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Manutenzione invernale: uso e ricovero della moto, tutti i segreti

Che siate biker indomiti e pronti ad affrontare la brutta stagione in sella alla vostra due ruote oppure che preferiate lasciarla a riposo fino alla primavera, una corretta e specifica manutenzione è una prassi necessaria. Ecco alcuni consigli pratici sulla manutenzione invernale della moto (e dell'abbigliamento) per evitare danni e scocciature

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I segreti per una corretta manutenzione invernale 

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Con l’arrivo del freddo vero non si deve necessariamente rinunciare al piacere di muoversi in moto. Come per tutte le cose, però, l’importante è usare sempre un pizzico di testa, avere quell’accortezza in più verso sè stessi e il proprio mezzo, per evitare che il cambio di stagione influisca negativamente non solo sul nostro umore, ma anche sulla nostra “compagna”. I consigli che ci sentiamo di dare sono spesso sovrapponibili: tra la pioggia, il gelo, l’umidità, il sale e lo sporco raccolto dall’asfalto, anche solo non lavarla per tutto il periodo invernale potrebbe portare a qualche noia non prevista. Andiamo quindi al nodo della questione, come affrontare al meglio la brutta stagione e cosa fare se decidiamo di lasciare la moto in box.

Intanto una prima domanda: avete un garage? Se la risposta è negativa, allora munitevi di un telo impermeabile e traspirante, per evitare che al suo interno si formi della condensa e, magari, del ghiaccio quando le temperature notturne scendono parecchio. Se invece lo avete, il box, il telo torna utile per evitare che la moto venga coperta dalla polvere, ma deve essere specifico per un uso interno: quindi non impermeabile, ma totalmente traspirante. In alternativa va bene un vecchio lenzuolo di cotone.

Prima di tutto, però, lavate la moto. Moscerini, pietrisco, sporco incrostato intorno alla viteria: tutto va eliminato per evitare possibili punti di ossidazione, graffi o anche opacizzazione della vernice. Il nemico più subdolo rimane comunque il sale, quello sparso per evitare che le strade ghiaccino durante le ore più fredde o dopo una nevicata. O lo stesso che impregna l’aria e gli asfalti nelle località di mare. Il sodio non fa male di per sé, ma in eccesso non fa bene né a noi né alla nostra moto: s’insinua ovunque ossidando i metalli e cibandosi delle parti in gomma o attaccando le vernici. Lavare la moto in modo accurato diventa un’operazione di routine da svolgere di rigore, magari aiutandosi con detergenti specifici poco aggressivi.

Se siete dei fan dell’idropulitrice, due regole base: tenere il getto a 30 cm dalla moto e non indirizzarlo verso i punti critici come i mozzi ruota, la catena e i contatti elettrici.

Importante è anche l’asciugatura: utilizzate un panno di daino o simili, da passare non solo sulla parte esterna della carrozzeria, ma anche sui cerchi, le sospensioni e ovunque riusciate ad arrivare. Per finire, un giretto in moto per far evaporare l’acqua rimasta negli spazi difficili, come ad esempio dietro al motore o dentro il terminale di scarico. In alternativa, se lo avete, usate il getto d’aria di un compressore. Infine, una lucidata con prodotti protettivi specifici (una volta si usava il silicone spray) sulle parti metalliche (a motore freddo, s’intende!) le preserva da ulteriori azioni degli agenti atmosferici e dello sporco.

Un’operazione che viene spesso tralasciata è la pulizia della catena, che molti si limitano ad ingrassare ad oltranza, senza mai detergerla. Sarà che non l’abbiamo sempre sotto gli occhi ed è facile dimenticarsene, ma è lei che permette il moto… alla nostra moto. Per liberarla dalle impurità senza rischiare di danneggiare gli elementi interni come gli o-ring di gomma, il consiglio è di utilizzare detergenti specifici privi di solventi aggressivi (evitare quelli a base di benzina) e subito dopo di ingrassarla per tutta la sua lunghezza, in modo tale da preservarne non solo la durata, ma anche la flessibilità.

E dato che siamo in zona, approfittiamone anche per dare una pulita ai dischi freno. Anche loro meritano di essere coccolati periodicamente. Se provate a passare anche solo un dito sulla superficie - a freddo, se non volete lasciarci i polpastrelli - vedrete come vi rimarrà attaccato il famigerato “nero”, che va a formarsi non solo per la polvere accumulata, ma soprattutto per residui dati dal consumo delle pastiglie.

Per quanto riguarda la benzina, invece? Meglio lasciare il serbatoio “secco” oppure fare il pieno? Se si è inesperti la prima risposta può suonare come la più logica, visto che la moto non viene usata, eppure la miglior cosa da fare è riempirlo per evitare l’evaporazione del carburante e la formazione di condensa. Se il serbatoio è in acciaio, alla lunga possono portare la superficie interna all’ossidazione. Se invece è di plastica, si riduce comunque il rischio di umidità che può danneggiare l’impianto di alimentazione.

A questo proposito, aggiungete un additivo ad hoc che eviti l’evaporazione e al contempo mantenga efficiente la potenza detonante della benzina, così da essere pronta all’uso.

Discorso che vale ancor di più nel caso in cui la moto monti dei carburatori: i possibili residui metallici possono ostruire gli ugelli, mentre le parti in gomma come i collettori d’aspirazione tendono a seccare e a creparsi. Oltre alle parti in gomma, vanno tenute sott’occhio anche la sella e le plastiche - se presenti - che compongono la carrozzeria del proprio mezzo.

Per quanto riguarda la seduta, se si affronta un inverno parecchio rigido, il consiglio è quello di utilizzare prodotti ad hoc (se è in pelle, va bene quello utilizzato per i divani) che le mantengano non solo pulite ma soprattutto morbide, così da evitare crepe indesiderate anche se la moto è nuova. I prodotti a base siliconica vanno bene, bisogna solo ricordarsi di asciugare bene per evitare che la superficie resti troppo scivolosa.

Il silicone spray può essere utilizzato anche sulle plastiche che, con l’uso o meno, possono opacizzarsi, graffiarsi o indurirsi con la conseguente perdita di elasticità necessaria a gestire le vibrazioni che, alla lunga, generano delle crepe, specie nei punti di attacco, dove la viteria genera zone di tensione.

La sosta invernale può essere l’occasione per eseguire un tagliando veloce, in modo da evitare che i vari liquidi perdano viscosità, che si depositino troppi residui o ancora che si formino punti di ruggine (se non anche di corrosione). Tra questi c’è l’olio motore: se fate tanti chilometri l’anno, è facile che al suo interno vi siano residue particelle metalliche date dall’usura del motore, che col tempo potrebbero rovinare le varie parti meccaniche dello stesso. Meglio quindi sostituirlo con uno nuovo e “pulito”.

Per far ciò, ricordiamo che il cambio va fatto a motore “caldo” così da favorire la fuoriuscita del liquido e di tutto lo sporco accumulato.

E ora, il pezzo forte, la batteria. Se non siete sicuri di usare la moto nei giorni freddi, nel dubbio collegatela a un mantenitore di corrente per non farla scaricare, così se vi prende la pigrizia non rischiate di doverne poi acquistare una nuova. Un connettore esterno, che evita di smontare sella o, in taluni casi, parte della carrozzeria, è una soluzione pratica per collegare lo strumento in pochi secondi.

Un consiglio: lasciare la batteria collegata e avviare periodicamente e per pochi minuti la moto, non è una pratica consigliabile: si provocano solo dilatazioni termiche delle parti meccaniche senza effettivi benefici. Meglio approfittare di una giornata tiepida e serena per un giretto di qualche chilometro, durante il quale il motore possa scaldarsi a dovere, gli organi interni del cambio si possano “sgranchire” e le ruote girare.

Nel caso invece non abbiate un box, togliete la batteria dalla moto e riponetela in carica in un luogo caldo e asciutto dove nessuno la possa toccare. Nel mentre, ricordate anche di lubrificare i vari contatti elettrici e i punti di snodo come ad esempio le leve al manubrio e le serrature, così da evitare un indurimento per via del freddo.

Un altro errore che fanno in tanti è quello di lasciare per tutto l’inverno la moto sul cavalletto laterale e ritrovarsi poi con gli pneumatici deformati a causa del peso che grava sempre sulla stessa superficie d’appoggio. Se si vuole evitarlo, è buona cosa elevare la pressione delle gomme oltre il limite consigliato dal libretto di uso e manutenzione, per avere più sostegno nel tempo.

E sistemate un rialzo sotto il cavalletto laterale, così da tenere la moto più verticale possibile. Inoltre, ogni 20/25 giorni, spostate la moto in modo da cambiare la porzione di pneumatico che tocca terra. In alternativa il cavalletto centrale è una buona soluzione (preferibilmente con una tavoletta di legno sotto la ruota anteriore), così come i cavalletti alzamoto che tengono entrambe le gomme sollevate da terra.

E per finire, veloci consigli per quanto riguarda l’abbigliamento, utili a chi non si ferma mai. Gli stessi agenti atmosferici e chimici che aggrediscono la nostra moto, infatti, sono alla base della perdita di efficacia protettiva dei capi tecnici che indossiamo tutti i giorni. Pensiamo alle macchie d’olio o grasso che si insinuato nei tessuti e che col tempo vanno a ridurne la traspirabilità e la flessibilità: queste sono facilmente removibili lasciandoli in una bacinella con acqua calda - non bollente - e saponi neutri.

Una volta asciugato, per “riattivare” l’impermeabilità nei capi in Gore-Tex si può utilizzare, con delicatezza, un ferro da stiro tenuto a bassa temperatura; escamotage che non funziona se il capo ha già subito molti lavaggi: in questo caso sul mercato ci sono tanti prodotti validi.

I guanti, soprattutto se sono di pelle, vanno non solo lavati (anche in questo caso acqua tiepida e sapone neutro vanno benissimo), ma anche cosparsi di crema (ce ne sono di specifiche, ma si può usare quella a base di cera d’api che la nonna si spalmava sulle mani) per mantenere morbidezza ed elasticità.

Stesso discorso va fatto per il casco. Quando siete fermi al semaforo, avete mai fatto caso a quanti motociclisti hanno la visiera pulita? È davvero pazzesco scoprire quanti pochi siano, soprattutto se si pensa che è la nostra “finestra” verso il mondo esterno. Eppure basta davvero poco, un po’ di acqua calda e del sapone neutro. Oppure, se si è fuori casa, ci sono delle pratiche salviette umide per togliere unto e moscherini, anche quelli più ostici. Senza dimenticarsi di fare lo stesso per le prese d’aria e l’imbottitura interna, per guidare non solo in sicurezza, ma anche in un “ambiente” sano. Una operazione facilitata dal fatto che ormai anche sui caschi economici gli interni sono staccabili e lavabili (preferibilmente a mano) o, mal che vada, igienizzabili tramite l’uso di salviette umide e insaponate. Esistono poi prodotti specifici da spruzzare sulla visiera per evitare che si appanni (e d’inverno capita spesso) o pellicole da applicare internamente tramite pin-lock. E vi è mai capitato di guidare nella nebbia a temperature basse? L’umidità si accumula sulla visiera e arriva a ghiacciare. Con il dorso del guanto cerchiamo di pulire e il risultato è una bella serie di graffi. Vale la pena usare preventivamente un prodotto anti-ghiaccio compatibile con la visiera, non credete? Ne va della nostra sicurezza!

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