Tarquinia
Un itinerario alla scoperta di un
popolo per certi versi ancora misterioso. Da ammirare gli antichi borghi
costruiti su contrafforti di tufo, da apprezzare la ricca cucina locale
e i continui saliscendi delle strade.
La denominazione di Tuscia fu attribuita
all’Etruria quando, sotto l’imperatore
Diocleziano, fu
attuato un riordinamento amministrativo dell’Italia antica. Da quel
momento
la Tuscia attraversò periodi storici diversi, assumendo connotazioni
amministrative
che variavano a seconda dalle autorità che si succedevano. Per lungo tempo
in balia tra Umbria, Toscana e Lazio, oggi è la provincia di
Viterbo
a gestire una zona ricca di storia e, fortuna vuole, ancora fuori dal
vortice del turismo di massa. Punto di partenza è Tarquinia,
facilmente raggiungibile tramite la Via Aurelia, e buona base logistica
per un tour motociclistico. In città ci sono diverse cose da vedere: dal
Palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Tarquinese
che ospita un’importante collezione di opere e gioielli etruschi, alla
Chiesa romanica di S. Maria di Castello che domina la vallata del
fiume Marta, al Duomo di Santa Margherita. Dopo aver parcheggiato
la moto non bisogna tralasciare una passeggiata tra le tortuose viuzze
della città medievale, tra le botteghe artigiane in cui prendono forma
le caratteristiche terrecotte. Se capitate nel periodo pasquale
non perdetevi la processione, durante la quale la statua del
Redentore viene portata a spalla dai “cristofori” attraverso le
affollatissime
vie del centro. Ma il vero fiore all’occhiello di Tarquinia è la vasta
necropoli etrusca, estesa su un’area di oltre 4 chilometri di
lunghezza:
le necropoli sono diverse e certamente la più importante è quella di
Monterozzi,
che deve il nome ai cumuli di terra che celavano gli ingressi delle camere
funerarie sotterranee. Al suo interno sono presenti oltre 6.000 tombe,
in gran parte delle quali sono conservati numerosi dipinti etruschi
che raccontano la vita civile, i costumi, gli atteggiamenti religiosi,
fornendo importanti informazioni sui rapporti commerciali e culturali con
altri popoli, tra cui i greci.
Vulci
Terminata la visita alla necropoli si imbocca la veloce Statale Aurelia
a 4 corsie (attenzione ai frequenti controlli-laser della polizia),
prendendo in direzione nord. Superate le varie uscite di
Montalto
di Castro si prende la diramazione a destra con le indicazioni per
Vulci, e ci si addentra in un tratto desolato di
Maremma laziale,
lasciandosi alle spalle la sagoma dell’enorme centrale nucleare di
Montalto.
Una decina di chilometri per arrivare al bacino del fiume Fiora,
da dove si intravede la torre del castello dell’Abbadia: la zona
richiede una lunga sosta in quanto siamo nell’area archeologica di
Vulci. Nell’area della necropoli, percorribile a piedi, a cavallo
o in bici, sono visitabili solo alcune tombe, tra cui quella François,
quella dei Tute, dei Tarna e dei Tori: dell’antica urbe sono stati
rinvenute le mura urbane, la strada in basalto, il tempio
e la domus del Criptoportico. Seguendo il percorso attrezzato si
può arrivare fino al laghetto del Pellicone ed alla cascatella,
incastonata in un profondo canyon formato da rocce vulcaniche, luoghi
che hanno ospitato diversi set cinematografici. Sempre lungo il corso del
Fiora si trovano il ponte, alto oltre trenta metri ed il castello
dell’Abbadia,
che conferiscono all’area un notevole fascino. Ma questa è anche la zona
che nel corso del XIX secolo fu scenario del fenomeno del brigantaggio,
favorito da una miseria diffusa e da un governo ottuso, patria indiscussa
dei vari Tiburzi, Ansuini, Fioravanti e Menichetti, certo non paragonabili
a quel Robin Hood descritto dalla leggenda.
Castro - Tuscania
Attraverso le campagne, in un paesaggio tanto affascinante quanto desolato,
l’itinerario procede in direzione di Castro, altro
centro archeologico
ma di minore importanza, per giungere a Farnese, la cittadina
che
deve il suo nome all’illustre famiglia che ebbe parte nella storia del
Lazio e dalla quale uscì Papa Paolo III. La cosa che più colpisce
nell’attraversamento
del paese è la mole del viadotto che lo attraversa, con le sue
eleganti
arcate sotto le quali circola il traffico urbano.
Ischia di Castro, arroccata su una rupe tufacea, Pianiano,
incantevole
villaggio agricolo medioevale ben conservato, e Cellere, con il
castello dei Farnese, sono i tre centri che si incontrano lungo
il percorso prima di arrivare a Canino. Una sosta nella pasticceria
del centro, poi via sulla provinciale tortuosa e divertente che,
con una serie interminabile di curve e saliscendi, conduce a
Tuscania.
Nel 1971 un devastante terremoto ha gravemente danneggiato il patrimonio
artistico ma la città ha prontamente saputo reagire, così come fece secoli
prima quando, a differenza di altri centri etruschi che andarono scomparendo,
seppe mantenere un ruolo importante nel periodo romano. L’abitato antico
di Tuscania, ancora circondato da mura e torri, merita certamente
una visita: tra le case e le strade, rimaste in parte come nel XII secolo,
sorgono le botteghe artigiane, dove vengono decorate le ceramiche
e lavorati i manufatti di cuoio, tra cui le famose selle dei butteri
della Tolfa. Una serie di chiese romaniche, con diavoli,
genietti e mostri scolpiti nel tufo o nel marmo, completano la visita del
centro abitato. Poco distante, inerpicandosi sul colle San Pietro,
si incontra la chiesa di Santa Maria Maggiore dalla bellissima facciata,
con le due torri medioevali e il palazzo episcopale che ne inquadrano la
prospettiva.
Vetralla e ritorno
Tornati sulla strada principale si prosegue per Vetralla, una
ventina
di chilometri di strada gradevole, attraverso pianori ben
coltivati
e valloni formati da fossi che confluiscono nel fiume Marta.
Alcune
curiose segnalazioni stradali invitano a prestare attenzione ai
cinghiali,
che da queste parti non si incontrano solamente a tavola. Il tratto di
strada che collega Vetralla a Sutri è lungo la Via
Cassia:
l’eccessivo traffico e le scarse attrattive turistiche, eccetto
Capranica,
invitano a percorrerlo senza soste.
Tra le mura delle case di Sutri, dove di tanto in tanto affiorano
frammenti di edifici romani, si respira la storia. Nell’anno 728
il papa Gregorio II ricevette in dono la città di Sutri: fu il primo
possedimento
che la Santa sede potè indicare come suo, il primo mattone per la creazione
dello Stato della Chiesa, al quale si aggiunsero poi Lazio, Marche,
Umbria, parte della Romagna, ed altra città. Da non perdere le visite
all’anfiteatro,
scavato completamente nel tufo, e al sacello della Madonna del Parto.
Ripresa la Cassia in direzione Roma, poco fuori dall’abitato di Sutri,
si incontra il bivio per Bassano Romano, che si tralascia, per raggiungere
la Statale 493 (strada Claudia Braccianese) e proseguire alla volta
di Vejano, centro dall’aspetto vagamente medievale. Due brevi soste
per visitare Barbarano Romano e Blera e, se avete tempo,
per fermarvi in qualche ristorante ad assaporare l’abbacchio. Per
rientrare a Tarquinia mancano solo una ventina di chilometri, quindi
conviene approfittare per rilassarsi, dopo tanti reperti archeologici.
Info utili
DOVE MANGIARE
La locanda di Saturno
Via Agneni 37, Sutri (VT), tel. 0761/608392
Il Gabellino
Strada Statale 312, Cellere (VT), tel. 0761/451304
Gradinoro
Lungomare dei Tirreni, Tarquinia (VT), tel. 0766/864045
DA NON PERDERE
“La caffetteria”, bar pasticceria di Canino (P.zza Vittorio Emanuele
18), dove potrete gustare fantasiosi tramezzini e dare “sfogo” alle
voglie
di dolciumi. Immancabile una cena a “ La locanda di Saturno”, un
locale
ricavato da un vecchio granaio nel centro storico di Sutri, dove potrete
gustare squisitissimi salumi locali, tagliolini con funghi tartufati, tomini
al forno con speck e radicchio, mascarpone al rum e amaretti. Tra i prodotti
tipici dell’Alta Tuscia, oltre all’ottimo olio, da segnalare gli
asparagi
di Canino: conosciuti come “mangiatutto” in quanto anche la parte
verde
è commestibile, maturano un mese prima degli altri. Per gli amanti della
storia, inutile dirlo, una lunga sosta per visitare il Parco archeologico
di Vulci, il Castello dell’Abbadia e Tuscania.
DOVE DORMIRE
Albergo Sutrium
P.zza S. Francesco 1, Sutri (VT), tel. 0761/600468
Agriturismo Cerro Sughero
Corso Matteotti 25, Canino (VT), tel. 0761/437015
Albergo Tarconte
Via Tuscia, Tarquinia (VT), tel. 0766/856141
INFORMAZIONI UTILI
Azienda Promozione Turistica di Viterbo, Palazzo Doria Pamphili, San Martino
al Cimino (VT), tel. 0761/3751
Comunità Montana Alta Tuscia Laziale, via Carmine, Acquapendente (VT),
tel. 0763/730050
Internet www.tusciaonline.it
Ufficio Informazioni Turistiche di Tarquinia, piazza Cavour 1, tel. 0766/856384,
largo Pizzo Bianco, tel. 0766/436371
Procuratevi la carta “Strada dell’olio e del vino della
Tuscia”, 1:150.000,
reperibile presso gli uffici di promozione turistica.
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