Mondial Piega: il test in pista
La Piega debutta sul mercato
Introduzione
Presentata ufficialmente
a luglio del 2000, la Mondial Piega debutta sul mercato. Ne saranno prodotte
250 l’anno e costa 30.000 Euro
Il “cuore” della Piega è il motore Honda
bicilindrico che equipaggiava
la SP-1. Nella “versione Mondial” è accreditato di 140 CV
a 9.800
giri e 10,2 kgm a 8.800 giri. Esteticamente si caratterizza per le linee
tese e filanti, il doppio gruppo ottico anteriore sovrapposto ed i
silenziatori dello scarico “annegati” nel codone.
La livrea grigio-blu
è un richiamo ai tempi in cui la Mondial vinceva Gran Premi a ripetizione
nel Campionato del Mondo.
Il telaio è del tipo a traliccio in tubi tondi al cromo-molibdeno,
così come il forcellone, rivestito però in fibra di carbonio.
Di prim’ordine tutta la componentistica. Le sovrastrutture sono
interamente in fibra di carbonio (tranne il serbatoio, in alluminio,
sotto al quale si trova l’airbox dotato di presa dinamica frontale),
l’impianto
frenante prevede il doppio disco da 320 mm con pinze a 4 pistoncini
e 4 pastiglie all’anteriore ed un disco singolo da 220 mm a singolo
pistoncino al posteriore. Il reparto sospensioni è composto da elementi
completamente regolabili: il mono posteriore, realizzato su specifiche
Mondial, è della Ohlins (come l’ammortizzatore di sterzo) mentre la
forcella
upside-down da 46 mm di diametro è una Paioli. Kevlar a treccia per
i tubi di raccordo dei freni e del sistema di lubrificazione. Completamente
regolabili anche le pedane. Numerose le componenti della ciclistica in
ergal ricavate dal pieno.
Il test in pista
Il test, svoltosi sul neonato circuito di Adria, molto tecnico ma privo
di curvoni veloci, ci ha permesso si saggiare le ottime doti dinamiche
della Piega. Le moto in prova, equipaggiate con pneumatici Pirelli Supercorsa,
hanno mostrato una notevole maneggevolezza.
L’avantreno,
molto reattivo, ha il solo limite di trasmettere poca
confidenza
nelle curve in appoggio più lunghe.
In uscita di curva la trazione è notevole e gestire le eventuali
perdite
di aderenza risulta facile. Molto contenuti, infine, i trasferimenti di
carico in staccata.
Buona la potenza massima ma l’erogazione ci è parsa poco
lineare:
un po’ “vuota” fra i 3.000 e i 7.000 giri, diventa brusca
appena superati
in 7.500 indicati, “sporcando” l’uscita dalle curve lente.
Tuttavia,
su uno dei quattro esemplari a nostra disposizione, la mappatura era invece
azzeccata e pare sia proprio la direzione in cui stanno lavorando i tecnici
Mondial.
A breve, quando proveremo la Piega sul più veloce circuito di Monza
e ne rileveremo strumentalmente le prestazioni, potremo verificare gli
ultimi sviluppi apportati al progetto.
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