Indian non c'entra nulla con Victory, l’altro marchio di bagger e custom che è nell’orbita del colosso americano dei quad e delle motoslitte, con questa non condivide infatti neppure una vite. Insomma, siamo di fronte a una moto nuova, partita da un foglio bianco (qui alcune immagini di dettagli tecnici e le foto del test) e dal desiderio di richiamare i gloriosi anni '40 e '50 nelle forme e nei colori. Questi sono solo tre: Thunder Black (il più economico), Indian Motorcycle Red e Springfield Blue.

 

CHIEF CLASSIC: VERSO LE ROCKY MOUNTAINS

Siamo pronti a partire da Rapid City diretti a Denver. Guideremo attraverso le Black Hills, il monte Rushmore con i faccioni dei 4 presidenti e il passo a oltre 3.500 metri delle Montagne Rocciose. Iniziamo il viaggio a bordo della Chief Classic, essenza della cruiser all'americana. La sella in pelle è comoda e la posizione di guida naturale. Nonostante le dimensioni di tutto rispetto la sensazione di guida è fluida e semplice. Nonostante i suoi 368 kg in ordine di marcia risulta molto maneggevole sia da ferma che a basse velocità. Nelle ripartenze la coppia mostruosa di 161 Nm a 3.000 giri ti strappa il manubrio di mano, poi arriva il bello. Il motore tira sin dai 1.500 giri, quindi mettiamo la sesta e ce la scordiamo lì. Le vibrazioni ci sono, certo, ma non interferiscono violentemente con il comfort di guida. Tra le curve la risposta del telaio è inaspettatamente precisa, vista la mole e le dimensioni. Ci dimentichiamo completamente la luce a terra di 140 mm e grattiamo sonoramente e l'asfalto. Merito della straordinaria rigidità della struttura modulare in lega leggera. I cerchi da 16” con pneumatici da 130/90B16 e 180/65B16 seguono ubbidienti le traiettorie impostate, coadiuvati dalla forcella da 46 mm con 119 mm di escursione che copia a dovere le asperità del pessimo asfalto americano. La dotazione di serie comprende ABS e cruise control, particolarmente apprezzato nelle lunghe strade statunitensi che attraversano le praterie.

 

CHIEF VINTAGE: SAPORE D’ANTICO

Non vediamo l'ora di salire sulla Vintage per verificare la proiettività dell'ampio parabrezza a sgancio rapido. L'assenza di protezione sulla Classic alla lunga stanca. La Vintage offre inoltre le borse laterali artigianali in pelle morbidissima al tatto accoppiate con la sella e asportabili. Tutti elementi che ne enfatizzano l'anima da soft bagger per chi ama il sapore del passato, aggiungendo 10 kg al peso complessivo. La differenza maggiore rispetto alla moto da cui siamo appena scesi è l'altezza della sella, che qui è di 737 mm.

 

CHIEFTAIN: UNA VERA TOURER

È giunto il momento della tourer Chieftain. Stiamo iniziando ad arrampicarci lungo la Trail Ridge Road, la strada asfaltata più alta degli USA che ci porterà agli oltre 3.500 metri delle montagne Rocciose. Il lavoro più duro del direttore del design (Greg Brew) è stato proprio coniugare l’immagine tourer con l'identità del marchio. Per farlo si è ispirato alle leggendarie locomotive Super Chief. Il risultato è un modello con spiccata vocazione turistica e una ricca dotazione che include il parabrezza elettrico, la chiusura delle borse gestibile dalla consolle sul serbatoio o dal telecomando, il sistema di monitoraggio degli pneumatici, un imponente impianto stereo da 100 W con Bluetooth, la presa accendisigari e un comodo alloggiamento sulla destra (per riporre e ricaricare uno smartphone). Nelle curve la Chieftain è anche più agile delle sorelline, eh sì, perché è leggermente più corta (2.570 mm) grazie alla diversa inclinazione del cannotto di sterzo (25° invece dei 29° delle altre) e alla riduzione dell'avancorsa (da 155 a 150 mm).

 

A NOVEMBRE, A MILANO

Il lancio in Italia è previsto ad Eicma 2013, dopodiché saranno vendute in concessionari monomarca. Per il prezzo è ancora tutto da decidere, almeno per l’Italia. In Francia e in Spagna queste le quotazioni: Classic 23.595 (F), 25.795 (S); Vintage 25.399 (F), 27.799 (S); Chieftain 26.199 (F), 28.599 (S). Per rendere omaggio all'anno di fondazione, le prime 1.901 Indian Chief prodotte saranno identificate da una targhetta e da una certificazione che ne attesterà la numerazione. Un'iniziativa che vuole dire “andremo lontano, chi comprerà queste prime moto avrà domani un pezzo di storia”. Dal vecchio West arriva un nuovo desiderio di conquista, la diretta rivale è avvertita.

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