Motociclismo corre alla pikes peak, in colorado (usa) - giorno 2
Colorado Springs (U.S.A.) mercoledì 16 luglio 2008 –
GIORNO 2 Il
nostro Marco Marini ci racconta la seconda giornata vissuta da lui e da
Marco Belli alla Pikes Peak: “Ore 3 del mattino suona la sveglia, si va
in montagna, iniziano le prove. Ieri non siamo riusciti ad andare a vedere
la strada: poco male, sarà una bella sorpresa. Prendiamo il pick up e andiamo
alla partenza della Pikes Peak, nel buio pesto di una notte senza luna.
Con noi c’è Ron di KTM North America, col suo orange-truck e le nostre
moto ben custodite all’interno. Il tempo di vestirsi e alle 5 inizia il
briefing, al centro di un paddock incredibile: tutte le moto sono nel bosco
a lato della strada, al buio, e c’è chi prova la carburazione, chi smonta
gomme e chi scalpita per partire. Ma dobbiamo aspettare il sole, che sorgerà
tra 30 minuti. Alla fine del briefing inizia a vedersi qualcosa, tutti
pronti, si parte! Oggi faremo su e giù 4 volte il primo tratto di gara,
5 miglia. L’ultima delle 4 salite sarà valida per la griglia della
domenica.
Subito vediamo che il livello dei primi 3, tali Micky Dymond, Jeff Grace
e Davey Durelle, è altissimo. Il primo non ha bisogno di presentazioni,
è uno dei miti del cross USA e anche oggi, a 43 anni suonati, fa spavento.
Jeff è un buon pilota dell’AMA Supermoto che vive qui a Colorado Springs
e conosce questa strada come nessun altro. Addirittura meglio di Durelle,
campione di flat track e recordman alla PPIHC, con 11 vittorie e il record
assoluto per le moto con 11’46”. Questi tre sono imprendibili e
quest’anno
si sono ritrovati tutti nella classe regina, la 750. La KTM 690 SMC di
serie del nostro Belli (pensate che Dymond corre con la Husqvarna 660 con
cui Delepine ha vinto il Mondiale Supermoto…) non può competere a quel
livello e anche le Dunlop Mutant, nonostante tengano il passo delle migliori
rain sui tratti asfaltati, pagano il dazio di una mescola “stradale”
con una trazione inferiore sullo sterrato. Detto ciò, Marco è 5°, io 12°:
domenica lui partirà con i migliori, perché le griglie sono composte da
5 piloti alla volta. La parte bassa del tracciato, quella fatta oggi, ha
un primo 50% asfaltato piuttosto veloce nel bosco e un secondo tratto sterrato,
con tornanti, curvoni lunghi dove butti dentro fino alla 4° e rettilinei
dove il motore, che perde CV per la scarsità di ossigeno, non bastano mai.
Una goduria. Siamo saliti da 9.390 feet (2.860 metri) fino agli 11.440
feet (3.490 m) di Glen Cove. Domani mattina, sempre all’alba, saremo in
quota per la seconda parte della salita, recentemente asfaltata, che ci
porterà ai 12.780 feet (3.900 m) del Devil’s Playground. L’aria
inizia
a farsi leggera, leggerissima, dà un po’ alla testa e rappresenta solo
una delle mille variabili della Pikes Peak. Ciao, a domani, ora andiamo
alla grigliatona organizzata dalla Apex Sport (mega store delle due ruote
per on e off road) per tutti gli iscritti alla Pikes Peak: qui i piloti
stanno sempre insieme, si scambiano consigli, impressioni e anche parti
speciali. C’è un clima stupendo di competizione ed amicizia intorno a
questa gara e, dispiace ammetterlo, ma è una gran bella lezione che dovremmo
imparare dagli americani”.