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04 March 2010

Motociclismo d'Epoca - aprile 2010

È in edicola Motociclismo d'Epoca di aprile con il servizio sulla Yamaha RD 350 LC, la 2 tempi che sconvolse il mercato.

EDITORIALE

Altri tempi

 

Stavamo ancora rammaricandoci per la soppressione del Campionato mondiale classe 250 (ne abbiamo parlato ampiamente sul numero scorso), quando l’avvicendamento del lavoro redazionale ha voluto che ci occupassimo della Parilla 250 bialbero, splendido purosangue che poi abbiamo cercato di rievocare come meritava nel servizio a pagina 76 di questo numero.

È stato come rigirare il coltello nella piaga, aumentando il dispiacere per la scellerata decisione che ha privato la sport ad alto livello di una recita importantissima. Mentre sono tornati ad affiorare tantissimi ricordi legati alle meravigliose imprese di moto e piloti italiani, da Ruffo-Moto Guzzi-1949 a Simoncelli-Gilera-2008, con bilancio migliore di tutti gli altri contendenti. Quante pagine di storia che ora purtroppo non hanno più collegamento con presente e futuro…

Mentre stavamo meditando sui bei tempi, dalla documentazione fornitaci dai fratelli Parrilla per approfondire la storia della 250 bialbero, è uscito anche il contratto stipulato nel 1955 con Gianfranco Muscio, un promettente pilota ormai scomparso che si distinguerà sia in circuito sia nelle gran fondo.

È un testo semplice, che si percepisce stilato senza l’intervento di avvocati e consulenti, senza risvolti pubblicitari come oggi, un testo sorprendente anche per il lato economico perché secondo le tabelle ufficiali di rivalutazione monetaria le 250.000 lire citate nel contratto per l’intera annata, in esclusiva, corrispondono a 3.500 euro. Una cifra che oggi fa sorridere anche piloti di secondo o terzo piano.

Altra missiva che si legge quasi con commozione è quella inviata, sempre a Muscio, dopo “il difficile ed aspro Motogiro 1956”, firmata da Giovanni Parrilla, dove si può leggere che “ripensando agli sforzi fisici e morali sostenuti da ognuno di noi, mi viene spontaneo rivolgere a Lei, che con suprema tenacia ha saputo strappare all’avversa fortuna quei risultati cui tutti noi aspiravamo, un particolare ringraziamento”.

Sarà perché siamo della vecchia guardia, ma queste parole ci hanno veramente colpito, come probabilmente colpiranno tutti quanti hanno vissuto quel periodo esaltante. Mentre ben più formali e complicati sono certamente i rapporti odierni tra Case e piloti, chissà se li verremo mai a sapere…

 

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